ALLA SCUOLA DI PADRE PIO
Un’ “avventura spirituale” con Padre Pio
dal Numero 39 del 5 ottobre 2014
di Suor M. Gabriella Iannelli, FI

“Sposi per caso”... o per volontà del Cielo! Continua l’avvincente storia di Franco Lotti, dove Padre Pio si fa sicuro interprete dei disegni divini sulla sua anima, prospettandogli un matrimonio... fuori programma!

Dopo la fine della guerra Franco Lotti rimase per un certo periodo a San Giovanni Rotondo dove poté stare con Padre Pio e la sua mamma, dopo gli orrori vissuti durante il conflitto. Fu in questo periodo che ebbe da San Pio la «seconda grande profezia», come egli stesso la chiama. Ascoltiamo il suo racconto.
«Il pomeriggio del 15 agosto 1945, festa dell’Assunta, il Padre, in sacrestia, si stava togliendo i paramenti, ultimate le funzioni. Quando m’avvicinai per baciargli la mano, mi interpellò, diciamo, con una certa vivacità: “Uagliò, a esami, come stiamo?”. Gli spie­gai come erano andate le cose: mi era stato possibile darne uno, andato bene e adesso mi sarei attivato per il seguito. Un altro paio d’esami prima di Natale, speravo di poterli dare. Non sembrava a­scoltarmi, era co­me seguisse un suo pensiero. “Ti ricordi di quando abbiamo parlato, due anni fa? Ti ho detto che dal terzo anno avresti potuto frequentare. E allora mi farai il piacere, quando tornerai per Natale, di esserti messo in pari con gli esami del primo e del secondo anno”. “Padre, lei non si rende conto: con tutta la mia buona volontà non è possibile. Il solo esame d’anatomia, e non è che uno di quelli del secondo anno, richiede almeno dodici mesi di studio. Poi ci sono tutti gli altri”. Mi guardò strizzando un po’ gli occhi, in una specie d’ammiccamento: “Tu fai quello che puoi, al resto”, e si batteva il petto con le punte delle dita, come a dire: “Al resto ci penso io”. Ai primi di settembre ero a Bologna e cominciai una full immersion tra libri, dispense, appunti di amici, che si protrasse fino al 9 dicembre, data in cui, superato l’esame di anatomia, mi ero messo in pari con tutti gli esami del biennio. Padre Pio, come sempre aveva visto giusto».
Sembrerebbe una favola e invece è la realtà: Lotti nel giro di tre mesi aveva recuperato gli esami di un intero biennio, compreso l’esame di anatomia! Potenza della preghiera di un Santo, e dell’obbedienza e generosità di un figlio straordinariamente fedele! 
Ma le profezie e gli interventi straordinari del Padre nella vita di Franco Lotti non erano che all’inizio. Vi fu dopo un po’«la terza grande profezia». Attingiamo ancora dalla sua eccellente penna: «Era vicina la Pasqua e mi organizzai per scendere a San Giovanni Rotondo. Passarono due giorni e arrivò il 21 di marzo, la prima di cinque giornate memorabili. Da quella data i fatti presero a succeder­si fuori d’ogni controllo. Cominciò come uno scherzo, un discorso qualunque. “Sai, Franco, che stanotte ho fatto un sogno?” [...] “Ah sì, Padre, e che cosa ha sognato?”. “Ho sogna­to che ti sposavi”. Diedi un sobbalzo. “Ma Padre...”. Ma lui insistette, quasi volesse farmi capire qualcosa: “Ti ripeto che il sogno mi sembrava vero. Vedevo una signora, con due figlie, una più grande e una più piccola e tu ti sposavi con la più grande. [...] Nel sogno ero convinto che fossero di Torino”.
      Lunedì 22 marzo, primo giorno della Settimana Santa, alle ore 5 e mezzo del mattino. Folla straripante, allora c’era soltanto la chiesa piccola. I fedeli in piedi sulle panche, per tentare di vedere il Padre, che celebrava all’altarino laterale, di San Francesco. Sono arrivato tardi e quindi mi trovo schiacciato dalla calca, in fondo alla chiesa con le spalle contro il tamburo della porta [...] Assoluta impossibilità, per il Padre, di vedere ciò che accadeva in fondo alla chiesa. Dopo la consacrazione arriva la corriera da Foggia. Ne scendono diverse persone che alla meglio cercano di entrare. Due riescono ad infilarsi e si mettono di fianco a me. Guardo, senza parere, poi guardo meglio, perché quella ragazza con la madre ha un viso interessante. Finita la Messa [...] vado in sacrestia, a salutare Padre Pio, che si sta togliendo i paramenti, circondato da una folla di uomini che vogliono baciargli le mani. Quando viene il mio turno, abbassa la testa e mi dice all’orecchio: “Hai visto chi è arrivata?”