I FIORETTI
Un fatto insolito...
dal Numero 25 del 25 giugno 2023

Nel gennaio del 1905, fra Pio, non ancora diventato sacerdote, si trovava nel convento di Sant’Elia a Pianisi, in provincia di Campobasso. Aveva 17 anni e mezzo. Una sera, mentre stava pregando in chiesa, visse una sconcertante esperienza. Un’esperienza nuova anche per lui, per questo forse decise di prenderne nota. Infatti ai primi di febbraio riportò in un quaderno, in forma breve e sintetica, come era nel suo stile, quanto accaduto. Scrisse: «Giorni fa mi è accaduto un fatto insolito. Mentre mi trovavo in coro con fra Anastasio, erano circa le 23.00 del 18 m.s. quando mi ritrovai lontano, in una casa signorile, dove il padre moriva, mentre una bimba nasceva. Mi apparve allora Maria Santissima che mi disse: “Affido a te questa creatura. È una pietra preziosa allo stato grezzo: lavorala, levigala, rendila il più lucente possibile perché un giorno voglio adornarmene. Non dubitare, sarà lei che verrà da te, ma prima la incontrerai in San Pietro”».
Ciò che fra Pio aveva visto, accadde davvero in quella stessa data. Il 18 gennaio 1905, alle ore 23.00, in una località vicino a Udine e quindi a oltre mille chilometri da dove si trovava fra Pio, “un padre moriva e una bimba nasceva”. Lui aveva assistito alla scena in bilocazione.
A raccontarmi i dettagli di questa meravigliosa storia è il conte Giuseppe Rizzani che appartiene alla famiglia Rizzani, nobile dal 1300. La bambina vista da fra Pio in bilocazione era sua zia.
«La vicenda di mia zia Giovanna e padre Pio sembra uscita da una fiaba. Ma è tutto vero ed è riportato negli atti ufficiali del processo di beatificazione del Padre. Lei me lo raccontava spesso quando ero bambino e anche negli ultimi anni della sua vita. Tutto è cominciato il 18 gennaio del 1905. Il padre di Giovanna, il marchese Giovanni Battista Rizzani, era a letto in fin di vita nel suo palazzo di Udine. La madre, Leonilde Serrao, lo accudiva. Era incinta e ormai prossima al parto. Era notte. Leonilde sentì strani rumori venire da fuori, scese in cortile ma in quel momento venne presa dalle doglie. Fu costretta a partorire nel fienile, assistita dal fattore. Leonilde raccontò poi che, mentre partoriva, aveva visto un giovane frate cappuccino, silenzioso, in disparte. Quella notte Giovanna venne al mondo e suo padre invece morì.
Diversi anni dopo, nel 1922, Giovanna viveva da tempo a Roma con la madre e le sorelle. Era entrata in una crisi spirituale e desiderava tanto incontrare un sacerdote che potesse aiutarla. Un pomeriggio, mentre stava visitando San Pietro, si trovò di fronte un cappuccino. Gli chiese se poteva ascoltarla. Il frate la accompagnò quindi nel confessionale. Parlarono a lungo e, quando uscì, Giovanna era cambiata. Quel frate aveva risposto a tutte le sue domande e dissipato i suoi dubbi. Volle aspettarlo fuori dalla basilica, ma sembrava scomparso. Chiese al sacrista e le fu risposto che nessun frate cappuccino era presente nella basilica quel giorno.
Passò un anno. Giovanna aveva sentito tanto parlare di padre Pio, il sacerdote stigmatizzato che viveva sul Gargano. Provò un fortissimo desiderio di conoscerlo e partì alla volta di San Giovanni Rotondo. Quando il Padre la vide, esclamò: “Giovanna, finalmente sei venuta. Da tanti anni ti aspettavo. Io ti conosco. Tu sei nata il giorno in cui morì tuo padre”. Mia zia non capiva. E padre Pio continuò: “L’anno scorso, in un pomeriggio d’estate, ti sei recata nella Basilica di San Pietro in cerca di un sacerdote che potesse illumi­nare i tuoi dubbi sulla fede. Hai incontrato un cappuccino e hai parlato con lui. Quel frate ero io. E quando tu stavi per nascere, la Madonna mi portò a Udine, nel tuo palazzo. Mi fece assistere alla morte di tuo padre e poi mi disse di prendermi cura di te. Mi sei stata affidata dalla Vergine, e devo pensare alla tua anima”.
Da quel momento, mia zia non visse che per padre Pio. Divenne sua figlia spirituale e poi entrò, su suo suggerimento, a far parte del Terz’Ordine Francescano. Il Padre le diede il nome di Jacopa, come la donna che aveva assistito san Francesco nelle ultime ore. Padre Pio le disse anche chiaramente: “Ricordati che un giorno assisterai alla mia morte”.
E arriviamo al settembre 1968. La zia si trovava a Roma. Sognò padre Pio che le diceva: “Vieni subito a San Giovanni Rotondo perché me ne sto andando. Se ritardi, non mi vedrai più”. Giovanna prese il primo treno e partì. Arrivò al convento, andò subito a confessarsi da padre Pio e lui le disse: “È arrivata la mia ora”. Poi le chiese di restare a San Giovanni qualche altro giorno. La notte del 22 settembre, mentre stava nella pensione nei pressi del convento, Giovanna ebbe una visione. Non seppe mai dire se si trattò di un sogno o di altro ma improvvisamente si era ritrovata nella cella di padre Pio. Lui era sulla poltrona, respirava con fatica. C’erano altri frati accanto a lui e anche due medici. Giovanna capì che il Padre stava morendo. Preoccupata, corse al convento e lì apprese la triste notizia: padre Pio era morto alle 2.30. Lei però aveva visto tutto, proprio come il Padre le aveva annunciato. Giorni dopo, la zia confidò quanto accaduto ad alcuni religiosi che conosceva bene. Erano increduli. E allora lei, per dimostrare che era tutto vero, descrisse nei dettagli la scena, riportando particolari della stanza di padre Pio che nessuno poteva conoscere. Prima della sua morte infatti, nessuno aveva fotografato la sua stanza. E inoltre Giovanna non aveva potuto entrarvi mai dato che si trovava nella zona di clausura. Eppure era stata presente. 
Tutto questo appare come una favola, lo so – dice ancora il conte –. La zia Giovanna ne parlava anche poco prima di morire. È scomparsa nel 2000, a 95 anni di età. Fece in tempo ad assistere alla beatificazione di padre Pio, avvenuta nel 1999. E fu per lei una gioia immensa».

di Roberto Allegri, Il Settimanale di Padre Pio, N. 25/2023

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits