PADRE PIO
23 settembre: appuntamento con la “festa” di Padre Pio
dal Numero 34 del 19 settembre 2021
di Suor M. Gabriella Iannelli, FI

Nel settembre del 1968 si celebrò per la prima volta la “festa” del transito al Cielo di San Pio. Una festa alla quale egli stesso, per vie misteriose, chiamò a partecipare tanti dei suoi figli spirituali.

Il 23 settembre ogni anno a San Giovanni Rotondo c’è il grande appuntamento con la “festa di san Pio da Pietrelcina”, come annunciano i manifesti preparati dai Frati Cappuccini e affissi in tutta la città. La festa è preceduta da una solenne novena che vede avvicendarsi per la Celebrazione eucaristica pomeridiana vescovi ed esperti della spiritualità di padre Pio. La notte tra il 22 e il 23 c’è la solennissima veglia, con diversi momenti di preghiera: i Vespri, l’Adorazione, il Rosario, la Via Crucis, la Santa Messa. Essa ha inizio nel pomeriggio e si protrae fino alle 2.30 della notte, ora in cui si rievoca il transito del Santo, così come descritto da padre Pellegrino Funicelli. Il 23 settembre ordinariamente un cardinale celebra la Messa del giorno, mentre nel pomeriggio il Vescovo diocesano celebra la Messa vespertina. Il tutto si conclude con la processione del Santo, anch’essa molto solenne, che raggiunge quasi tutta la città di San Giovanni e alla quale partecipano i numerosi pellegrini giunti da ogni dove per la grande “festa”, in un’atmosfera di preghiera, di gioia e di luce. 

Il 23 settembre 1968 fu la primizia di questa “festa”... Una festa alla quale lo stesso Santo, per vie misteriose, chiamò a partecipare tanti dei suoi figli spirituali. Le circostanze della sua morte, innanzitutto, fecero sì che la maggior parte di essi fossero presenti alla sua “partenza” da questo mondo, e ai suoi funerali. Infatti sappiamo che il Padre morì qualche giorno dopo il 50° anniversario delle sue stimmate, in occasione del quale era stato organizzato anche il Primo Convegno internazionale dei “Gruppi di preghiera”; i due importantissimi eventi avevano condotto a San Giovanni Rotondo migliaia di persone. Padre Stefano M. Manelli, figlio spirituale di san Pio fin dalla prima infanzia, fu presente a entrambi gli eventi. Egli scrive al riguardo: «Fervevano i festeggiamenti straordinari per il cinquantesimo della “Stimmatizzazione” di padre Pio, festeggiato da almeno un centinaio di migliaia di persone venute letteralmente da ogni parte della terra nel piccolo paese di San Giovanni Rotondo. L’evento, del resto, si era ingrandito molto di più ancora, perché era stato collegato anche al Primo Convegno internazionale dei “Gruppi di preghiera di Padre Pio”, da celebrare due giorni dopo, il 22 settembre 1968, a San Giovanni Rotondo. Si riversarono allora folle e folle dei membri di ogni “Gruppo di preghiera” di Padre Pio» (1).

Un’altra prediletta figlia spirituale, Rachelina Villani (morta in concetto di santità a San Giovanni Rotondo il 5 agosto 2014), fu anch’ella chiamata da san Pio alla “sua festa”, come le altre centinaia di figli spirituali, per dare l’addio al suo straordinario Padre spirituale. Ella si trovava a Margherita di Savoia insieme alla mamma e alla sorella Lucia per un ciclo di cure termali iniziato il 15 settembre. Nella notte tra il 22 e il 23 settembre verso le 3.00 del mattino sogna san Pio che le dice: «E tu non vieni alla mia festa?» e poi ancora le dice: «Ti affido queste mie figlie».

Rachelina rimase sveglia e attese che di buon mattino anche le altre che erano in camera con lei si svegliassero. Chiese alla sorella Lucia di andare a vedere se fuori c’era qualche movimento particolare. La sorella si affacciò e vide un gruppo di uomini con dei giornali e delle scritte che annunciavano la morte di padre Pio: la festa alla quale egli la invitava era quella del suo transito al Cielo, la festa eterna del suo ingresso in Paradiso, alla quale Rachelina non poteva mancare! Il Santo le lasciava anche un testamento: «Ti affido queste mie figlie...»: ella doveva continuare in qualche modo la missione stessa del venerato Padre: illuminare le anime di chi ancora sarebbe giunto a San Giovanni Rotondo in cerca di luce2. 

