FEDE E CULTURA
La Regina d’Europa
dal Numero 08 del 20 febbraio 2022
di Giovanni Apollinare

Tra le pieghe della Storia, i segni discreti di una Regalità materna che la Provvidenza stessa si incarica di affermare e proteggere.

La Vergine è davvero la nostra Regina. Per quanto il parlamento europeo non riconosca le radici cristiane dell’Europa, volenti o nolenti tutti gli europei devono riconoscere Maria come loro Regina, perché di Lei sono simbolo le 12 stelle della loro bandiera. Sembra incredibile, ma è così. Ecco come sono andati i fatti. 

Nel 1950 il Consiglio europeo di Strasburgo decise di indire un concorso tra tutti gli artisti del vecchio continente per dare una bandiera agli erigendi “Stati Uniti” d’Europa. Partecipò al concorso anche un tal Arsenio Heitz, alsaziano. Egli si era appena recato pellegrino al Santuario mariano di Rue du Bac, a Parigi, dove nel 1830 la Vergine apparve a santa Caterina Labouré. L’apparizione divenne celebre in tutto il mondo, perché la Vergine aveva lasciato in consegna alla veggente il compito di far coniare e diffondere una medaglia, secondo un modello ben preciso da Lei stessa rivelato. I numerosi e strepitosi prodigi legati a questa medaglia, di origine soprannaturale, le hanno valso il nome di Medaglia miracolosa per antonomasia. Ebbene, il bozzetto presentato dal pittore alsaziano riproduceva la corona di dodici stelle che circondano il capo della Santissima Vergine di Rue du Bac, ed il campo blu era anch’esso simbolo di Maria. 

A sorpresa, nel 1955 la giuria, presieduta da un ebreo, scelse tra tutti il bozzetto di Arsenio Heitz. Da allora la bandiera d’Europa porta il simbolo della Vergine, la quale viene così ad esser incoronata Regina d’Europa, benché molti oggi lo ignorino, e molti capi rifiutino di prestarle ossequio ed obbedienza.

«Tra l’ altro – scrive il celebre giornalista Vittorio Messori – a conferma dell’ispirazione biblica e al contempo devozionale del simbolo, il pittore riuscì a far passare una sua tesi, che fu fatta propria dal Consiglio d’Europa. Ci furono critiche, infatti, visto che gli Stati membri erano all’epoca soltanto sei: perché, allora, dodici stelle? La nuova bandiera non doveva rifarsi al sistema della Old Glory, lo stendardo degli Usa, dove ad ogni Stato federato corrisponde una stella? Arsenio Heitz riuscì a convincere i responsabili del Consiglio: pur non rivelando la fonte religiosa della sua ispirazione per non creare contrasti, sostenne che il dodici era, per la sapienza antica, “un simbolo di pienezza” e non doveva essere mutato neanche se i membri avessero superato quel numero. Come difatti avvenne e come ora è stato stabilito definitivamente dalla nuova Costituzione. 

Quel numero di astri che, profetizza l’Apocalisse, fanno corona sul capo della “Donna vestita di sole” non sarà mai mutato. Per finire con un particolare che può essere motivo di riflessione per qualche credente: la seduta solenne durante la quale la bandiera fu adottata si tenne nel 1955, in un giorno non scelto appositamente ma determinato solo dagli impegni politici dei capi di Stato. Quel giorno, però, era un 8 dicembre, quando cioè la Chiesa celebra la festa della Immacolata Concezione, la realtà di fede prefigurata da quella Medaglia cui la bandiera era ispirata. 

Un caso, certo, per molti. Ma forse, per altri, il segno discreto ma preciso di una realtà “altra”, in cui ha un significato che per almeno mille anni, sino alla lacerazione della Riforma, proprio Maria sia stata venerata da tutto il Continente come “Regina d’Europa”» (1).

È curioso il fatto che la storia d’Europa, a partire dalla Rivoluzione francese, registra delle ondate cicliche di avversione contro la Vergine Santissima, da parte soprattutto dei capi politici. Si ripete la sindrome di Erode: come quello temeva Cristo Re, così questi temono Maria Regina. Sia l’uno che gli altri vogliono governare sui popoli da padroni assoluti, senza dover render conto a nessuno, tanto meno all’unico e vero Padrone assoluto di tutto e a Colei che Lui ha incoronato Regina dei popoli e delle nazioni. È il delirio d’onnipotenza che colpisce soprattutto chi, lasciato il timor di Dio, si lascia dominare dal demone del dominio fine a se stesso.

Un caso eclatante è quello di Napoleone Bonaparte. Egli nacque il 15 agosto 1769, e quando divenne imperatore di mezza Europa volle che il 15 agosto in Francia si festeggiasse il suo compleanno. Ma nonostante tutte le possibili ingiunzioni, la gente continuava a festeggiare la festa della Madonna Assunta in Cielo. 

Allora con la complicità di qualche monsignore prezzolato, impose alla Chiesa francese di cambiare il calendario liturgico: a partire dal 1806, il 15 agosto in Francia non si sarebbe più festeggiata l’Assunta, ma san Napoleone, l’onomastico e il compleanno dell’Imperatore. Povero Napoleone, invidioso della Madonna! A nulla valsero le energiche proteste di papa Pio VII; anzi, per tutta risposta Napoleone nel 1812 lo fece imprigionare e condurre in esilio a Fontainebleau, vicino a Parigi. Ma la storia è nelle mani di Dio, come insegnano le indimenticabili parole di Maria nel suo cantico di lode: «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote...» (cf. Lc 1). E davvero Napoleone che voleva rovesciare la Chiesa di Cristo, fu rovesciato lui da Cristo, e rimase talmente a mani vuote, che la Chiesa dovette pietosamente soccorrere la sua famiglia diseredata di tutto (2). 

L’esaltazione maniacale del tiranno francese durò ben poco: nel 1815 ci fu la disfatta di Waterloo con conseguente sua deportazione a Sant’Elena, così che in Francia si riprese a celebrare la festa dell’Assunta il 15 agosto. Ma la Chiesa, come Maria, è Madre anche verso i suoi figli più ribelli: l’unico regnante europeo che si prese cura dei familiari di Napoleone e della sua anima fu proprio Pio VII, a dimostrazione che per un cristiano la miglior vendetta è il perdono. 

La nemesi storica, che i cristiani chiamano provvidenza e governo divino, si è incaricata ancora una volta di rendere giustizia a Colei che Dio ha costituito Regina dell’Universo e Signora di tutti i popoli. L’ha innalzata al di sopra tutti, perché «ha guardato all’umiltà della sua serva» (Lc 1) e «chi si umilia sarà innalzato, e chi si esalta sarà umiliato» (cf. Lc 14,11). 

Ci conviene prendere atto di queste lezioni storiche, perché chi sbaglia storia, sbaglia le scelte della propria vita: siamo tutti figli e sudditi di Maria e, se vogliamo entrare nel Regno dei cieli, dobbiamo obbedire a Lei, riconoscendola viva ed operante nel mondo attraverso la Chiesa.   

 

Note

1) http://www.vittoriomessori.it/blog/2014/04/21/dallaureola-dellimmacolata-le-dodici-stelle-delleuropa/

2) Per le notizie storiche, cf. Vittorio Messori, Ipotesi su Maria. Nuova edizione ampliata con 13 capitoli inediti, Ares 2015.

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