SPIRITUALITÀ
Rosario potente. Non solo a Lepanto
dal Numero 36 del 3 ottobre 2021
di Paolo Risso

San Pio V, con il Rosario alla Madonna da lui pregato con i cristiani più attenti, sconfisse i turchi a Lepanto il 7 ottobre 1571, giornata che diventò per suo decreto la festa della Madonna del Rosario. Tutti lo sanno, mentre non tutti sanno quanto stiamo per raccontare...

Una volta, d’inverno, entrato al Santuario diocesano Maria Porta del Paradiso, detto nel nostro dialetto “il Portone”, al freddo gelido di gennaio, non c’era nessuno. Quasi mi impaurii, ma scorsi, solo nella cappella della Madonna, un giovane uomo in ginocchio, con la testa appoggiata sulla balaustra e il rosario tra le mani, in preghiera assorta. In un istante capii chi era: un mio ex alunno, sposo e padre di famiglia. Non lo chiamai, mi ritrassi in silenzio per non disturbare quel colloquio intenso appassionato e struggente con la Madonna. Né lui si accorse di nulla, almeno lo pensai. Qualche tempo dopo lo rividi, lui, la sua sposa e il suo bambino: «Il Rosario – mi disse – è la nostra arma, abbiamo solo il Rosario e la Messa».

«Il Rosario, la nostra arma» lo diceva san Pio da Pietrelcina, che di cose di Dio si intendeva. Santi e papi senza numero hanno pregato il Rosario a Maria Santissima e ne hanno ottenuti celesti favori. San Pio V (1566-1572) con il Rosario da lui pregato insieme ai cristiani più attenti, sconfisse i turchi a Lepanto il 7 ottobre 1571, giornata che diventò per suo decreto la festa della Madonna del Rosario.

Tutti lo sanno, mentre non tutti sanno quanto stiamo per raccontare.

Più forte dei comunisti

Dal 1945-’46, l’Austria era occupata dall’armata rossa dell’Unione Sovietica. Nel 1946 padre Petrus Pavlicek (1902-1982) andò pellegrino al santuario mariano di Mariazell, in Austria. Sentì una voce dentro di sé che gli raccomandava di organizzare una crociata del Rosario per la liberazione dell’Austria dai senza-Dio. Padre Petrus lo fece subito.

Alla pacifica crociata parteciparono milioni di persone. Anche ottimi sacerdoti delle mie parti, uniti a numerosi fedeli, vi presero parte, sgranando Rosari su Rosari alla Madonna, pregandola come “Spes  desperantium”, speranza dei disperati. Ebbene, caso unico nella storia del Dopoguerra, i sovietici si ritirarono dall’Austria.

Era il 13 del mese di maggio 1955. È un fatto che alla Madonna piace il giorno 13, che ricorre sovente nella sua storia di amore per noi, da Fatima, ad altri luoghi e occasioni. 

Il libro di Donald H. Calloway, Campioni del Rosario (D’Ettoris edizioni), ci racconta altri fatti singolari che l’“arma” del Rosario ha ottenuto. L’Autore è un sacerdote e religioso dei Mariani dell’Immacolata, e prima di consacrarsi a Dio era stato anche un convertito. 

In questo libro leggiamo che la grande mistica e stimmatizzata tedesca, Teresa Neumann (1898-1962), interrogata al riguardo dell’Austria, rispose con certezza assoluta che erano state le processioni dei “rosarianti” ad allontanare i sovietici dall’Austria.

Attraversiamo l’oceano. Nel 1964 il Brasile era governato con stile dittatoriale dal presidente marxista Joab Goulart (1918-1976). Costui aveva chiamato i suoi seguaci alle più alte cariche e intendeva avviare il Brasile sulla strada della rivoluzione comunista. La quale era vista come l’ideale anche a Cuba, in Cile, in Nicaragua, in Messico. Il marxismo aveva pervaso molti uomini di Chiesa, i quali diedero vita alla “teologia della liberazione”, che sa di comunismo. 

Ma nel 1964, il cardinale Jaime de Barros (1894-1971), arcivescovo di Rio de Janeiro, servendosi della radio convocò il popolo brasiliano alla preghiera del Rosario. Ricordò altresì che la Madonna a Fatima – e la Chiesa docente – aveva sempre raccomandato di guardarsi dall’ideologia proveniente dalla Russia.

La gente diede vita a pubbliche preghiere del Rosario. Il culmine apparve al Belo Horizonte: lì, migliaia di persone occuparono le piazze, con il rosario tra le mani. Il capo comunista Goulart mise in ridicolo quella “manifestazione di donnette”: il Rosario non sarebbe servito a nulla, mentre lui avrebbe portato il Brasile al massimo progresso con il marxismo! 

