Uno dei più grandi apostoli del santo Rosario e fondatore del Santuario di Pompei giunge alla canonizzazione. Ripercorriamo la sua avvincente storia che vede un accanito spiritista trasformarsi in un cavaliere ardente della Madonna.

Il 19 ottobre 2025 viene canonizzato il grande convertito della Madonna: Bartolo Longo, promotore e Fondatore del Santuario di Pompei. La sua vita è stata una meravigliosa testimonianza della vittoria della Regina del Santo Rosario.
Nacque il 10 febbraio 1841 a Latiano, in provincia di Brindisi, da una pia famiglia. Nel 1863 giunse a Napoli per completare gli studi di giurisprudenza e abbracciare la professione di avvocato. Fu durante questo periodo che la sua fede subì le ferite più grandi. Sulla cattedra delle università di Napoli sedevano “mangiapreti” e apostatati da cui echeggiava la massima: «Lo stato deve essere ateo, la legge atea; il più grande uomo antesignano delle moderne libertà: Lutero; i più nefandi nemici della scienza, della patria, della libertà: i Papi». Bartolo Longo beveva perdutamente da questa fonte nefasta; alla fine credette che la Chiesa fosse un’istituzione umana e si allontanò dai sacramenti. Si adoperò a tenere conferenze anticlericali e organizzò manifestazioni in piazza contro la religione.
La fede inculcatagli dai genitori tuttavia non lo lasciò del tutto: «La Chiesa non è divina – diceva il Longo –, ma che Gesù non è Dio, questo è troppo; e da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!». Se le ideologie umane non riuscirono a fargli rinnegare del tutto Cristo, il mondo dello spiritismo lo vide prostrarsi ai piedi dell’autore di tutte quelle tenebrose menzogne.
Invitato a una seduta spiritica, gli spiriti inizialmente lo rassicurarono che Gesù è Dio e che i Comandamenti sono veri, tranne il sesto! Quando si trovò solo nella sala, però, iniziò a sentire sibili di serpenti, strida di donne e poi visioni di draghi e di cose spaventose, e la voce dello “spirito” gli chiese: «Che cosa vuoi da me?». «Voglio sapere qual è la vera religione, quella cattolica o quella protestante?». «Tutte e due sono false». Fu l’ultimo colpo: rinnegò Cristo e la sua Chiesa e, non perdendo la sua attrazione per il soprannaturale, seguì il mondo occulto e divenne un sacerdote dello spiritismo.
Il diavolo per fare sua un’anima ricorre invariabilmente ai soliti stratagemmi: ragionamenti umani per dissociare la Chiesa dalle sue origini divine, impurità per accecare l’anima, e infine apostasia.
Parlando, più tardi, di quelli che considerano con leggerezza il mondo dello spiritismo, il Santo dirà: «Peggio per chi non vuol credere. Ma non si sa dunque che io sono stato unto sacerdote dello spiritismo? Unto con olio non so da dove preso? [...].
Quello che è successo a me non eran trucchi [...]. Al demonio preme di far passare per trucchi anche quello che non è».
Un fascio di luce
Le idee dell’avvocato Bartolo Longo divennero sempre più estreme, ma la Madonna vegliava continuamente sul suo amato figlio. Nonostante il suo odio per la Chiesa, la profonda formazione cattolica ricevuta in famiglia gli impedì di abbandonare il Rosario. Notò anche una debolezza nello “spirito”: non tollerava che il nome di Maria fosse menzionato durante le sedute spiritiche.
Tuttavia, continuava a trascinare sempre più persone nell’errore. Santa Caterina Volpicelli, sua contemporanea di Napoli, organizzò una crociata per la sua conversione. Finalmente, nella notte del 27 maggio 1865, la grazia trionfò. Mentre era solo a casa, la sua mano tracciò improvvisamente e perfettamente la firma del padre defunto. Un raggio di luce entrò nella sua anima, riempiendolo dei ricordi della sua infanzia devota. Vide sua madre che lo supplicava di tornare alla vera fede. Sopraffatto dalla grazia, lasciò la sua stanza e si recò direttamente alla chiesa del Rosario, dove si confessò con il padre Alberto Radente, un Sacerdote domenicano. Solo dopo tre giorni di digiuno e preghiera per il suo penitente, padre Radente gli concesse l’assoluzione – è così che i santi Sacerdoti salvano le anime!
