Spesso si sente parlare degli “angeli”, ma può sorgere spontanea la domanda: chi sono? Qual è la loro natura? Il catechismo ci viene in aiuto, mostrandoci tutta la bellezza di questi spiriti celesti.

Il mese di ottobre è particolarmente partecipato dal popolo di Dio come il “mese del Rosario”, a motivo della festa che ricorre il giorno 7, nel quale la liturgia celebra la “Regina del Santo Rosario”, istituita con l’aumento delle confraternite che incrementavano la devozione alla corona mariana e successivamente collegata alla vittoria navale della cristianità contro l’avanzata ottomana a Lepanto (7 ottobre 1571). Ma non è la sola grande festa del mese: il 2 ottobre, infatti, la Chiesa ricorda gli spiriti angelici «che Dio ha destinato per custodirci e guidarci nella strada della salute» (dal Catechismo Maggiore di San Pio X): gli Angeli custodi.
Ma chi sono gli angeli? Insegna il Papa San Pio X, nel suo Catechismo della dottrina cristiana, che «gli angeli sono i ministri invisibili di Dio, ed anche nostri Custodi, avendo Dio affidato ciascun uomo ad uno di essi». Infatti, la parola “angelo”, dal greco aggeloV, significa “messaggero”, “ministro”, “ambasciatore”, “incaricato”, per il quale viene espresso il loro l’ufficio e non la loro natura. Infatti, spiega bene Sant’Agostino, come riporta il Catechismo della Chiesa Cattolica, che «la parola “angelo” designa l’ufficio, non la natura. Se si chiede il nome di questa natura, si risponde che è spirito; se si chiede l’ufficio, si risponde che è angelo: è spirito per quello che è, mentre per quello che compie è angelo» (n. 329).
Gli angeli sono dunque «puri spiriti buoni» distinti e separati da quelli «cattivi» chiamati “demoni”. Gli angeli svolgono un ruolo di glorificazione di Dio, cantando le sue lodi e servendolo secondo i suoi voleri nel mondo materiale e spirituale, e in special modo gli uomini. La Sacra Scrittura parla spesso di loro in riferimento a Dio, quali «potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola» (Sal 103,20), e in riferimento agli uomini: «Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede. Camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e draghi» (Sal 90,11-13).
Il Catechismo poi spiega che, in quanto creature spirituali, hanno intelligenza e volontà, e sono creature personali e immortali. La loro perfezione naturale è superiore a tutte le creature visibili a motivo del fulgore della loro gloria e potenza, come è narrato nel libro del profeta Daniele (10,9-12). Nella Sacra Scrittura è riportato il loro intervento lungo tutta la storia della salvezza. Principiando dall’Antico Testamento, il Catechismo della Chiesa Cattolica elenca brevemente questa loro azione provvidenziale quando «annunciano da lontano o da vicino questa salvezza e servono la realizzazione del disegno salvifico di Dio: chiudono il paradiso terrestre, proteggono Lot, salvano Agar e il suo bambino, trattengono la mano di Abramo, la Legge viene comunicata mediante il ministero degli angeli, essi guidano il popolo di Dio, annunziano nascite e vocazioni, assistono i profeti, per citare soltanto alcuni esempi. Infine, è l’angelo Gabriele che annunzia la nascita del Precursore e quella dello stesso Gesù» (n. 332).
Anche gli angeli, come tutte le cose, hanno il loro centro e la loro spiegazione in Cristo Gesù, «poiché – scrive san Paolo apostolo nella Lettera ai Colossesi 1,16 – per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: troni, dominazioni, principati e potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui». L’azione operosa dei santi angeli nella storia della salvezza continua nel Nuovo Testamento con maggior frequenza: spiega il Catechismo che «dall’incarnazione all’ascensione, la vita del Verbo incarnato è circondata dall’adorazione e dal servizio degli angeli. Quando Dio “introduce il Primogenito nel mondo, dice: lo adorino tutti gli angeli di Dio”
(Eb 1,6). Il loro canto di lode alla nascita di Cristo non ha cessato di risuonare nella lode della Chiesa: “Gloria a Dio...” (Lc 2,14). Essi proteggono l’infanzia di Gesù, servono Gesù nel deserto, lo confortano durante l’agonia, quando egli avrebbe potuto da loro essere salvato dalla mano dei nemici come un tempo Israele. Sono ancora gli angeli che evangelizzano la Buona Novella dell’incarnazione e della risurrezione di Cristo. Al ritorno di Cristo, che essi annunziano, saranno là, al servizio del suo giudizio» (n. 333).
Anche la liturgia della Chiesa loda la loro potente intercessione, unendosi alla loro voce per adorare il Dio tre volte Santo e celebrando la memoria di alcuni angeli particolari, quali sono i tre Arcangeli (San Michele, San Gabriele, San Raffaele) e gli Angeli custodi. Questi ultimi, cui siamo affidati, svolgono un ufficio particolare in nostro favore, e perciò stesso sono detti “custodi”. Spiega il padre Dragone, nel suo commento al Catechismo di San Pio X, che l’Angelo custode «è sempre al nostro fianco, continuamente c’illumina, ci suggerisce buone ispirazioni, buoni propositi, pii sentimenti, ci custodisce dai pericoli e dalle tentazioni, ci protegge anche contro i pericoli fisici. Soltanto in cielo comprenderemo di quanti aiuti e grazie siamo debitori al nostro Angelo custode, cui dovremo la nostra salvezza eterna». Per questo motivo la Chiesa si è preoccupata di definire gradualmente, nel corso del tempo, i doveri che noi possiamo e dobbiamo assolvere in ringraziamento della loro custodia, protezione, guida e illuminazione, verso le quali questi spiriti celesti indirizzano il loro impegno e lavoro diuturno.
Papa San Pio X scrive nel suo Catechismo che «verso gli angeli abbiamo il dovere della venerazione; e verso l’Angelo Custode abbiamo anche quello di essergli grati, di ascoltarne le ispirazioni e di non offenderne mai la presenza col peccato». Dunque, questi siano anche i nostri impegni in questo mese dedicato in modo speciale alla loro devozione: veneriamoli e invochiamoli spesso con la nostra preghiera, siamo loro grati e ascoltiamo le loro ispirazioni, astenendoci con tutte le forze da ogni sorta di peccato, affinché, sul loro esempio, anche la nostra vita possa essere un inno di gloria alla Santissima Trinità.