. Alzo gli occhi impassibile e lo guardo. “Chi Padre?”. Mi lascia andare una gomitata al fianco, come per dire di non scherzare con queste cose. “Vieni sopra che dobbiamo parlare”. Salendo la scala che porta alla sua cella si ferma e si gira verso di me. “Ti piace o non ti piace?”. Tento di giocare un’ultima carta, ma sono troppo turbato: “Ma chi, Padre?”. “E finiscila... quella di cui ti ho parlato ieri sera. Ti piace o non ti piace?”. “Padre, ho vi­sto in chiesa una ragazza, che si è venuta a mettere vicino a me, ma erano le cinque del mattino, era buio, cosa vuole che abbia visto?”. Prorompe in una risata, quasi sopraffatto dal grottesco della situazione. “Ah, era buio? Allora... guardatela co’ u sole”. E riprende a salire verso la stanza.
Pomeriggio dello stesso giorno, lungo la strada incontro la ragazza e la madre. Qui tra pellegrini, è facile attaccare discorso. Sono di Torino, la ragazza si chiama Maria, ma la madre la chiama Iucci, diminutivo di Mariuccia.
Il giorno dopo, martedì 23 marzo. Iucci va a confessarsi dal Padre: la vedo, defilato dietro una colonna, da dove osservo la scena. Poi, quando e­sce dal confessionale, mi è facile notare il viso arrossato e la sua agitazione. Patatrac, povera figlia, è toccato anche a lei!».
Interrompiamo l’avvincente racconto di Lotti per sintetizzare l’epilogo della vicenda. Lotti incontra nello stesso giorno Padre Pio che lo invita a salire per parlare. Il Padre chiede ancora quale è stata la sua impressione della ragazza, adesso che “l’ha vista bene”. Il povero Lotti in uno stato di confusione fa presente che non ha certo intenzione di ignorare le cose straordinarie che gli sono accadute, ma ha bisogno di tempo, sia per conoscere meglio la ragazza, sia per finire di fare l’esame di anatomia patologica che è il più duro di tutti, ecc... ecc... Padre Pio dal canto suo, prima l’ascolta in silenzio poi gli dà quasi un ultimatum: prima di sera deve fidanzarsi con quella ragazza. Il giovane, con l’animo in subbuglio, torna a casa pensando all’impossibilità di poter realizzare, pur con tutta la buona volontà di una obbedienza cieca e assoluta, quel comando del padre spirituale, per il semplice fatto che non dipende solo da lui ma anche dalla ragazza e dalla sua famiglia. Su consiglio della mamma ritorna dopo poche ore dal Santo. Quando Padre Pio scende, è già ad attenderlo nel confessionale. 
Ascoltiamo Lotti: «Non mi guarda, inizia con la solita formula: “Da quanto tempo non vi confessate?”. Poi mi riconosce. “Ah, sei tu... e che vuoi?”. “Come, Padre, che voglio? Prima lei mi mette il diavolo addosso e poi mi chiede che voglio?”. “Che faccio io, metto il diavolo addosso alla gente?”. “Perdoni, Padre, è un modo di dire. Ma si rende conto che non è materialmente possibile che io mi fidanzi con questa ragazza, prima di sera? Quale ragione c’è per tutta questa fretta? Io l’ho vista ieri, per la prima volta”. Dopo un momento di silenzio, quando il Padre riprende a parlare, la sua voce è ferma, ma il tono affettuoso: “La decisione che tu devi prendere è una sola. Devi domandarti se lei ti piace. Se tu mi dici che non ti piace, il discorso è già finito. Se invece ti piace, e la tua esitazione dipende da ragioni umane, per seguire le consuetudini, per conoscerla meglio, per essere più garantito sulla riuscita del matrimonio, allora ti dico che queste garanzie te le do io. La conosco, di fronte a Dio, come conosco te. Questa è la donna che il Signore ha scelto per te e il segno è il sentimento che ha fatto nascere nel tuo cuore quando l’hai vista. Ma la tua volontà di seguire o no il Suo disegno è libera”. S’interrompe, poi chiede: “Ma il tuo problema vero qual è, come chiederla alla famiglia?”. “Certo, Padre!”. “E allora siccome il tuo papà sono io, alla famiglia la chiederò io per te”.
Franco e Iucci si sposarono dopo alcuni anni, e formarono una bella e numerosa famiglia. Ma il capitolo delle “avventure” con Padre Pio doveva ancora continuare per la realizzazione della Casa Sollievo della Sofferenza, nella quale Franco Lotti ebbe una parte importante.

Continua

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits