RISPOSTA AI LETTORI
Lo Stato più ricco del mondo?
dal Numero 40 del 11 ottobre 2015

La Chiesa, che è lo Stato più ricco del mondo, fondato sull’impero delle donazioni gratuite e dei patrimoni occulti esenti da qualsiasi controllo non guadagnati e sofferti con il lavoro e l’impresa, si permette di dare lezioni agli altri Stati sull’onestà nei rapporti commerciali e della gestione del denaro. [...]. Io credo che un po’ di umiltà da parte del Pontefice e dei Vescovi sarebbe opportuna e soprattutto essi dovrebbero rispettare il dovere di non immettersi in considerazioni politiche che i membri della Chiesa non possono fare essendo totalmente al di fuori di tutti i problemi veri delle contingenze economiche e sociali attuali. Con rispetto. (Un Cattolico praticante)

Caro signore, già dall’esordio della sua lettera sembra che non abbia idee molto chiare sulla Chiesa, che definisce essere «lo Stato più ricco del mondo», pur essendo un «Cattolico praticante», come si firma. Cosa pratica? Forse uno Stato ricco, oppure il Corpo Mistico di Cristo fondato sulla fede, la preghiera, i Sacramenti, la grazia di Cristo, il Magistero perenne della Chiesa, la divina carità?
Sembra alle volte che i Cattolici, forse sotto la spinta del monopolio dei luoghi comuni giornalistici e ateo-massonici, assumano gli stessi pensieri e atteggiamenti dei nemici di Cristo e della Chiesa. Che lo Stato Vaticano, in cui trova sede il governo della Chiesa, cioè il Santo Padre e le Congregazioni Pontificie, sia lo Stato «più ricco del mondo» è evidente che è una grossa menzogna facile da sfatare. Forse il Vaticano è più ricco degli Stati Uniti d’America, con i suoi trecento milioni di abitanti, un forte e fornitissimo esercito e imprese, industrie, banche e fatturati a non finire, un colosso davanti al piccolo Stato Vaticano con le sue poche centinaia di abitanti, nessuna industria, nessuna attività di esportazione, una sola banca pur con tanti errori in passato come del resto molte altre banche in tutto l’universo finanziario? E così molti altri Paesi europei, e non, facilmente si possono dire più ricchi dello Stato Vaticano, se si considera l’ammontare dei loro beni al sole.
Dire che il Vaticano è lo Stato più ricco del mondo sarebbe come dire che lo Stato di San Marino è una superpotenza economica e politica al pari di USA e Russia.
Per il fatto poi che il Papa ed i Vescovi non possano pronunciarsi in materia politica ed economica non se ne capisce il perché, anzitutto perché fanno anch’essi parte di questo mondo e quindi sono liberi di esprimere una loro opinione su cosa succede nel mondo, ma poi anche perché Cristo stesso, il Capo della Chiesa, si è espresso sulla politica («Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio») lasciando così il campo aperto ai suoi seguaci per esprimere opinioni alla luce del Suo Vangelo.
La politica è un’attività umana ed in quanto tale soggetta alle leggi della Morale che il Creatore ci ha dato. La Chiesa non solo ha il diritto, ma il dovere di esprimere alla luce della Divina Rivelazione ricevuta dal Suo Signore, giudizi sulla liceità o meno di certe scelte e mentalità politiche e di governo degli Stati.
Mi sembra che col suo atteggiamento critico e assoluto nei confronti delle posizioni della Chiesa sulla politica lei d’un tratto cancelli tutto il Magistero sociale dei Sommi Pontefici da Leone XIII fino ad oggi che è stato sempre solerte e attento alla promozione dei diritti delle classi sociali più povere ed ha esortato la politica a prendersene la responsabilità.
Un Cristianesimo che non intervenga moralmente anche sulle politiche degli Stati è un cristianesimo monco che non prende in considerazione una parte essenziale della vita umana, quella del vivere insieme e delle leggi che regolano la civile convivenza, base essenziale per una retta coesistenza e base anche naturale del vivere ecclesiale. La Chiesa infatti è anch’essa una società, anche se non solo basata sui diritti umani dei cittadini come avviene per gli altri Stati, ed anch’essa ha bisogno di norme e di scelte concrete per vivere ed organizzarsi al suo interno partendo come base dalla comune coesistenza degli individui tra loro in vista di un unico fine, quello del bene comune. L’analogia della società cristiana con la società umana, dà ad essa il potere e l’esperienza di conoscere ed esprimere pareri sulla vita politica e di governo degli Stati.

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