MARIA SS.
La Madre di Dio, “arcobaleno splendente”
dal Numero 1 del 1 gennaio 2023
di Suor Ostia del Cuore Immacolato

L’arcobaleno è un fenomeno naturale capace di elevare lo sguardo e lo spirito alle cose del Cielo. Così la Madre di Dio, splendente “arcobaleno”, unisce Cielo e terra in una mistica alleanza. 

Quando vediamo un arcobaleno nel cielo ci viene spontaneo chiamare quanti ci sono accanto perché anch’essi partecipino di una tale meraviglia della natura, che anche gli effetti speciali più avanzati non sono in grado di riprodurre. 
Tradizionalmente, la patristica ha sempre intravisto nell’arcobaleno un simbolo mariano. Sant’Antonio di Padova è però il Dottore che più ce ne innamora, mostrandocene il vero significato, stimolando nel cuore del battezzato la preghiera. Egli definisce la Madre di Dio “arcobaleno splendente” proprio al momento dell’Incarnazione del Verbo, dove si instaura l’alleanza tra il Cielo e la terra. Leggiamo nella Genesi: «Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell’alleanza tra me e la terra» (Gn 9,13); nel Siracide, poi, l’invito alla contemplazione è ancora più esplicito: «Osserva l’arcobaleno e benedici colui che l’ha fatto: è bellissimo nel suo splendore. Avvolge il cielo in un cerchio di gloria» (Sir 43,11-12). Sant’Antonio vede in Gesù – Sole di giustizia – Colui che “entrò nella nube”, cioè nel seno della Vergine gloriosa e «questa diventò quasi un arcobaleno, segno dell’alleanza, della pace, della riconciliazione, tra le nuvole della gloria, cioè tra Dio e i peccatori» [1].
La scelta dell’arcobaleno come segno di alleanza ci fa riflettere su come solo Dio poteva decidere e compiere una tale riconciliazione tra Cielo e terra, cosa impossibile agli uomini. «Contempla l’arcobaleno, considera cioè la bellezza, la santità, la dignità della beata Vergine Maria e benedici con il cuore, con la bocca e con le opere il suo Figlio, che così l’ha creata». Da qui si capisce anche perché il demonio – da esperto “teologo” – abbia preso di mira proprio questo simbolo per imporre una “bandiera” di rottura con l’alleanza tra il Creatore e la creatura, immagine dell’uomo che si erge nell’illusione di essere “unico costruttore” a discapito dell’alleanza stabilita eternamente da Dio. Attualmente, infatti, l’arcobaleno è associato ad una ideologia che è contraria ai valori naturali dell’uomo. Solo l’occhio puro è in grado di penetrare il vero significato soprannaturale di questo simbolo, dove la Madre di Dio appare «stupenda nello splendore della sua santità, sopra tutte le figlie di Dio. Ella avvolse il cielo, cioè circondò la divinità, con un cerchio di gloria, vale a dire con la sua gloriosa umanità». 
Sant’Antonio, pertanto, ci suggerisce un antidoto al sopruso che stiamo vivendo socialmente un po’ in tutti i campi: tornare a contemplare e riaffermare l’alleanza eterna dell’Incarnazione del Verbo; è proprio quest’alleanza che il nemico non sopporta (cf 2Gv 1,7) e che combatte con tutto il suo spirito di anticristo. 
Guardiamo quindi all’arcobaleno splendente dell’Immacolata Madre di Dio e poniamoci sotto il suo arco di luce e protezione materna. Il Santo di Padova ne spiega anche il motivo teologico: «Dopo che il sole entrò nella Vergine, fu fatta la pace e la riconciliazione, perché lo stesso Dio e Figlio della Vergine, dando completa riparazione al Padre per la colpa dell’uomo, fermò la sua ira affinché non colpisse l’uomo». Possiamo quindi fare nostra la preghiera che sant’Antonio innalzava all’arcobaleno splendente e che a distanza di secoli risulta una preghiera ancora attuale, dove egli così supplica la Madonna: «Orsù, dunque, nostra Signora, unica speranza! Illumina, ti supplichiamo, la nostra mente con lo splendore della tua grazia, purificala con il candore della tua purezza, riscaldala con il calore della tua presenza. Riconcilia tutti noi con il tuo Figlio, affinché possiamo giungere allo splendore della sua gloria»!  

Nota
[1] Le citazioni di sant’Antonio di Padova sono tutte tratte dal Sermone sull’Annunciazione della B. V. Maria, I, II.

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