Proponiamo ora una radiografia della “mente massonica”, per capire come ragiona e quanto sia distante dal pensare cattolico. Bandita dal suo orizzonte ogni prospettiva soprannaturale, tutto si riduce al trionfo del naturalismo.
Le sorgenti del pensiero massonico possono raggrupparsi nelle cinque seguenti correnti di pensiero: naturalismo, umanesimo, illuminismo e razionalismo, che trovano come comune denominatore lo gnosticismo. Poi vedremo in che senso la Gnosi costituisce l’errore più profondo anche della Massoneria.
La dottrina massonica
Questi sistemi contengono un’indebita ed esagerata esaltazione dei valori puramente umani e naturali. Per conseguenza, almeno implicitamente, essi rinnegano l’ordine soprannaturale e tutte le verità che vi sono connesse: la Rivelazione divina, la fede, la grazia, ecc...
Viene negata, in pratica, l’esistenza di una verità assoluta. La ragione umana – dicono i massoni – può conoscere ogni verità solo con le sue forze, ma spesso essa s’inganna e crede vera una cosa che poi sarà dimostrata falsa. Ed allora, con una conclusione che illegittimamente va al di là delle premesse particolari, si generalizza affermando che nulla può dirsi definitivamente vero e certo, neppure la Rivelazione divina, quando eventualmente la si volesse accettare.
D’altra parte, chi professa il naturalismo ritiene che la ragione umana sia dotata di tanta forza e di tanta luce, da essere in grado di capire da sola ogni cosa. Non può ammettere, perciò, l’esistenza dei misteri della Fede o dogmi, e tantomeno può rassegnarsi ad accettarli con l’umiltà illuminata del credente.
Tali sistemi naturalistici professano un ottimismo illimitato nelle doti e nella bontà della natura umana: il peccato originale e le sue conseguenze sono considerate fantasie; tutta l’attività umana viene racchiusa nella vita presente, in cui l’uomo sarebbe reso fine a se stesso ed esortato ad un’utopistica dedizione disinteressata al perfezionamento proprio e dell’umanità.
La ragione è considerata autosufficiente; l’uomo è buono e non deve essere angustiato dall’idea di peccato, di colpa e di sanzioni ultraterrene.
Ne deriva che la morale deve essere assolutamente autonoma: l’uomo è anche legge a se stesso; deve rendere conto solo alla sua coscienza. Solo nella sua coscienza deve fondare il criterio del bene e del male.
E così tutto si finalizza nel trionfo della libertà: libertà di pensiero, di coscienza, di azione, d’indagine.
Ed ecco le conseguenze che questi principi comportano nel campo religioso.
1) L’assoluta libertà di coscienza: la pretesa libertà morale di credere o meno in Dio, di concepirlo in un modo o in un altro, di accettare o meno la Rivelazione e il Magistero della Chiesa. L’unico imperativo sarebbe quello di obbedire alla propria ragione. L’autentico Cattolicesimo, che ovviamente rifiuta questa assoluta libertà di coscienza, viene definito dai massoni: «Il più feroce nemico di quest’unico tesoro di cui si è dotato l’uomo!» (1).
2) Rifiuto della valenza soprannaturale della religione: nella dottrina massonica, nella migliore delle ipotesi, trova posto solo una certa religiosità naturale, cioè l’adesione ad alcune verità che l’uomo riesce a conoscere esclusivamente con la ragione. Per i seguaci del naturalismo non è concepibile una religione soprannaturale, con verità comunicate da Dio per rivelazione, con obblighi ben precisi imposti dall’autorità del Creatore o di chi ne ha ricevuto da Lui il mandato. Nulla quindi di oggettivo, ma solo una religiosità vaga e soggettiva, che ognuno può definire e determinare a modo suo. Negli scritti massonici si dice continuamente che i dogmi sono solo superstizione, oscurantismo e assurdità (2).
3) Relativismo religioso: nessuna religione può accampare il diritto di essere la vera. Tutte sarebbero ugualmente buone ed ugualmente false, in quanto nessuna sarebbe definitiva. A tal proposito si pone una questione importante. Ovvero se la Massoneria abbia una vera e propria dottrina o proponga solo un metodo, che sarebbe appunto quello del relativismo. In realtà, si tratta di una questione che ha poco senso, perché già il relativismo costituisce una dottrina e una ben precisa visione delle cose.
4) Promozione di una nuova religione universale: l’ultima parola spetta alla scienza, che andrebbe demolendo uno dopo l’altro i dogmi e gli errori delle religioni, e andrebbe preparando il terreno ad una religione universale, la religione degli spiriti superiori veramente liberi, al cui avvento la Massoneria si gloria di collaborare sbarazzando il terreno con la lotta contro la superstizione e l’errore. Termini, questi ultimi, con cui gli scritti massonici indicano la Chiesa Cattolica.
Cosa la Massoneria pensa di Dio e della vita ultraterrena?
Ufficialmente la Massoneria non è atea. Piuttosto la divinità va identificata con l’appellativo di Grande Architetto dell’universo (G.A.D.U.). Si tratta di una concezione deistica, secondo cui Dio è sì creatore di tutto, ma completamente disinteressato delle sorti della sua creazione e quindi anche dell’uomo. Ovviamente una tale concezione può portare all’ateismo; ecco perché alcuni riti massonici sono dichiaratamente atei.
La vita ultraterrena è concepita in maniera molto vaga ed è detta Oriente eterno. Morire, quindi, è passare all’Oriente eterno. Su questo punto ritorneremo in seguito.
Cosa la Massoneria pensa di Gesù?
Gesù è considerato solo come simbolo di un umanitarismo filantropico che troverebbe il perfetto compimento nella fraternità massonica; il prototipo dell’uomo martire del libero pensiero, della libertà di coscienza, e quindi soprattutto vittima della “tirannia sacerdotale”.
