Non abbiamo le competenze per confermare ciò che dice lo scrittore canadese. Diciamo però che l’affermazione di Richler è credibile. E non ci interessa se lo è sul piano anatomico, c’interessa invece che lo sia su un altro piano: quello esistenziale. L’uomo è fatto per la felicità, non per la tristezza. Dio lo ha creato perché si realizzasse pienamente in Lui, che è la fonte e la sostanza di ogni felicità.
E invece l’uomo, allontanandosi da Dio, ha deciso per l’angustia, l’angoscia, la tristezza... e ogni malessere possibile. Ciò che è più naturale è la felicità, non la tristezza. Come il Bene. È questo che esiste dall’eternità. Il Male no. Il Male è solo assenza di Bene. Così è la tristezza: è mancanza di felicità.
Tant’è che per essere tristi occorre più fatica muscolare che per essere allegri. Settantadue muscoli per il broncio. Dodici – solo dodici! – per sorridere.