SPIRITUALITÀ
Fatima, Akita e... il “pusillus grex”
dal Numero 36 del 24 settembre 2023
di Suor Ostia del Cuore Immacolato

Fatima e Akita, due grandi e terribili profezie, tra le quali si inserisce una riflessione forse profetica dell’allora card. Ratzinger: la Chiesa ridotta a un “piccolo gregge”, ma purificata e santificata dalla prova. Quando si realizzerà questo presagio, al contempo tremendo e desiderabile?

Se il 13 ottobre ci ricorda l’ultima apparizione di Fatima, quest’anno, sempre il 13 ottobre, ricorre il 50° anniversario dell’ultimo grande messaggio della Madonna ad Akita. La coincidenza “Fatima-Akita” non è casuale. Ebbene, il 13 ottobre 1973 la Madonna si è rivolta a suor Agnes Katsuko Sasagawa annunciando un terribile castigo, peggiore del grande diluvio: «Il fuoco cadrà dal cielo e spazzerà via una grande parte dell’umanità, i buoni come i cattivi...».

Sempre in questo messaggio, la Madonna ha detto: «L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi a cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli [...]. La Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi [...]. Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio [...]. Se i peccati aumenteranno in numero e gravità, non ci sarà perdono per loro». È bene ora riflettere su questi cinquant’anni, poiché, senza tanti giri di parole, tutto si è avverato e forse non ci rimane che “il fuoco dal cielo”.

Un messaggio esagerato, apocalittico, tinto di sensazionalismo? No, Akita rappresenta una sorta di continuità-completamento di Fatima. Potrebbe, inoltre, sorprendere che uno dei più grandi sostenitori di quest’ipotesi sia stato proprio il card. Joseph Ratzinger, in veste di prefetto della fede. Anticipando suor Agnes, suor Lucia, nel 1957, in un intervista riferì a padre Fuentes che il diavolo «è in procinto di ingaggiare una battaglia contro la Vergine [...]. E questa battaglia decisiva è lo scontro finale, da cui una parte uscirà vittoriosa e l’altra sconfitta. Dobbiamo scegliere sin da ora da che parte stare, se con Dio o con il diavolo. Non c’è altra possibilità». «Dio punirà il mondo e lo farà in modo terribile».

Tra queste due grandi e terribili profezie, vorremmo inserire anche una meditazione profetica dell’allora professor Ratzinger, il quale, nel Natale 1969, profetizzò «una crisi – appena iniziata – che coinvolgerà e trasformerà la Chiesa». Tra le battute più significative, il grande teologo e biblista volle concentrarsi sul formarsi progressivo di una “Chiesa dei piccoli”, povera ma ritornata allo spirituale ed essenziale. I sacramenti, la fede nella Santissima Trinità, nell’Incarnazione del Verbo, una Chiesa “piccola” e alimentata dalla preghiera. Rimarrà quindi «non la Chiesa del culto politico, che è già morto, ma la Chiesa della fede».

Il futuro Benedetto XVI, richiamando la profezia biblica di Isaia (6,12-13) e soprattutto il passo evangelico di Luca 12,32 , parlò di una “Chiesa della fede”, di un “piccolo resto”, di un “pusillus grex” occupato solo delle cose del Cielo, prediletto da Dio e protetto dalla bontà divina agli albori di un grande intervento sconvolgente, secondo l’espressione evangelica: «Nell’ora che meno pensate, verrà il Figliuolo dell’uomo» (Lc 12, 40).

La meditazione profetica del card. Ratzinger, partendo dalla Sacra Scrittura, ha saputo cogliere i segni di una teologia della storia ormai drammatica nel suo svolgersi. Il card. Ratzinger conosceva il terzo segreto di Fatima, quello che era stato fatto pervenire a papa Giovanni XXIII da suor Lucia. Ecco perché, al richiamo di Akita, il grande teologo-biblista – e futuro papa Benedetto XVI – non si vide per niente sorpreso, ma “confermato”, per quel preannuncio di avvenimenti terribili.

