Accanto al sacerdote, più vicina ancora dei cherubini, non è forse presente anche Maria Corredentrice? Il Magistero, la Sacra Scrittura, i Santi e la Teologia annuiscono. Le seguenti riflessioni, tratte da uno studio più ampio, vogliono introdurci in questo tema affascinante e aiutarci a prendere contatto con questa “presenza materna” spiritualmente tanto preziosa quanto discreta.
Quando si partecipa alla celebrazione della Santa Messa è importante sapere chi è presente all’altare insieme al sacerdote celebrante. San Giovanni Crisostomo afferma che «tutto lo spazio attorno all’altare è riempito dalle potenze celesti» e così si rivolge al sacerdote: «Pensa a fianco di chi tu ti poni, in compagnia di chi tu invochi Dio: in compagnia dei cherubini!». Ma a fianco del sacerdote, più vicina ancora dei cherubini, non è forse presente anche Maria Corredentrice? Il Magistero, la Sacra Scrittura, i Santi e la Teologia annuiscono.
Le seguenti riflessioni, tratte da uno studio più ampio, vogliono introdurci in questo tema affascinante e aiutarci a prendere contatto con questa “presenza materna” spiritualmente tanto preziosa quanto discreta.
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Se è vero che, come dice san Piergiuliano Eymard, l’Eucaristia, in sintesi, «è il memoriale di tutti i misteri» (1) di Cristo e di Maria, si può anche riflettere e rendersi facilmente conto che nella celebrazione della Santa Messa vengono richiamati e troviamo presenti realmente, sintetizzati, tutti i misteri della vita e della missione corredentiva di Maria, che fanno unità con questo divino “Memoriale” nel quale ci viene ripresentato, sull’altare, il mistero ineffabile del Sacrificio redentore del Calvario.
Con una frase ancora più precisa e significativa, san Piergiuliano Eymard dice che «tutti i misteri della vita di Maria rivivono nel Cenacolo» (2), ossia rivivono là dove si fa presente il Mistero eucaristico con la celebrazione della Santa Messa, con la Comunione eucaristica e con l’Adorazione eucaristica.
È necessario, per questo, partecipare alla celebrazione del Santo Sacrificio dell’altare stando uniti alla Madonna con l’adesione attenta della mente e del cuore, con la determinazione della volontà impegnata a percorrere il cammino di perfezione che, sotto la guida e l’assistenza materna di Lei, conduce, di progresso in progresso, verso l’unione d’amore con Cristo nella conformità alla sua Passione.
Dobbiamo sempre tener presente, in realtà, che in ogni celebrazione della Santa Messa la Madonna è presente in maniera davvero singolare. Al riguardo, il papa san Giovanni Paolo II afferma espressamente che «Maria è presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre Celebrazioni eucaristiche», per cui la Madonna e l’Eucaristia sono realmente unite inscindibilmente (o, potrebbe anche dirsi, geneticamente): «Anche per questo – continua il papa Giovanni Paolo II – il ricordo di Maria nella celebrazione eucaristica è unanime, sin dall’antichità, nelle Chiese dell’Oriente e dell’Occidente» (3).
Purificazione, illuminazione, oblazione, immolazione, fusione d’amore: sono questi i passaggi obbligati attraverso i quali l’anima, ben disposta e consapevole – anzitutto e soprattutto del sacerdote celebrante la Santa Messa –, ha la grazia di poter partecipare attivamente alla celebrazione del Santo Sacrificio eucaristico, penetrando amorosamente e dolorosamente nel mistero ineffabile di ciò che avvenne sul monte Calvario con la Crocifissione del Redentore e con la Trasfissione dell’anima della Corredentrice: è Mistero d’immenso amore-dolore che si rinnova e si consuma in ogni Santa Messa celebrata sui nostri altari; è mistero di grazia che si comunica anzitutto al sacerdote celebrante e poi ai fedeli ben disposti [...].
• L’inizio della Santa Messa, infatti, porta in sé l’esigenza della purificazione necessaria per la celebrazione del Santo Sacrificio: di qui, il tempo stabilito per l’esame di coscienza personale, con l’Atto di dolore, e con la richiesta di perdono e di pietà espressa dal triplice Kyrie eleison. Ma la purificazione è un richiamo netto al mistero della “Purissima”, dell’Immacolata Concezione, di Colei, cioè, che sta all’inizio di tutto il mistero dell’Incarnazione redentiva, essendo Ella la «piena di grazia» (Lc 1,26), arricchita di tutto «il tesoro di grazie – dice ancora san Piergiuliano Eymard – che doveva fare di Lei la corredentrice del genere umano, e associarla all’opera della nostra salvezza» (4).
