Il 23 gennaio la Chiesa commemora lo Sposalizio tra la Vergine Santissima e san Giuseppe. I due santi Sposi, quali gigli profumati, hanno custodito vicendevolmente la loro verginità pur vivendo un autentico Matrimonio. I giovani chiamati allo stato matrimoniale, volgano ad essi lo sguardo.
Come tutti sappiamo, la nostra amata Mamma Maria fu portata al Tempio già in tenera età. Fin da bambina Ella aveva consacrato a Dio la sua verginità per donarsi a Lui totalmente. Giunta all’età da marito, si celebrò lo sposalizio con san Giuseppe, descritto da don Dolindo come un uomo di circa 20 anni e di provata virtù. Occorreva, infatti, un uomo speciale per una fanciulla speciale. I genitori della Santa Vergine erano morti e, in questo caso, erano i parenti che si preoccupavano di assegnarle un marito.
Il matrimonio prevedeva che gli sposi vivessero separatamente per un anno, con un’eccezione per le vedove; praticamente erano solo promessi sposi, ma, dal punto di vista giuridico il loro era considerato un matrimonio a tutti gli effetti; se fosse nato un figlio prima che i due fossero andati a vivere insieme sarebbe stato riconosciuto come legittimo.
La Santa Vergine nella sua umile obbedienza acconsentì alle nozze, ma in cuor suo coltivava la certezza che il Signore sarebbe intervenuto per custodire quella consacrazione verginale che, per sua grazia, aveva potuto fare. Ecco perché, quando l’arcangelo Gabriele le annunciò che sarebbe diventata la Madre di Gesù, la Vergine Sposa non comprese e gli rivolse la domanda: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?» (Lc 1,34), altrimenti, commenta sant’Agostino, avrebbe subito capito e sarebbe stato inutile chiedere chiarimenti.
Già da questo primo particolare potremmo cogliere un atteggiamento che è ormai quasi completamente sparito in un mondo paganizzato come quello in cui viviamo. Quante persone, infatti, confidano in Dio, anche quando le apparenze sono tutte contrarie e sperano contro ogni speranza umana nell’intervento del Padre celeste che risolverà i problemi contingenti?
Potremmo chiederci ancora: quanti sono i fidanzamenti veramente voluti da Dio? E quanti sono i giovani che fanno un sincero discernimento sullo stato di vita scelto per loro da Dio (matrimoniale o consacrato)? E quanti, dopo aver compreso di essere chiamati allo stato matrimoniale, supplicano il Signore di conoscere l’anima con cui dovranno costituire una famiglia veramente cristiana, educando i figli con una coerente testimonianza di vita?
Dopo l’annuncio dell’arcangelo Gabriele, l’Immacolata compie un altro grandissimo atto di fede. Lascia che sia Dio a informare dell’accaduto il suo sposo, nei modi e nei tempi da Lui stabiliti.
Intanto san Giuseppe, che era “uomo giusto” (cf Mt 1,19), dovette osservare i cambiamenti fisiologici di Maria. Dovette trovarli inspiegabili. Conosceva le virtù della Santissima Vergine e non poteva certo pensare male di Lei. Cosa fare? L’evidenza gli imponeva una decisione ed egli non poteva non obbedire alla Legge che prescriveva un atto di ripudio. Ma la Santissima Vergine non l’avrebbe meritato, per questo pensò di licenziarla in segreto.
Giunti i tempi di Dio, intervenne la Provvidenza e un angelo parlò in sogno a Giuseppe che, rassicurato, subito fece come gli aveva ordinato: il sant’uomo non ebbe timore di prendere con sé l’Immacolata. Capì che il suo ruolo sarebbe stato solo quello di custodire la fanciulla che “non conobbe”
(cf Mt 1,18-25). Con questo “non conobbe” il Vangelo vuole sottolineare che tra i due bisogna escludere qualunque rapporto matrimoniale.
Sappiamo che i beni del Matrimonio sono tre: la prole, la fedeltà e il sacramento (ossia l’indissolubilità). Sant’Agostino sostiene che anche senza la prole, cioè senza l’unione dei sessi, può esserci un vero Matrimonio, purché ci siano la mutua fedeltà e il sacramento.
È tale e tanta la purezza che traspare dal brano evangelico che è impossibile interpretarlo in ogni altro modo. Anche Giuseppe fu ben felice di osservare la castità matrimoniale riconoscendo in Maria l’eletta di Dio divenuta la Madre del Figlio dell’Altissimo.
Riflettano i giovani sull’importanza di osservare un fidanzamento casto per giungere al Matrimonio come Dio vuole. L’atteggiamento di fede pura, di umile attesa dello svolgersi della volontà di Dio, se non è più un punto di riferimento per gli uomini di oggi, deve diventarlo presto, se si vuole vedere sbocciare una nuova era di un’umanità tutta marianizzata.