SPIRITUALITÀ
Le figure scritturistiche dello Spirito Santo
dal Numero 22 del 8 giugno 2025
di Claudia Del Valle
La colomba, il fuoco, il vento e l’acqua sono tra le immagini più significative con cui la Sacra Scrittura, per ragioni diverse, raffigura lo Spirito Santo. I Padri della Chiesa, i teologi e gli autori spirituali ne hanno dato diverse ed illuminanti spiegazioni.
La colomba La prima figura dello Spirito Santo è la colomba: essa appare nel Vangelo al momento del Battesimo di Gesù Cristo. Perché precisamente in forma di colomba? I Padri ne danno varie ragioni. La colomba è simbolo di pace: nel diluvio essa portò il ramo di olivo che e? segno di pace. È simbolo di semplicità: «Siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe» (Mt 10,16). Nel Cantico dei Cantici (cf 2,14; 5,2), la sposa è chiamata dallo Spirito Santo «Colomba mia».  San Tommaso aggiunge un’altra ragione: per significare i doni dello Spirito Santo che offrono una certa somiglianza con le proprietà della colomba. Lo stesso Dottore cita alcune parole di Sant’Agostino, il quale osserva che lo Spirito Santo si mostrò visibilmente in due maniere: per mezzo della colomba e per mezzo del fuoco. Con la colomba Iddio volle farci intendere che coloro i quali sono santificati dallo Spirito Santo non devono avere alcuna doppiezza, ma essere animati da semplicità; e mediante il fuoco questa semplicità non deve rimanere fredda e inattiva.  Nella letteratura rabbinica la colomba è considerata come il simbolo del popolo di Israele. A volte era ritenuta anche simbolo dello Spirito di Dio, quantunque questo non appaia con chiarezza.  Corroborando la ragione di questo simbolismo, Tertulliano dice: «La colomba deve alla sua semplicità l’essere stata eletta a tale onore».   Secondo San Giovanni Crisostomo, il simbolismo della colomba sarebbe fondato nel fatto che, oltre ad essere innocente, feconda, domestica e amica dell’uomo, essa riproduce mirabilmente, per le sue diverse qualità, la natura delle opere dello Spirito Santo nell’anima dei fedeli. E? certo che questa figura fu accettata religiosamente dalla Chiesa fin dal principio, e l’arte cristiana non ne ha immaginato altra per raffigurare lo Spirito Santo. Il fuoco e il vento Il fuoco e il vento, perché minimamente corporei e per la forza che sprigionano, sono simboli dello Spirito Santo e del divino: così nell’Antico come nel Nuovo Testamento. A Pentecoste, in particolare, il “forte” vento simboleggia l’infusione dello Spirito Santo, la purezza delle anime, l’abbondanza della vita della grazia, lo zelo ardente e risoluto e la forza irresistibile ch’Egli dava all’attività degli Apostoli. Esso veniva dal Cielo per mostrare donde vengono tutte le grazie. Venne improvvisamente per insegnarci che lo Spirito soffia quando vuole e dove vuole, e che noi dobbiamo essere continuamente pronti e non indugiare mai a riceverlo.  L’acqua Anche l’acqua è considerata un simbolo dello Spirito Santo. Ben lo spiega San Cirillo di Gerusalemme. «“Beviamo all’acqua viva che zampilla per la vita eterna” (Gv 4,14; 7,38). Il Salvatore “diceva questo infatti dello Spirito che dovevano ricevere coloro che avrebbero creduto in lui” (Gv 7,39). Sta’ attento infatti a ciò che egli dice: “Dal seno di chi crede in me” – e non si limitò ad affermare, ma citò anche il Vecchio Testamento – “come dice la Scrittura, scaturiranno torrenti di acqua viva” (Gv 7,38). Non torrenti nel senso materiale del termine, che irrigano solamente una terra che da spine e alberi, bensì torrenti che illuminano le anime. Altrove dice: “L’acqua che io gli darò, diverrà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4,14). Acqua di specie nuova, che vive, e zampilla; zampilla in verità su coloro che ne sono degni. E come mai chiamò la grazia dello Spirito con il nome di acqua? In effetti, l’acqua da consistenza a tutte le cose; essa è animatrice di vita animale e vegetale. L’acqua scende dal ciclo. Unica nell’aspetto, è molteplice nella virtù operativa. Una sola sorgente irriga tutto il giardino (cf Gn 2,10) e un’unica pioggia scende su tutto il mondo. Essa si trasforma in bianco giglio, in rossa rosa, purpurea nelle viole e nei giacinti, è differente e variopinta nelle diverse specie. È diversa nella palma e nella vite e in tutte le cose, pur restando unica ed uguale a se stessa. La pioggia non muta e scende in forme diverse; si adatta invece alla natura delle cose che la ricevono ed è per ciascuna quel che le conviene. Così è anche dello Spirito Santo. Pur essendo uno solo, unico e indivisibile nell’aspetto, conferisce nondimeno a ciascuno la grazia a seconda del suo desiderio».
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