• Con la Liturgia della Parola, subito dopo, abbiamo la grazia della illuminazione che ci viene dalla Parola di Dio contenuta nei Libri Sacri, che ci viene da quella Parola di Dio che Maria Santissima, la Madre del Verbo Incarnato, ascoltò e mise in pratica fedelmente (cf. Lc 11,28), e da cui si lasciava illuminare non solo per capire tutti gli eventi della vita di Gesù, ma anche per custodirli meditandoli nel suo cuore (cf. Lc 2,19.51), e per comunicarli quindi agli Evangelisti e agli Apostoli, dopo la Risurrezione di Gesù.
• All’Offertorio, c’è il richiamo diretto alla Presentazione e Oblazione di Gesù Bambino al Tempio (cf. Lc 2,22-38), con l’offerta vittimale fatta da Maria Santissima a cui il vegliardo Simeone svela la profezia riguardante il Figlio “contraddetto” (cf. Lc 2,34) e riguardante Lei, a cui toccherà la “spada che le trapasserà l’anima” (Lc 2,35) quale Madre Corredentrice, perché Ella ha il compito di condividere, con la sua personale oblazione, l’intera Missione salvifica della Redenzione universale operata dal Figlio Redentore.
• Alla Consacrazione, poi, c’è il richiamo evidente allo «Stabat Mater» di Maria Addolorata presente ai piedi della Croce, sul Calvario, là dove Ella, unita totalmente al Figlio Redentore Crocifisso, porta a compimento la Missione salvifica di Corredentrice universale. Qui la sua anima concrocifissa è trapassata dalla «spada» della morte del Figlio immolato per la redenzione dell’intero uni-verso sommerso dai peccati degli angeli e degli uomini. Qui le sue lacrime di Madre Corredentrice si trovano mescolate con il Sangue divino del Figlio Crocifisso nel Calice della Celebrazione sacrificale.
• Alla Comunione, infine, c’è il richiamo diretto e suggestivo al Cenacolo di Gerusalemme (a quel luogo dove san Luca ha fissato per noi il ricordo ultimo e suggestivo della Madonna al centro della Chiesa: cf. At 1,14), a quel luogo, cioè, dove Gesù istituì appunto il sacramento dell’Eucaristia, lasciando all’umanità il “dono dei doni”, ossia tutto se stesso Ostia immolata, per restare con noi «tutti i giorni fino alla fine dei secoli» (Mt 28,20) e per donarsi a ciascuno di noi come nutrimento d’amore vitale, il più intimo, spinto fino alla “fusione” d’amore divino: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui» (Gv 6,57).
Quale “presenza”?
«La presenza di Maria nella liturgia eucaristica – scrive il Crocetti – è una realtà di fatto; il ricordo di Lei nella venerazione si colloca nella parte centrale della celebrazione, nel giorno del Signore e lungo tutto l’arco dell’Anno liturgico. Non si tratta, aggiungiamo, di una mera evocazione, di un semplice ricorso soggettivo. Nella celebrazione Maria deve essere – in qualche modo – presente e operante, e questa presenza viene sperimentata dal popolo cristiano» (5).
A questo punto, l’Autore, giustamente, mette subito in guardia dal rischio di attribuire a Maria una “presenza” sacramentale, che invece spetta soltanto a Cristo, ossia a «colui che si rende sacramentalmente presente nel pane e vino consacrati» (6).
Riferisce, tuttavia, una serie di valide ragioni a sostegno della “presenza” della Madonna nella Santa Messa: «Ciò è dovuto – scrive –:
- alla sua dignità di Madre di Dio;
- alla sovrabbondanza di grazia che, in ragione di tale maternità, ha ricevuto fin dal primo istante della sua esistenza;
- alla sua piena risposta nella fede e nella donazione a Cristo e alla Chiesa;
- al fatto che è stata assunta alla gloria celeste in anima e corpo ed è partecipe, col Risorto, di tutte quelle qualità che superano i limiti di tempo e di spazio;
- [al] preciso progetto di Dio su di Lei, che la vuole intimamente unita al suo divin Figlio e alla Chiesa».
