RISPOSTA AI LETTORI

Il Ringraziamento: “una bomba di grazia”
dal Numero 11 del 17 marzo 2019

Spett.le Redazione, vi scrivo per avere delucidazioni sul tempo da dedicare alla preghiera silenziosa dopo aver ricevuto l’Eucaristia. È proprio necessario? E quanto tempo dura precisamente la presenza di Cristo nel Sacramento assunto? Vi ringrazio. (Davide P.)

RISPOSTA AI LETTORI

È vero quello che ho letto e sentito?
dal Numero 10 del 10 marzo 2019

Gentile Redazione, vengo a scrivervi per due questioni di cui chiedo il vostro parere. La prima riguarda un articolo letto su una rivista cattolica, nel quale si sostiene che la giustizia di Dio non esige la punizione. Non mi trovo in tutto e per tutto d’accordo con questa teoria e vorrei sapere se ho ragione o mi sbaglio. L’altra questione di cui chiedo chiarimento è questa: ho scoperto per caso che la Chiesa ha abolito il Limbo. Ciò mi lascia perplessa e non ne capisco il motivo. Allora il peccato originale non esiste più? Attendo una vostra gentile risposta. Con molti cordiali saluti. (Rita R.)

RISPOSTA AI LETTORI

Cari Sacerdoti...
dal Numero 8 del 24 febbraio 2019

Sono un parroco di una grande comunità del Sud-Italia. Col mio impegno posso arrivare, pur con qualche sacrificio, a soccorrere qualche famiglia bisognosa, posso rendere piccoli servizi a chi me li chiede. Ma sono in tanti a confidarmi le loro preoccupazioni, le loro attese e speranze per i progetti di vita che portano nel cuore, i problemi familiari e di lavoro, e non ho più nemmeno il tempo per pregare. Mi sento come travolto dalle necessità dei fedeli e a volte impotente. Impotente persino nel mio servizio di testimonianza al Vangelo, perché ognuno la pensa in modo diverso, anche tra noi sacerdoti, e tante certezze che prima mi sembravano intoccabili oggi vengono messe in dubbio. Non posso arrivare dappertutto con le mie forze umane e mi rendo conto che le mie povere parole di luce o incoraggiamento non sono sufficienti! [...]. Raccomando me e la comunità a me affidata alla vostra preghiera.  (Padre Giacomo P.)

RISPOSTA AI LETTORI

La Madonna comprese la scelta verginale di Cristo?
dal Numero 1 del 6 gennaio 2019

Spett.le Redazione, tempo fa mi è capitata tra le mani una rivista cattolica nella quale ho letto un articolo intitolato Maria ed il celibato di Gesù. Sono rimasto a bocca aperta leggendo che, a parer dell’autrice, la scelta celibataria di Gesù fu per Maria una «scelta inspiegabile» dal momento che – si legge – «la mentalità ebrea è così lontana dal fatto che uno non si sposi da non contemplare, anche nel linguaggio della Scrittura, i termini “celibe” e “nubile”». L’articolo continua dicendo che «Maria è ben conscia di tutto questo. Suo figlio ha ormai raggiunto i trent’anni e non dimostra, stranamente, il minimo interesse per la vita matrimoniale. Perché questo? Da madre discreta rispetta la sua decisione, ma il suo cuore è lacerato dal dubbio. Perché suo figlio, così zelante nel vivere ed osservare la Torah, si sottrae ai desideri di Yahweh a riguardo del matrimonio?». Poi Maria prova ad indagare ma deve presto prendere atto dell’intenzione irremovibile di Gesù; «inutile ricordargli le mogli e i figli di Mosè... Abramo... Giacobbe... Davide... Salomone»... Tutto ciò «gela il cuore di Maria. Che suo figlio sia maledetto? Ne soffre da morire. I dialoghi col figlio non portano a nulla. Gesù stesso ne soffre. Nessuno lo può comprendere. Anche Maria deve ancora maturare la fede al riguardo. Anche per questo Gesù decide di allontanarsi scendendo verso Cafarnao e lasciandosi dietro le spalle il suo villaggio, la madre, gli amici...». Questi sono alcuni stralci dell’articolo (che allego)... ne ho discusso con un mio compagno di facoltà (frequentiamo Teologia) e lui sosteneva che tutto ciò è ben possibile perché prima di Gesù la verginità non aveva nessun valore, ma io non riesco nemmeno a pensare che la Santissima Vergine, che prima di tutti ha scelto per sé la verginità, non comprendesse il motivo e il valore della scelta del Figlio divino! Ammettere tutto ciò non significherebbe dire che Maria non aveva capito niente della missione del Figlio di Dio e nemmeno della sua? (Tommaso R.)

