ATTUALITÀ
Proteggi abbastanza i tuoi figli?
dal Numero 40 del 31 ottobre 2021
di Francesca Romana Poleggi

Con i lockdown e la Dad, nell’ultimo anno i nostri bambini e adolescenti sono ricorsi in modo massiccio all’uso del web e dei social come unico mezzo di socializzazione possibile. Ciò li ha esposti a un grosso pericolo: quello dell’ipersessualizzazione. Si tratta dell’emergenza educativa più attuale e sottovalutata. Contro l’assuefazione e per la sensibilizzazione, ha preso il via la nuova campagna “TuteliAMOli in rete”.

A settembre ha preso il via una nuova campagna di Pro Vita & Famiglia: “TuteliAMOli in rete”. L’abbiamo posta in essere in sinergia con l’associazione Meter di don Fortunato Di Noto che da 30 anni lotta contro la pedopornografia, per promuovere una sensibilizzazione del tessuto sociale contro l’ipersessualizzazione dei minori.

Tutti noi siamo bombardati continuamente da messaggi che in modo più o meno esplicito ci mostrano la sensualità come fosse un valore, una priorità, una cosa necessaria per condurre una vita felice. Il sesso è un dio (insieme al dio quattrino) cui si deve sacrificare la dignità dell’essere umano – soprattutto delle donne – per lo meno dagli anni Sessanta in qua.

Questo bombardamento è particolarmente dannoso per i bambini: ruba loro l’innocenza e il presupposto per una crescita e una maturazione (anche sessuale) equilibrata e serena. L’avvento di internet e la diffusione dei telefonini e dei tablet che spesso vengono incoscientemente messi in mano anche ai bambini piccoli, amplifica i pericoli.

Pericoli che sono aumentati in modo esponenziale a causa del lockdown, quando i ragazzi sono stati indotti e per certi versi costretti a passare tutto il giorno davanti al computer. Più di un ragazzino su quattro, tra gli 11 e i 16 anni, con un profilo su un social, ha sperimentato qualcosa di sconvolgente in questi ultimi mesi, ma solo il 22% di loro ne ha parlato con qualcuno. 

La dottoressa Nunzia Ciardi, dirigente superiore della Polizia di Stato e direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, in una conferenza stampa di Meter del 18 marzo 2021, ha detto che i casi di adescamento dei minori sul web perseguiti nel 2018 erano 14, nel 2019 erano 26, nel 2020 sono stati 41. Purtroppo le vittime sono sempre più giovani: si parla di ragazzini minori di 13 anni e, cosa mai riscontrata prima del 2020, persino minori di 9 anni. E i pericoli che giovani e giovanissimi corrono on-line non attengono solo alla sfera sessuale: ludopatia, truffe on-line, furti di identità, cyberbullismo, giochi pericolosi – anche mortali – come le “challenge”. E, più in generale, la dipendenza (una vera dipendenza perniciosa) dallo schermo è un male grave e diffuso a tutte le età.

Noi adulti proteggiamo abbastanza i minori?

Con Meter abbiamo chiesto al Ministero per lo Sviluppo Economico di adoperarsi per rendere effettiva la norma contenuta nel decreto giustizia che obbliga l’installazione del parental control di default su tutti i telefonini e i tablet. Ma intanto, a metà settembre, in occasione del lancio della terza stagione della serie tv Sex Education, la metropolitana di Milano è stata tappezzata di manifesti che alludono agli organi sessuali maschili e femminili. Abbiamo chiesto al Comune di rimuoverli, senza ottenere alcuna risposta. Abbiamo fatto presente la cosa allo IAP, l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, che invece ha avallato l’indecenza, rigettando le nostre segnalazioni: pensate che in passato proprio lo IAP aveva giudicato “lesivi della dignità dei bambini” i nostri manifesti contro l’utero in affitto e commentato come “falsati e non veritieri” quelli contro l’eutanasia.

E questo è solo uno dei tanti esempi che si potrebbero fare: basta accendere la tv e dedicare del tempo a vedere gli spettacoli destinati ai minori e ai bambini: anche in mezzo ai cartoni animati si trovano messaggi violenti e perversi: la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza viene palesemente, costantemente, calpestata. 

Abbiamo pubblicato un docu-film sull’azione di Meter contro la pedofilia: invitiamo i Lettori a cercarlo in rete e a divulgarlo. E segnaliamo il numero verde 800 45 52 70, cui rivolgersi per chiedere aiuto e denunciare situazioni pericolose. Abbiamo avviato campagne di affissioni a Roma e a Milano...

Ma don Fortunato Di Noto dice che siamo di fronte a un fenomeno globale molto complesso e trasversale, quindi le associazioni da sole non bastano ad arginarlo se non c’è l’impegno di politica, forze dell’ordine e istituzioni. Sta quindi a ciascuno di noi fare “pressing” sui politici di riferimento, anche a livello locale, perché mostrino sensibilità sulla questione.

Impariamo a regalare giocattoli e libri – non telefonini – ai nostri bambini; diamo loro il buon esempio evitando di stare noi, per primi, sempre attaccati a uno schermo. Non li lasciamo mai da soli su internet e davanti alla tv. Controlliamo i loro dispositivi. Vigiliamo su eventuali comportamenti strani o diversi dal solito: se si chiudono, non parlano, non dormono, vanno male a scuola…

E poi, recuperiamo valori dimenticati come pudore, castità, modestia. Spieghiamo con dolcezza alle ragazzine che per essere belle non serve essere “sexy”. Anche se saremo equilibrati, e quindi impareremo a non demonizzare in modo severo e a priori tutto ciò che è alla moda ed è “moderno”, passeremo senz’altro per “antichi”, noiosi, rompiscatole, soprattutto nei confronti degli adolescenti. Ma poi quegli stessi adolescenti cresceranno e torneranno a ringraziarci.

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