Queste ragioni della “presenza” di Maria Santissima durante la celebrazione della Santa Messa sui nostri altari, non possono certamente valere per affermare un tipo di “presenza” della Madonna che sia del tutto generica, in senso soltanto morale, una “presenza”, cioè, non personale, ma ideale, “in distans”, indiretta, che non entra, di fatto, nell’area concreta della celebrazione del Santo Sacrificio sui nostri altari.
Ad una “presenza” della Madonna così larvata e lontana basterebbe subito opporre le esperienze mistiche dei santi – come quella di santa Veronica Giuliani – nelle quali invece si avverte e si coglie la presenza personale reale e attiva della Madonna presso l’altare, con la concretezza di gesti reali, santi e significativi: durante la Celebrazione eucaristica, infatti, la Madonna sta presso l’altare, contempla l’Ostia consacrata, fissa gli occhi sul Santissimo Sacramento, compie atti di adorazione... La configurazione della “presenza” della Madonna, in effetti, durante la celebrazione della Messa comporta una valutazione in positivo che fa qualificare la “presenza” personale della Madonna come “reale e attiva”, pur nella sua dimensione del tutto mistica.
“Stava presso la croce di Gesù sua Madre”
Ancora, a conferma di una personale “presenza” reale-mistica della Madonna ad ogni altare su cui si celebra la Messa, dovrebbe bastare il fatto che nella Santa Messa si ha la rinnovazione vera, reale, dello stesso Sacrificio del Calvario – sia pure nella forma incruenta, sotto le Specie sacramentali –, con gli stessi personaggi-protagonisti del Sacrificio redentivo, che sono appunto il Figlio Redentore e la Madre «Corredentrice del genere umano accanto al suo Figlio», come dice espressamente il papa Giovanni Paolo II (7).
Su ogni altare dove si celebrala Santa Messa, in realtà, si ha sempre la rinnovazione del Sacrificio della Croce come avvenuto sul Calvario “in facto esse”; ossia, sull’altare avviene ciò che è avvenuto sul Calvario, avviene lo stesso evento del Calvario, ed è precisamente in quell’evento sul Calvario che c’è Gesù Vittima inchiodato sulla Croce, e la sua Mamma con l’anima “trapassata dalla spada”, ai piedi della Croce: ambedue uniti nell’offerta di quell’unico Sacrificio redentore che si rinnova sull’altare. Chi potrà mai separarli?
Con estrema chiarezza e sicurezza, sulla “presenza” della Madonna presso l’altare della Celebrazione eucaristica, il papa Giovanni Paolo II ha detto: «Maria è presente nel memoriale – l’azione liturgica – perché fu presente nell’evento salvifico [...]; [Maria] è presso ogni altare, dove si celebra il memoriale della Passione-Risurrezione, perché fu presente, aderendo con tutto il suo essere al disegno del Padre, al fatto storico-salvifico della morte di Cristo» (8).
Ancora più espressivo e luminoso, al riguardo, si presenta l’altro insegnamento del papa Giovanni Paolo II, quando afferma che «ogni Messa ci pone in comunione intima con Lei, la Madre, il cui sacrificio “ritorna presente”, come “ritorna presente” il sacrificio del Figlio alle parole della Consacrazione del pane e del vino pronunciate dal sacerdote» (9).
In questi testi, il papa Giovanni Paolo II si esprime con grande libertà sulla “presenza” di Maria all’altare della Celebrazione, e sembra voglia quasi dire che non comporta nessuna difficoltà guardare la Madonna “presente” all’altare come persona viva e attiva, accanto al Figlio, pur nella sua misterica realtà. [...].
Partecipare alla Santa Messa con la Madonna, dunque, vivere la Santa Messa con la Madonna, ossia, imparare a condividere anche noi le pene del Redentore Crocifisso come la Corredentrice concrocifissa con Lui, imparare a stare ai piedi di Gesù Crocifisso con la Madonna sul Calvario: tutto questo è concesso a noi di avere durante la celebrazione della Santa Messa, nella quale si rinnova realmente-misticamente lo stesso Santo Sacrificio della Croce, con i due Protagonisti presenti sull’altare: Gesù e Maria, il Redentore e la Corredentrice.