Silvano Scapin di Padova fu anche egli invitato in modo misterioso alla “festa” del 23 settembre 1968. Riportiamo integralmente la sua testimonianza: «Eravamo intorno alla metà di agosto del 1968. Ricordo che, per accendermi una sigaretta, presi la scatola dei cerini. Dietro c’era una pubblicità, non ricordo di cosa. Ma si vedeva un orologio che segnava le 2 e mezzo, e poi il numero 23. Improvvisamente, dentro di me, sentii nitida una voce che diceva: “23. La morte del Padre”. Cosa voleva dire? [...]. Non avevo dubbi: il 23 sarebbe accaduto qualcosa di grave a nostro padre. Non sapendo, come ho detto, di quale mese si trattava cominciai a tenere sotto controllo papà nell’approssimarsi della data. Un paio di settimane dopo, infatti, arrivò il 23 di agosto. Ma non successe nulla di strano, papà stava bene. Passò un mese ed il 20 settembre a San Giovanni Rotondo si stava organizzando una grande festa per il cinquantesimo delle stimmate di padre Pio. Ero partito con degli amici per essere presente, ma col pensiero continuavo a pensare che il 23 era vicino e che bisognava tenere papà sotto osservazione. Mi ero organizzato per tornare a Padova la sera del 22. 

In quei giorni padre Pio era ammalato e faticava molto a celebrare Messa. Lo fece il giorno 22 settembre, alle 5 del mattino, ma ebbe un collasso sull’altare e i frati lo portarono via di peso. Verso sera io e i miei amici andammo alla stazione per tornare a casa. Ma una voce mi bloccò: “Tu rimani qui”, disse. La stessa voce, nitida e chiara che mi aveva detto del giorno 23. Non sapevo cosa pensare, ma dentro di me sentivo che dovevo obbedire. Feci partire gli altri e mi diressi verso il convento perché sapevo che alle 18.00 padre Pio dava sempre la benedizione alla gente, affacciandosi alla finestra della cella. Quella sera lo fece stranamente per tre volte. 

Finita la benedizione andai in albergo. Durante la strada scoppiai in lacrime. Non sapevo perché, non ne capivo il motivo, ma ero tristissimo, sconvolto. Mi dissi che doveva essere colpa della stanchezza ma ecco di nuovo la voce misteriosa: “L’ultima benedizione del Padre”. Ero confuso, frastornato. [...]. Andai a dormire. Mi rivolsi all’angelo custode dicendogli: “Angelo mio, voglio alzarmi alle 4 per la Messa di padre Pio. Pensaci tu”. Mi addormentai come un bimbo. Ad un certo punto venni svegliato di soprassalto perché il cuscino mi era stato come sfilato di forza da sotto il capo. Guardai l’ora. Le 4 precise. L’angelo era stato puntuale. Mi vestii, uscii e arrivai alla chiesa. Ma era tutto chiuso. C’era della gente e piangeva. Qualcuno mi disse che padre Pio era morto. Allora capii tutto quanto: era il 23 settembre. Ecco il significato della frase “la morte del Padre”.

Era stato padre Pio ad avvisarmi, ne sono sicuro. Mi voleva lì, a pregare insieme agli altri e a partecipare al suo funerale. Ero distrutto dal dolore ma anche contento di quell’ultimo regalo che aveva voluto farmi» (2).

Ogni 23 settembre a San Giovanni Rotondo la “festa” si ripete, ed è una grande gioia ritrovarsi tutti accanto all’amato san Pio da Pietrelcina a dissetarsi dell’“acqua azzurra” e “chiara” della grazia che, a torrenti, scaturisce ancora dall’incontro con lui, con la sua spiritualità, i suoi insegnamenti, e il suo cuore di Padre!   

Note

1) Padre Stefano M. Manelli, FI, 50° della morte di san Pio da Pietrelcina. Ricordi, impressioni, emozioni di un figlio spirituale..., in Il Settimanale di Padre Pio, N. 36/2018, p. 32.

2) Roberto Allegri, “Farò più rumore da morto che da vivo”. I testimoni raccontano i prodigi di Padre Pio, pp. 131-132.

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