Uno dei più fanatici assertori delle nazionalizzazioni forzate stile Fidel Castro, Leonel Brizola (1922-2004), indisse a Belo Horizonte un comizio che doveva essere gigantesco. Ma la piazza fu invasa da una folla enorme di “rosarianti” e il ministro Brizola fu obbligato a mandare a casa i quattro gatti che lo ascoltavano.

A San Paolo i rosarianti si presentarono in 600.000. Con loro si presentarono anche moltissimi non cattolici per protestare contro la politica dissennata di Goulart. Il quale, a causa del successo enorme della manifestazione, fu costretto alle dimissioni e, dopo due settimane, a lasciare il Brasile.

Allora più di un milione di persone scese per le vie della capitale, Rio de Janeiro, nella “Marcia della Vittoria” a ringraziare la Madonna per il pericolo “rosso” scampato.

Il killer convertito

Qualcosa di simile capitò nel 1986 nelle Filippine sotto la dittatura di Ferdinando Marcos (1917-1989) e di sua moglie Imelda. Una domenica del 1986, il popolo di Manila, la capitale, scese per le vie e sulle piazze a manifestare contro il presidente: Marcos mandò i carri armati.

I filippini si inginocchiarono davanti ai militari in stato di battaglia e presero a dire il Rosario alla Madonna. Le suore si misero in prima fila. Appena i militari ordinarono loro di andarsene, questi alzarono “il volume” dei Pater e delle Ave Maria. Allora capitò una cosa grandiosa: i frati domenicani scesero in campo e portarono davanti ai carri armati la statua della Madonna “Naval”, detta così perché nel XVII secolo Ella aveva sostenuto la piccola flotta dei filippini già allora cattolici, a vincere contro i galeoni degli olandesi calvinisti.

Marcos, visto che per lui e consorte le cose si mettevano male, abbandonò il paese. I carristi della prima fila raccontarono che, appena ricevuto il comando di travolgere i dimostranti con il Rosario, essi videro una Signora bellissima che si presentò come la Regina dell’arcipelago e ordinò ai soldati di fermarsi e di non fare del male a nessuno.

In diverse interviste ai mezzi di comunicazione delle Filippine, il card. Jaime Sin, arcivescovo di Manila, confermò la testimonianza dei carristi sull’apparizione della Madonna, “più forte di un esercito schierato in battaglia”.

Ma ella è più forte anche dei serial killer! Theodore Robert Bundy, detto Ted (1946-1989), fu il serial killer più famoso degli USA, ed ebbe a lui dedicati diversi film, secondo la discutibile prassi americana. Tra il 1974 e il 1978 uccise almeno 35 giovani donne. Si pensa con fondamento che le sue vittime siano state anche di più. Finì i suoi giorni sbagliati sulla sedia elettrica.

Dalle sue “confessioni” cogliamo un fatto strano da lui stesso raccontato. Nel 1978, di notte, era entrato nel dormitorio del collegio femminile dell’Università della Florida, uccidendo diverse ragazze nei loro letti, prima di fuggire. Una sopravvissuta fu trovata e ascoltata dalla polizia. Costei disse di voler parlare solo con un sacerdote cattolico.

Intervenne allora il padre William Kerr (1940-2009). A lui la ragazza raccontò che l’assassino, giunto davanti a lei, si era arrestato e buttò le armi, e se ne andò, al vedere che tra le sue mani teneva stretta la corona del Rosario che lei offriva a Maria prima di addormentarsi.

Ormai nel “braccio della morte”, in attesa della pena capitale, Ted Bundy confermò il fatto che aveva narrato la ragazza sopravvissuta, proprio a padre Kerr, che lui aveva richiesto per ricevere i Sacramenti: quella notte piena di sangue, una forza misteriosa che emanava dal Rosario lo aveva fermato.

 

In un volumetto (Una nidiata della Mamma. I bambini e Maria, Casa Mariana Editrice, Frigento 1986), promisi di narrare, per quanto ne so, i prodigi di Maria, i prodigi del Rosario di Maria, gli “Acta Immaculatae in universo mundo”, come diceva san Massimiliano M. Kolbe (gli atti dell’Immacolata nel mondo intero). L’ho sempre fatto. L’ho fatto anche or ora. Grazie all’Immacolata, i suoi “rosarianti” sono potenti sui singoli e sulla storia. Più potenti dei cosiddetti “grandi della terra”. Attenzione, attenzione: l’ultima parola la dice Cristo Re. E sua Madre, Maria Santissima, che tutto può.

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