È una demolizione completa del Cristo storico. Ma non solo: anche del suo Corpo mistico, perché Gli si nega l’intenzione di aver voluto fondare la Chiesa o almeno l’organizzazione essenziale di essa in quanto visibile e gerarchica. La Chiesa è accusata di aver operato, divinizzando Cristo, una stolta deformazione, allo scopo di servirsene per i propri interessi.
Cosa pensa la Massoneria della Chiesa Cattolica?
La Massoneria si proclama anticlericale ma non anti-ecclesiastica, ciò significa che essa auspica una Chiesa senza gerarchia, senza sacerdozio, senza una regola fissa di fede, senza fermezza nel difendere il Deposito della Rivelazione, senza la doverosa intransigenza verso l’errore, senza i poteri ricevuti da Cristo per legiferare, insegnare, giudicare e condannare.
La Chiesa che la Massoneria sogna (e sarebbe disposta a tollerare) è una Chiesa dove praticamente ognuno sia lasciato più o meno libero di credere e di fare ciò che vuole, senza vera autorità, senza Sacramenti.
La Massoneria si considera erede di quelle sette, di quei ribelli, di quei movimenti che da secoli lottano contro la Chiesa. Perciò li celebra e li commemora. Si pensi ai Catari, a Giordano Bruno e a tanti altri. E si preoccupa di convincere i suoi affiliati del fatto che la Chiesa Cattolica avrebbe tradito il messaggio di Cristo.
La Massoneria sente il dovere di ribellarsi alla Chiesa e nello stesso tempo di riformarla dall’interno, attirando i migliori del clero e del laicato all’adesione alle sue dottrine.
Note
1) Citato in A. Pontevia, Cattolicesimo e Massoneria, Roma 1948, p. 72.
2) Cf. G. Caprile, SJ, Massoni e Massoneria, Messina 2001, p. 22.
Punti per l’approfondimento
Il 26 novembre 1983 la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicava una dichiarazione ufficiale sulle associazioni massoniche (cf. AAS LXXVI [1984] 300) in cui ribadiva l’inconciliabilità tra Fede cristiana e Massoneria, seguito a poco più di un anno di distanza da una riflessione che ne illustrava brevemente il significato. Di seguito, alcuni punti chiave estratti da tale documento, ancora validi e sempre attuali.
• Lo studio più approfondito ha condotto la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede a confermarsi nella convinzione dell’inconciliabilità di fondo fra i principi della Massoneria e quelli della Fede cristiana.
• A proposito dell’affermazione sull’inconciliabilità dei principi si va ora da qualche parte obiettando che essenziale della Massoneria sarebbe proprio il fatto di non imporre alcun «principio», nel senso di una posizione filosofica o religiosa che sia vincolante per tutti i suoi aderenti, ma piuttosto di raccogliere insieme, al di là dei confini delle diverse religioni e visioni del mondo, uomini di buona volontà sulla base di valori umanistici comprensibili e accettabili da tutti.
• Anche se si afferma che il relativismo non viene assunto come dogma, tuttavia si propone di fatto una concezione simbolica relativistica, e pertanto il valore relativizzante di una tale comunità morale-rituale lungi dal poter essere eliminato, risulta al contrario determinante.
• In tale contesto, le diverse comunità religiose, cui appartengono i singoli membri delle Logge, non possono essere considerate se non come semplici istituzionalizzazioni di una verità più ampia e inafferrabile. Il valore di queste istituzionalizzazioni appare, quindi, inevitabilmente relativo, rispetto a questa verità più ampia, la quale si manifesta invece piuttosto nella comunità della buona volontà, cioè nella fraternità massonica.
• Per un cristiano cattolico, tuttavia, non è possibile vivere la sua relazione con Dio in una duplice modalità, scindendola cioè in una forma umanitaria-sovraconfessionale e in una forma interna-cristiana. Egli non può coltivare relazioni di due specie con Dio, né esprimere il suo rapporto con il Creatore attraverso forme simboliche di due specie.
• Anche quando non vi fosse un’obbligazione esplicita di professare il relativismo come dottrina, tuttavia la forza relativizzante di una tale fraternità, per la sua stessa logica intrinseca, ha in sé la capacità di trasformare la struttura dell’atto di fede in modo così radicale da non essere accettabile da parte di un cristiano, «al quale cara è la sua fede» (Leone XIII).
• Questo stravolgimento nella struttura fondamentale dell’atto di fede si compie, per lo più, in modo morbido e senza essere avvertito: la salda adesione alla verità di Dio, rivelata nella Chiesa, diviene semplice appartenenza a un’istituzione, considerata come una forma espressiva particolare accanto ad altre forme espressive, più o meno altrettanto possibili e valide, dell’orientarsi dell’uomo all’eterno.
• La tentazione ad andare in questa direzione è oggi tanto più forte, in quanto essa corrisponde pienamente a certe convinzioni prevalenti nella mentalità contemporanea. L’opinione che la verità non possa essere conosciuta è caratteristica tipica della nostra epoca e, nello stesso tempo, elemento essenziale della sua crisi generale.
• Proprio considerando tutti questi elementi la Dichiarazione della Sacra Congregazione afferma che la Iscrizione alle associazioni massoniche «rimane proibita dalla Chiesa» e i fedeli che vi si iscrivono «sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione».
Con questa ultima espressione, la Sacra Congregazione, precisando che gli aderenti a una associazione massonica non possono accedere alla Santa Comunione, vuole illuminare la coscienza dei fedeli su di una grave conseguenza che essi devono trarre dalla loro adesione a una loggia massonica.
cf. http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19850223_declaration-masonic_articolo_it.html