I FIORETTI
“Il mio cuore tende verso il Signore”
dal Numero 29 del 23 luglio 2023

Quando Gesù Risorto, sulle rive del lago di Tiberiade, si accinge a realizzare la promessa fatta a san Pietro di dargli le chiavi del Regno dei cieli e di costituirlo suo vicario sulla terra, per accertarsi che questi abbia compreso l’essenza del suo insegnamento di “amare Dio sopra ogni cosa con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze” (cf Lc 10,26-27), gli pone una triplice domanda: «Simone, figlio di Giona, mi ami tu più di costoro?» (Gv 21,15), e alla triplice risposta affermativa di Pietro gli consegna il gregge da pascere. Con quella semplice domanda posta ripetutamente, Gesù ricordava a Pietro, quasi volendolo scolpire nel suo cuore, l’importanza e il primato dell’amor di Dio, cuore di tutto il Vangelo, facendogli comprendere allo stesso tempo che senza questo non gli sarebbe stato possibile realizzare il secondo dei comandamenti: “Amare il prossimo come se stessi”, cioè pascere il suo gregge. 
«Diligis me plus his [mi ami più degli altri]?» (Gv 21,15): è la domanda che Dio rivolge ad ogni uomo, perché questa è l’essenza della vita cristiana; senza l’amor di Dio la vita diventa come quel sale che, perso il sapore, è buono solo ad essere gettato via e calpestato (cf Mt 5,13). Dalla risposta più o meno generosa a questa impellente richiesta d’amore da parte di Dio dipende la realizzazione della propria santità.
Anche a san Pio da Pietrelcina il Signore ha rivolto questa domanda: «Questo Gesù quasi sempre mi chiede amore – scriveva il Santo a padre Agostino –. Ed il mio cuore più che la bocca gli risponde: o Gesù mio, vorrei... e non posso più continuare. Ma alla fine esclamo: sì, Gesù, ti amo» (Ep. I, p. 267). E guardando alla grande santità raggiunta si deduce quanto sia stata eroica la sua risposta! Amare Dio sopra ogni cosa è stato, infatti, il programma di vita di padre Pio, il quale è stato un «vulcano sempre acceso» (Ep. I, p. 1247) d’amore inestinguibile. A tal proposito risulta molto illuminante ciò che il Padre stesso scriveva di sé in una lettera a padre Benedetto: «Il tutto si compendia in questo: sono divorato dall’amore di Dio e del prossimo» (ibidem). Amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze significa porre Dio al centro della propria vita, significa farne la causa e il fine di ogni pensiero, parola e azione, significa amarlo a costo di ogni sacrificio, e il più grande desiderio di san Pio, fin dalla sua più tenera età, è stato proprio quello di vivere tutto per il Signore, facendone il centro della sua vita e delle sue aspirazioni: «Il mio cuore tende irresistibilmente verso il Signore con tutto il suo impeto» (Ep. I, p. 1264).
In una lettera a padre Agostino del 9 febbraio 1914, padre Pio spiega che quando in una creatura arde l’amor di Dio, mente, cuore e anima sono attratti irresistibilmente a Lui come ad una calamita: «La sollecitudine dell’anima – scrive – non tende ad altro se non a Dio solo, sente che tutto il suo essere è concentrato e raccolto in Dio [...], tutte le facoltà perfino nei moti primi primi si portano naturalmente quasi spontaneamente a Dio ed in Lui si slanciano istintivamente»; e più avanti nella stessa missiva continua: «In questo stato i sensi, gli appetiti, i desideri, le affezioni, l’anima tutta gravita intorno a Dio con una forza e prontezza meravigliosa» (Ep. I, p. 454).
Padre Pio ebbe un’unica preoccupazione nella sua vita, quella di crescere nella carità e il suo più grande timore era di non corrispondere a questo amore di Dio che solo lo riempiva esaurendo ogni sua attesa, e per tale amore visse staccato da se stesso e da ogni cosa. Per accendersi nell’amore sostava lunghe ore in meditazione sulla bontà di Dio e sulla sua misericordia per gli uomini, fatta visibile in Cristo Crocifisso. L’unica sua preoccupazione era crescere e far crescere nella carità, per questo la sua pena più grande era il constatare l’ingratitudine e il peccato degli uomini e spesso si chiedeva: «Cosa poteva fare di più questo povero Gesù, che non aveva fatto?»: ecco il motivo della sua sacrificante vita nel confessionale e nella direzione delle anime.
Scrive padre Marcellino IasenzaNiro, cappuccino, che san Pio amava tanto Dio che non riusciva ad ammettere e tollerare la minima mancanza di riguardo nei Suoi confronti, e che i peccati che più affliggevano il Padre nel confessionale erano senza dubbio il trascurare la Messa festiva e la bestemmia, tanto che spesso a chi se ne accusava negava l’assoluzione: «Ma come si fa a dare l’assoluzione – diceva a padre Carmelo Durante che gli riferiva le lagnanze di chi era stato cacciato via dal confessionale – a chi non va a Messa la domenica e a chi bestemmia, offendendo Dio, la Mamma celeste e i santi?».
Forse da anni il Signore attende da noi una risposta alla sua domanda: “Mi ami tu più di costoro?”. Non lasciamola cadere nel vuoto per l’ennesima volta. Padre Pio ci conceda un po’ del suo fuoco d’amore.

di Suor M. Eucaristica Lopez, Il Settimanale di Padre Pio, N. 29/2023

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