Da quel momento il “figliol prodigo”, con cuore pentito e desideroso di riparare le proprie colpe, iniziò a partecipare a due o tre Messe al giorno, a inginocchiarsi sempre sul nudo pavimento e a recitare Rosari senza sosta. Partecipò inoltre a una seduta spiritica con l’intento di smascherare il diavolo e, brandendo la Medaglia miracolosa, denunciò l’occultismo e lo spiritismo come un labirinto di errori e falsità. Per superare il suo amor proprio, camminava per le strade principali di Napoli con un grande Rosario appeso al braccio, chiedendo l’elemosina per i poveri anche in quei caffè dove era solito comprare un bicchiere di liquore per coloro che insultavano i Sacerdoti che passavano.
Conquistato da Cristo, il suo spirito ardente corse verso la perfezione. Era attratto dagli ambienti in cui si respirava l’aria pura della vera dottrina cattolica, ed entrò in contatto con alcune delle più grandi anime ascetiche e mistiche dell’epoca a Napoli. Tra queste c’erano San Ludovico da Casoria e Santa Caterina Volpicelli, la quale lo considerava come un figlio.
Quando Bartolo Longo comprese che il Signore lo chiamava a rimanere un laico consacrato, si fece Terziario domenicano e si recò a Pompei dove gli era stato donato dalla contessa De Fusco un pezzo di terreno.
Dopo un periodo di travaglio interiore, fatto di «tristezza cupa e poco meno che disperata», ricevette la rassicurazione dalla Madonna che chi propaga il Rosario si salva. Con rinnovato entusiasmo e dedizione, il neo convertito orientò allora le proprie energie verso Pompei, conosciuta come terra di brigantaggio e miseria, dove «per ogni problema si andava dalla strega, dalla maliarda, dalla fattucchiera», e decise di illuminare quella “valle di tenebre” attraverso Maria, la Stella del Mattino. Organizzò feste in onore della Regina del Rosario, diede inizio alle confraternite, restaurò l’unica parrocchia decaduta, acquistando così la simpatia e la fiducia della gente, e dopo poco si vide nascere il primo gruppo di Terziarie domenicane di Pompei.
Con l’acquisto dell’icona della Madonna del Rosario, il Vescovo gli affidò la costruzione di una nuova chiesa dedicata alla Madonna del Rosario. Iniziò così la grande missione apostolica del Santo. L’8 maggio 1876 fu posta la prima pietra per la costruzione della nuova chiesa di Pompei, grazie anche all’aiuto della contessa De Fusco.
Cominciarono poi a spuntare i primi fiori profumati ai piedi della Madonna di Pompei con l’erezione dell’“Ospizio per i figli dei carcerati” nel 1892. Premeva al nostro apostolo di salvare questi ragazzi dalla malavita ed essere sostegno per i loro stessi genitori. In soli sei anni gli allievi superarono il numero di cento; il primo ragazzo accolto divenne poi Sacerdote. In seguito furono accolte anche le figlie dei carcerati, affidate alle “Figlie del Santo Rosario di Pompei”, congregazione religiosa fondata da San Bartolo Longo nel 1897.
La buona stampa diventava sempre più necessaria e l’indefettibile apostolo del Rosario risolse che «bisogna combattere il nemico con le stesse armi». E così fondò anche la “Tipografia del SS. Rosario e la Nuova Pompei”.
Il Santo finì la sua vita, ricca di meriti e lavori per la gloria della celeste Regina, il 5 ottobre 1926. Spirò stringendo con la destra il crocifisso e con la sinistra la corona del Rosario, baciando ora uno e ora l’altro, mentre il campanello suonava per l’elevazione del Santissimo Sacramento nella Messa. Il funerale di uno dei più grandi propagatori del santo Rosario avvenne il 7 ottobre, festa della Madonna del Rosario, con la partecipazione di un numero straordinario di persone provenienti da ogni paese.
La canonizzazione di Bartolo Longo ci viene come rugiada dal Cielo in questi tempi in cui ormai leggi atee, ideologie umane e spiritismo hanno il sopravvento; indicando la roccia che ci terrà saldi: «il Rosario [...] sovrano rimedio ai mali che affliggono la civile società». San Bartolo Longo, prega per noi!