SPIRITUALITÀ
La Stella che ci guida a Gesù e l’insegnamento offertoci dai Re Magi
dal Numero 1 del 1 gennaio 2023
di Padre Nazzareno M. Antonelli

Il mistero dell’Epifania ci insegna a relazionarci con la Santissima Trinità, a praticare in grado sommo le tre virtù teologali per adorare e amare l’unico vero Dio. Scopriamo con i Re Magi chi sono i veri adoratori del Signore perché possiamo essere annoverati tra costoro. 

Seguendo l’esempio dei Magi vogliamo metterci spiritualmente in cammino per seguire la Stella e trovare Gesù Bambino e la Vergine Maria. Il Vangelo di san Matteo così narra questa vicenda: «Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra» (Mt 2,9-11).


La Stella: la luce della fede
Una prima riflessione la vorrei dedicare alla Stella. I Magi possono trovare Gesù, il Re dei re, unicamente attraverso una rivelazione soprannaturale. Tutti noi sappiamo che la Stella non era una stella naturale ma un vero miracolo di Dio. È Dio Padre che ci porta al Figlio, difatti Gesù una volta disse: «Nessuno può venire a me se il Padre non lo attira» (Gv 6,44). E altrove: «Nessuno conosce il Figlio se non il Padre» (Mt 11,27). Inoltre, san Paolo dice che «nessuno può dire “Gesù è il Signore”, se non per mezzo dello Spirito» (1Cor 12,3). Tutti questi passi della Sacra Scrittura ci dimostrano che i Magi furono attratti e guidati da Dio. Essi trovarono Gesù grazie all’intervento soprannaturale di Dio. 
Dunque, la Stella che videro con gli occhi del corpo simboleggiava il lume interiore della fede soprannaturale che Dio aveva donato loro: è questa fede, questo dono di Dio che guidò i Magi, che li convinse a seguire la Stella prodigiosa e che fece credere loro che il bambino in braccio alla Madonna era il Figlio di Dio divenuto uomo. 
La Madonna: Stella e Madre della nostra conversione
Sant’Agostino descrive così quest’evento: «Non fu notte la Vergine Maria, ché anzi fu in certo modo la Stella della notte. Perciò ad indicare il suo parto fu una stella la quale condusse la remota notte, ossia i Magi dell’Oriente, ad adorare la Luce; e così anche per questi si adempì il detto secondo il quale dalle tenebre risplendette la Luce». Grazie al santo vescovo d’Ippona ricaviamo un’altra interpretazione concernente la Stella: la Vergine Maria è la Stella che guida verso la vera fede coloro che vivono nella notte dell’incredulità.
San Beda il Venerabile sottolinea ed esplicita un altro dettaglio di questo episodio: «Entrarono nella casa e trovarono il bambino con Maria sua madre. Ossia, entrando nella Chiesa per mezzo della fede, trovarono Cristo con la Chiesa primitiva, che si convertì alla fede in Lui uscendo dal popolo d’Israele. E inginocchiati lo adorarono. Non lo avrebbero mai adorato se non lo avessero creduto il Signore. Il cammino dei popoli credenti era infatti di tipo mistico, e l’adorazione era basata sulla vera fede e sulla pura testimonianza». Infine, Rabano Mauro (IX secolo d.C.) completa e arricchisce il commento di san Beda: «Entrano [i Magi] inoltre nella casa in cui si trova Cristo, cioè arrivano alla Chiesa Cattolica. Entrando in essa attraverso il Battesimo e la vera fede, trovarono Cristo con la Madre sua, ossia con la Santa Chiesa che, rimanendo vergine, ogni giorno genera figli a Dio Padre».


La fede
Cari Lettori, «senza fede, è impossibile piacere a Dio. Chi vuole avvicinarsi a Dio, deve credere che Dio esiste e che ricompensa quelli che sinceramente lo cercano» (Eb 11,6), scrive san Paolo. I Magi credevano in Dio, lo cercavano sinceramente, lo amavano, e Dio – tramite la mediazione della Madonna – li ha guidati fino a Gesù Bambino e ha permesso loro di adorare il vero Dio.


La speranza
Su questa grande fede era fondata anche la speranza incrollabile dei Magi di trovare e dunque di vedere il Re dei re, il Re del Cielo fattosi uomo e nato in terra. Difatti san Paolo scrive che «la fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono» (Eb 11,1). Fu questa speranza certa che diede ai Magi la forza di intraprendere un lungo e misterioso viaggio, come pure di affrontare tutte le difficoltà inerenti al viaggio senza scoraggiarsi mai e così perseverare nel loro intento: «Se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza» (Rm 8,25). Noi cristiani dobbiamo sperare molto di più dei Magi di giungere alla salvezza eterna, a possedere Dio eternamente, se, lungo il nostro viaggio terreno, persevereremo nella ricerca sempre più perfetta di Gesù e della Madonna: già li possediamo, già crediamo in Loro, ma dobbiamo ancora molto purificare e perfezionare la nostra fede, la nostra speranza e la nostra carità.