In questo quadro, il “pusillus grex”, evidentemente, rappresenta il “piccolo resto” che attraversa “la grande tribolazione” e che la tenerezza paterna di Dio protegge per la sua fedeltà. Tale “tenerezza paterna” è significata dal Cuore Immacolato di Maria, quale protezione e “unico rifugio che ci conduce a Dio”. Si veda, infatti, come proprio Lucia, quando il 3 gennaio 1944 vide il fuoco della lancia che avrebbe punito e colpito l’asse terrestre (con tutti i disastri che ne conseguono), dopo averne riconosciuto la causa nella guerra distruttrice – e quindi un castigo provocato dalla stessa malvagità umana –, concludeva questa atroce visione parlando di quella pace di “Cielo” che le riempì l’anima, facendole assaporare la felicità del Paradiso.

Sì, il “pusillus grex” sarà quindi molto provato, ma formato da santi: un piccolo resto che passerà per il crogiolo del fuoco della grande purificazione. Nella sua meditazione-profezia, il professor Ratzinger fornì gli elementi per appartenere a questo piccolo resto dicendo che bisogna «coltivare la generosità, la negazione di sé, la fedeltà, la devozione sacramentale e una vita incentrata in Cristo». Questi elementi formano il distintivo di una minoranza che avrà un grande compito per la “ricostruzione” del futuro.

Sant’Angela da Foligno direbbe oggi che coloro che formano il “pusillus grex” sono coloro che hanno scelto la stessa triplice compagnia prescelta dall’uomo-Dio su questa terra: povertà, disprezzo e dolore, aborrite dal mondo e predilette soltanto da coloro che vogliono consolare Gesù e assomigliare a Lui.

Fuoco spirituale, quindi, ma anche materiale... Quando potrebbe accadere? Suor Lucia nel 1957 vedeva il castigo imminente. Sono passati più di sessant’anni e intanto i peccati si sono moltiplicati fino al punto che la perversione sembra oggi nauseare perfino il creato. Ebbene, il “piccolo gregge”, ben esercitato nel vivere delle virtù del Cuore Immacolato di Maria, sarà veramente piccolo in confronto a coloro che moriranno.

Fatima e Akita sono concordi. La Vergine, quale «personificazione della misericordia divina», come la definiva san Massimiliano M. Kolbe, preserva il suo “piccolo resto” dalla grande «ondata diabolica» (suor Lucia di Fatima) che si sta scatenando oggi. Non sappiamo quanto tempo abbiamo: un tempo comunque molto breve, che mette in gioco la nostra vita e l’eternità.

Attualmente, il “pusillus grex” è chiamato ad essere testimone, nella luce che la Sposa dello Spirito Santo gli assicura in ogni circostanza della vita quotidiana. Ecco cosa scrive il grande biblista Benedetto XVI: «Non sono i cristiani che si oppongono al mondo. È il mondo che si oppone a loro quando è proclamata la verità su Dio, su Cristo, sull’uomo. Il mondo si rivolta quando il peccato e la grazia sono chiamati con il loro nome [...]. È tempo che il cristiano ritrovi la consapevolezza di appartenere a una minoranza [...]. È tempo di ritrovare il coraggio dell’anticonformismo, la capacità di opporsi, di denunciare molte tendenze della cultura circostante».

Tale denuncia implica il rivestirsi della stessa povertà, del disprezzo e del dolore che Gesù scelse su questa terra. Siamo pronti a questo? Non c’è altra via per non cedere al compromesso, per non aderire allo spirito dell’anticristo, spirito che addormenta le coscienze e le conduce ad un fuoco che sa di nerissima eternità.

Scegliamo la via indicata da suor Lucia di Fatima: quella della devozione al Cuore Immacolato. La parola “Cielo” sia anche per noi l’unico riposo dell’anima e l’ondata diabolica in atto non ci toccherà: il “pusillus grex”, infatti, conosce solo “l’aria di Cielo” che “si respira” vivendo nel Cuore Immacolato di Maria.

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