Se la divina Madre Maria – afferma il card. Bea – sul Calvario, ai piedi della Croce, portò a compimento la sua «sublime missione di Corredentrice del genere umano posta al fianco del suo Figlio Redentore» (10), chi potrebbe opporsi dicendo che durante la rinnovazione del Santo Sacrificio della Croce, nella celebrazione della Santa Messa, «Maria, la Corredentrice – continua il card. Bea –, non dovrebbe di nuovo stare al fianco del Figlio cooperando con Lui anche nell’applicazione della grazia della Redenzione? Non dovrebbe Ella esercitare in modo del tutto particolare il suo ufficio di mediatrice di grazia in questa rinnovazione del Sacrificio del Calvario?» (11).
Tutto concorre ad evidenza, quindi, a sostenere che la “presenza” personale della Madonna all’altare, durante la celebrazione della Santa Messa, è presenza reale-mistica che fa unità, in subordine, con la persona del Figlio Redentore nella rinnovazione del Santo Sacrificio del Calvario che avviene alla consacrazione del pane e del vino transustanziati nel Corpo e Sangue di Gesù Vittima divina redentrice.
Sull’altare, infatti, alle parole della Consacrazione, Gesù si fa presente realmente-sacramentalmente, «ad modum substantiae», nell’Ostia e nel Calice consacrati, che configurano Gesù, divina Vittima Crocifissa; la divina Madre, invece, si fa presente realmente-misticamente all’altare, ai piedi del Figlio Crocifisso, libera da ogni condizionamento o limite di tempo e di spazio. Non aveva forse ragione san Pio da Pietrelcina quando, a chi gli chiedeva se la Madonna era presente alla sua celebrazione della Messa, rispondeva: «E non la vedete la Madonna all’altare durante la Messa?» (12).
Note
1) San Piergiuliano Eymard, La Madonna del Santissimo Sacramento. Meditazioni per il mese di maggio, Libreria Opere Eucaristiche, Torino 1949, p. 13.
2) Ivi, p. 7.
3) Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia, n. 57.
4) San Piergiuliano Eymard, La Madonna del Santissimo Sacramento. Meditazioni per il mese di maggio, p. 17.
5) G. Crocetti, Maria e l’Eucaristia nella Chiesa, Bologna 2001, p. 171.
6) Ibidem.
7) Giovanni Paolo II, Insegnamenti, XIII/1 (1990) 743.
8) Pensiero del papa Giovanni Paolo II riportato su Notitiae, 20 (1984) 173-174.
9) Giovanni Paolo II, La vita verginale e materna di Maria è alla radice dell’Eucaristia, in Insegnamenti, XIII/1 (1990), p. 1447.
10) A. Bea, “Erant perseverantes... cum Maria Matre Jesu... in communicatione fractionis panis” (Atti 1,14; 2,42), in Alma Socia Christi, Romae 1950, vol. VI, fasc. I, p. 36.
11) Ivi, p. 33.
12) Riportato in S. M. Manelli, FI, Il Voto Mariano, Casa Mariana Editrice, Frigento 2008, p. 222.
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Chi volesse approfondire l’affascinante tema può leggere lo studio integrale, di cui il testo sopra è un breve estratto, dal titolo: Maria Corredentice all’Altare del Santo Sacrificio, pubblicato in Immaculata Mediatrix, 2 (2010), pp. 161-198.
L’Autore tratta con grande maestria del difficile ed importante tema della presenza di Maria nella Santa Messa. Dopo aver riportato testi autorevoli di Padri della Chiesa e di santi, che testimoniano senza alcun dubbio il fatto, egli cerca di definire teologicamente il modo di questa presenza. Questa è attiva, attuale, personale, reale e mistica. Attiva perché la Santa Vergine ripete gli atti di adorazione e di offerta che fece sul Calvario; attuale perché non è solo virtuale, per un certo influsso morale esercitato a distanza; personale perché in qualche modo la sua presenza “occupa” lo spazio celebrativo; reale perché non è solo un nostro modo d’intendere; mistica perché è invisibile, e la si riconosce solo con gli occhi della fede, se non si è dotati di qualche carisma soprannaturale, come lo furono alcuni santi. Tra gli autori che maggiormente hanno parlato di questo mistero spicca il grande san Bonaventura, mentre a san Giovanni Paolo II spetta il merito di averlo insegnato ripetutamente nel suo magistero ordinario.
Se desideri richiederlo, contatta Casa Mariana Editrice: 0825 444 415 | 377 397 72 67