La carità
Giungiamo così al secondo punto di riflessione che vorrei affrontare. Non basta credere, ma occorre anche operare, ovvero dobbiamo conformare la nostra vita, il nostro agire secondo la nostra fede, proprio come scrive san Giacomo apostolo, cugino del Signore: «Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? [...] La fede: se non ha le opere, è morta in se stessa [...]. Tu credi che c’è un Dio solo? Fai bene; anche i demoni lo credono e tremano! [...] O insensato, la fede senza le opere è senza calore [...]. Vedete che l’uomo viene giustificato in base alle opere e non soltanto in base alla fede [...]. Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta» (Gc 2,14-15.17.27). San Paolo ribadisce lo stesso concetto: «In Cristo ciò che conta non è la circoncisione o la non circoncisione, ma solo la fede che opera per mezzo della carità» (Gal 5,6). Vi invito poi a rileggere tutto il capitolo 13 della prima lettera ai Corinzi di san Paolo, il quale conclude così: «Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!» (1Cor 13,13). Lo stesso Gesù ci ha detto: «Chi conosce e osserva i miei comandamenti, costui mi ama» (Gv 14,21). Come pure disse: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7,21). Per cui insieme alla fede occorrono opere sante che siano conformi alla nostra fede.


Adorazione
I Magi amavano sinceramente Dio e, riconoscendo il Figlio di Dio nel bambino che la Madonna teneva in braccio «si prostrarono e lo adorarono» (Mt 2,11). Adorare l’unico e vero Dio è il compito primario di ogni uomo. L’adorazione è un atto principale della virtù di religione in quanto è direttamente collegata alla devozione. Solo Dio deve essere adorato. A tal riguardo è per noi molto istruttivo riflettere sull’ultimo dei tre attacchi che il diavolo rivolse a Gesù nel deserto e come Gesù reagì: «Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: “Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai”. Ma Gesù gli rispose: “Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto”» (Mt 4,8-10). 
“Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto!”. Cari Lettori, ognuno di noi deve esaminare sinceramente la propria coscienza per capire se sta adempiendo oppure no questo comando del Signore. Ovvero se adora il vero Dio o se adora degli idoli. Idoli che potrebbero essere ad esempio falsi dèi, il nostro io, la nostra carriera lavorativa, il successo, il sesso, lo sport, l’alcool, lo Stato, ecc. 
Gesù disse alla samaritana: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità» (Gv 4,21-24).
Cosa significa questo? Significa che per adorare Dio dobbiamo avere un cuore puro. Dobbiamo essere ricolmi della grazia santificante, la quale è un dono di Dio. Dobbiamo osservare i Comandamenti di Dio, e i primi tre Comandamenti ci dicono di avere Dio come unico Dio, di non servire altri dèi, di non bestemmiare Dio, di amarlo al di sopra di tutto e con tutte le nostre forze. Infine, ci dicono di santificare le feste con il riposo e con il tributare il giusto culto al vero Dio.
Dobbiamo anche evitare di cadere nello spiritualismo, come fanno i protestanti e tante altre sette. Gesù non intende dire che Dio va adorato unicamente con il nostro spirito, ma primariamente con il nostro spirito e poi anche con il corpo, proprio come hanno fatto i Magi che si sono inginocchiati davanti a Gesù e gli hanno offerto i loro doni.