RISPOSTA AI LETTORI

La “regina del pop” nel Duomo di Milano
dal Numero 48 del 16 dicembre 2018

Carissimi, ho recentemente appreso che il 23 novembre scorso la famosa cantante Giorgia si è esibita in concerto accompagnata dalla sua “storica” Band e dall’Orchestra all’interno del Duomo di Milano. Accanto all’Ave Maria di Schubert e White Christmas, ha eseguito i vari pezzi del suo repertorio pop (Gocce di memoria, Come saprei, Vanità e così via). Ne sono molto amareggiato. Tutti a evidenziare il fine nobilissimo (raccolta fondi per le famiglie povere con figli disabili) e nessuno a rilevare l’inopportunità della cosa! I soliti giornali laicisti hanno applaudito entusiasti all’evento, titolando: “La regina del pop sotto le volte gotiche per sostenere un’associazione benefica”. Si legge: «Una voce divina in una chiesa ci sta benissimo. Ma che voce, quella di Giorgia, e che chiesa, il Duomo di Milano. Un esordio in una cattedrale [...] che è il miglior debutto possibile per il nuovo disco Pop heart. In realtà il concerto non è legato all’album, tanto che ci sono solo due cover, Le tasche piene di sassi di Jovanotti e Anima di Pino Daniele [...]. Il debutto è stato coronato sicuramente da un ottimo incasso, considerato anche che il biglietto più economico veniva 600 euro e che sono stati occupati un buon migliaio di posti. Ma ottimo è anche, se non soprattutto, l’esito musicale: Giorgia, regina del pop, abituata a palasport e grandi arene, si disimpegna splendidamente anche sotto le volte gotiche del Duomo».
Pare che nessuno si sia sentito fuori posto, a cominciare dalla protagonista che ha spiegato: «I luoghi sacri sono pieni di energia: la sensazione o forza o atmosfera che avverti entrando in una chiesa e che non sai spiegare razionalmente. Per cui questa è un’esperienza eccezionale, un’emozione unica. Ma non è strano fare musica in chiesa, anzi la musica parla all’anima più di tante parole e concetti ed è una cosa che si fa insieme. Quindi va benissimo in un luogo sacro in cui emozione e condivisione sono di casa».
Scusate, con tutto il rispetto per Giorgia che stimo musicalmente, ma fino a che punto dovremo sopportare queste indebite occupazioni dei nostri più cari luoghi di culto? Non c’è nulla che possa porre un limite a queste iniziative? (Edoardo R.)

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Le Confessioni senza “assoluzione”...
dal Numero 44 del 18 novembre 2018

[...]. Hanno fatto sempre scalpore le Confessioni fatte da padre Pio senza ricevere l’assoluzione sacramentale. Di qui, il senso di paura da parte di molti fedeli, anche se non c’era da pensare che ad una severità di padre Pio richiesta dalle condizioni dei penitenti inassolvibili... Certo, era inevitabile la reazione amarissima che la mancata assoluzione provocava nei penitenti non facili o non disposti a capire... (Romeo S.)

RISPOSTA AI LETTORI

Pregare il Rosario. Quale metodo?
dal Numero 43 del 11 novembre 2018

Salve, vorrei rivolgere una domanda riguardante il Santo Rosario, questa preghiera meravigliosa che amo molto. Durante la recita delle Ave Maria rievoco mentalmente il passo biblico corrispondente al mistero e questo mi facilita molto la meditazione. Tutto questo, però, mi porta a non prestare attenzione alle parole dell’Ave Maria. È corretto questo modo di recitare il Rosario o sarebbe opportuno pensare all’Ave dando, per così dire, uno “sguardo d’insieme” al mistero? Ringrazio anticipatamente per la risposta. (Michelangelo G.)

RISPOSTA AI LETTORI

Non ogni vino è buono per la Santa Messa...
dal Numero 41 del 28 ottobre 2018

[...]. Ho notato che il mio parroco per la Messa non usa il vino puro ma quello normale che si può acquistare nelle botteghe. Non so se questo sia secondo la legge comune della Chiesa, visto che in molti altri posti ho visto vini che esplicitamente recavano l’etichetta “vino per la santa Messa”. Forse è difficoltoso, specie in città, procurarsi del vino puro, anche perché non si conserva a lungo come gli altri ma se questa è una scelta sistematica, allora mi sembra che ci sia una certa malizia o, quanto meno, inopportunità... (Maurizio G.)

RISPOSTA AI LETTORI

Non riesco ad amare tutti
dal Numero 40 del 21 ottobre 2018

[...]. Frequento un corso serale di teologia per laici organizzato dalla diocesi della mia città. Tra le altre cose, ho appreso che la carità è la virtù teologale per eccellenza e quindi è decisamente necessaria per il conseguimento della santità. Questo mi scoraggia non poco nel mio impegno di vita cristiana autentica, e penso che per me sarà impossibile diventare santa, perché ci sono alcune persone nel mio ufficio di lavoro che non riesco proprio ad amare, mi sembra una battaglia persa in partenza perché spesso provo per loro una naturale invincibile repulsione... Riesco solo a trattenermi dal non rispondere alle loro provocazioni, ma che pensare dei brutti sentimenti che sento verso di loro?... (Valeria G.)

RISPOSTA AI LETTORI

Obbedienza o carità?
dal Numero 40 del 21 ottobre 2018

Spett.le Redazione, leggo la vostra rivista nella sala di lettura del nostro convento – sono una religiosa – e volevo sottoporvi una breve domanda. Ho la grazia di avere – anche se in modo un po’ saltuario, dati i suoi impegni apostolici – un bravo confessore che mi sprona sui sentieri della santità. Ma un colloquio, tra i tanti, è stato illuminante: l’essenza della santità è l’obbedienza, intesa nel suo senso più ampio. Compiere la Volontà di Dio, nella misura in cui ci è possibile conoscerla – poiché essa si manifesta a volte chiaramente altre volte in modo più incerto –, è l’unica cosa che conta. A volte però mi sembra che ci siano altre cose più importanti, la carità per esempio [...]. (Suor G.)

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