Oro, incenso e mirra
Siamo quindi giunti al terzo punto della nostra riflessione: per adorare nel modo più perfetto Dio dobbiamo offrirgli anche dei doni. I Magi adorano Gesù Bambino e gli offrono oro, incenso e mirra. Come ben sapete gli offrono l’oro in onore della sua Regalità; l’incenso in onore della sua Divinità; la mirra, che a quei tempi veniva usata per la mummificazione, in onore del suo Sacrificio e della sua Morte.
Cari fratelli, è cosa lodevole onorare Gesù anche ai nostri tempi con questi tre doni materiali, ma ancor di più dobbiamo onorare Gesù anzitutto adorandolo, poi offrendogli l’oro della nostra carità. Come l’oro è il metallo più prezioso così i nostri atti di carità sono l’offerta più preziosa che possiamo donare a Gesù. È Dio stesso che infonde la carità nei nostri cuori e, se ne facciamo buon uso, Dio l’aumenta sempre più. Per cui dobbiamo conservare i nostri cuori puri e offrirli interamente a Gesù.
Dobbiamo inoltre onorare Gesù con l’incenso delle nostre preghiere. Spesso nella Sacra Scrittura la preghiera è simboleggiata dall’incenso: «La mia preghiera salga a te, o Dio, come incenso» (Sal 140,2), così prega il salmista. 
Tutti gli uomini devono pregare Dio. Gesù ci ha dato l’esempio e ci ha comandato di «pregare sempre» (Lc 18,1). Ognuno di noi si esamini circa la preghiera: prego durante la giornata? È sufficiente la preghiera che faccio? Prego solo quando ho qualche necessità? Quando prego sono distratto oppure entro veramente in comunione con Dio? Sant’Alfonso afferma che «chi prega si salva, chi non prega si danna». Per cui impegniamoci a pregare tanto e bene. Ma che cosa dobbiamo chiedere prima di tutto nella preghiera? “Sia fatta la tua volontà! Si compia in me, o Dio, la tua volontà!”.
Infine offriamo a Gesù la mirra dei nostri sacrifici e sofferenze. Offriamogli soprattutto la nostra compassione, meditando spesso quanto Gesù ha sofferto per noi dal suo concepimento fino alla sua morte in Croce. Soffriamo per Lui, con Lui e in Lui. Se faremo tutto ciò allora la nostra adorazione sarà perfetta, come perfetta sarà la nostra vita terrena, alla fine della quale il buon Dio ci donerà la Vita eterna.
Adorare Gesù presente nei tabernacoli
Cari Lettori anche noi oggi possiamo adorare Gesù: il suo Corpo, il suo Sangue, la sua Anima e la sua Divinità sono realmente – anche se sacramentalmente – presenti nel Sacramento dell’altare. Quel Gesù Bambino che trovarono i Magi nella casa è lo stesso che troviamo nei nostri tabernacoli. Andiamo dunque davanti ai tabernacoli dove si conserva l’Eucaristia e, giunti lì, inginocchiamoci, adoriamo Gesù, amiamolo, glorifichiamolo, preghiamolo e chiediamogli tutte le grazie di cui abbiamo bisogno.
Ringraziamo infine la Madonna. È Lei che ci ha donato Gesù, è Lei che ha offerto Gesù all’adorazione dei Magi, è Lei la Stella che ci conduce a Gesù e che ci unisce a Gesù. Non solo ci unisce spiritualmente a Gesù, ma ci conduce anche dinnanzi ai tabernacoli dove Gesù è presente nell’Eucaristia, e una volta che ci ha condotto ai piedi di Gesù, ce lo presenta affinché noi possiamo adorarlo. Gesù è voluto venire a noi tramite la Madonna e vuole che noi giungiamo a Lui unicamente tramite la Madonna. Per il dono del Battesimo noi siamo tutti figli di Dio, fratelli di Gesù e dunque anche figli della Vergine Maria. Gesù ci ha rivelato proprio questo, poco prima di morire, quando disse: «“Donna! Ecco tuo figlio”. Poi volgendosi al discepolo: “Ecco tua Madre!”» (Gv 19,26-27). Dunque, solo grazie alla Madonna potremo tutti ritrovarci uniti perfettamente a Gesù. 


La strada nuova
Il racconto della visita dei Magi si conclude con una frase molto significativa: «Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese» (Mt 2,12). Storicamente sappiamo che cambiarono strada perché avvisati in sogno di non ritornare da Erode. Ma questo evento nasconde un profondo insegnamento spirituale: dopo aver incontrato Gesù e la Madonna, dopo esserci convertiti alla vera fede, dobbiamo cambiare strada, ovvero dobbiamo abbandonare la via del peccato, la via praticata dai nemici di Dio, via che conduce a Erode, il re terreno omicida, il quale per noi simboleggia il diavolo – colui che Gesù ha definito «principe di questo mondo» (Gv 12,31) e «omicida fin da principio» (Gv 8,44) – per incamminarci sulla via della santità, degli amici di Dio. Di questa via e di coloro che la battono il salmista dice: «Beato chi è immacolato nella sua via e cammina nella legge del Signore» (Sal 119,1). Questa sia anche la nostra via, poiché solo questa ci condurrà infallibilmente in Paradiso.


Conclusione
Ecco quanti insegnamenti utili per la nostra vita spirituale possiamo ricavare dalla vicenda dei Magi. Loro erano tre e ci hanno insegnato a relazionarci con la Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo), a praticare in sommo grado le tre virtù teologali (Fede, speranza e carità) le quali ci fanno adorare perfettamente il vero e unico Dio. Infine, i Magi ci hanno insegnato ad offrire a Dio i beni più preziosi che abbiamo: l’amore, la preghiera, le nostre sofferenze e sacrifici. Abbiamo viaggiato con loro e siamo giunti ai piedi del tabernacolo ove Gesù e la Madonna ci attendono per manifestarsi come Re e Regina dei nostri cuori. Questa è l’“epifania” della Cattolicità: l’Epifania non serve solo a manifestare che Gesù è il Signore, il Re dei re, ma anche a manifestare chi sono i veri adoratori del vero Dio.
Cari Lettori, dopo lo studio, dopo l’apprendimento viene l’esercitazione, per cui meditiamo bene questi insegnamenti e impegniamoci a metterli in pratica. Preghiamo la Vergine Maria, la nostra cara Mamma celeste, la vera Stella che conduce tutti i veri adoratori ad adorare il vero Dio, affinché realizzi anche in noi quanto ha operato nei Magi.  
 

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