I FIORETTI
«Con padre Pio non ho paura di nulla» Uno chef racconta
dal Numero 41 del 3 novembre 2024
«Tutti i giorni, la prima cosa che devo fare per sentirmi bene è pregare padre Pio. Non posso farne a meno. E se per caso non lo faccio, il padre mi viene a chiamare. Come? Ad esempio ricevo una telefonata da un amico che mi parla di lui, oppure apro un cassetto e trovo una sua immagine, sento all’improvviso il suo profumo. Insomma, ho la certezza che mi tiene d’occhio. Non so se sono degno delle sue attenzioni, ma io gli voglio veramente bene! Sin da quando lo incontrai da bambino e mi guarì da un’infiammazione ai reni». A dire queste cose è Gennaro Contaldo, il cuoco più famoso del Regno Unito. Settantatré anni, originario di Midori sulla costiera amalfitana ma a Londra dal 1969, è una vera celebrità. Per anni ha tenuto un ristorante dove ha cucinato anche per Lady Diana e l’allora principe Carlo, per re Hussein di Giordania e per i divi di Hollywood. Ora è un influencer nel campo della cucina. I suoi libri di ricette sono best sellers internazionali, è spesso ospite di seguitissimi programmi televisivi e va fortissimo soprattutto sui social. Con un canale Youtube che conta 625.000 iscritti e un profilo Instagram di 700.000 followers, Gennaro è davvero conosciuto in tutto il mondo. «Io però sono solamente un cuoco», dice con umiltà. «Di tutto quanto mi succede, ringrazio padre Pio. Non esco mai di casa senza tenere in tasca una sua immaginetta e quando vado in tv con me tengo sempre una sua reliquia. Sottovoce gli dico: “Padre mio, se mi stai accanto non ho paura di nulla!”». Gennaro ha conosciuto il Santo quando aveva sei anni. «Con mia madre andai a San Giovanni Rotondo», racconta. «A quel tempo soffrivo di una grave forma di nefrite e i miei genitori avevano interpellato diversi medici ma inutilmente. Così la mamma mi aveva portato da padre Pio. Ho ricordi un po’ vaghi di quel giorno perché è passato molto tempo. Ma se chiudo gli occhi e mi concentro, ecco che rivedo la grande folla davanti alla chiesetta e quindi padre Pio, un vecchietto curvo con la barba bianca. Quando passò nel corridoio, mamma mi disse di andargli a parlare. Allora saltai un banco, gli fui a fianco e camminai un po’ con lui. Gli dissi qualcosa, non ricordo esattamente cosa, ma credo che gli raccontai della mia malattia. Lui mi diede una carezza e rispose con un dolcissimo: “Uagliò, non ti preoccupare”. Tornato a casa, la nefrite era sparita». Nel 1969, l’anno dopo la morte di padre Pio, Gennaro partì per l’Inghilterra dove poi ha fatto carriera. Ma ha sempre tenuto il frate come punto di riferimento. «Quando avevo il ristorante in Charlotte Street, che si chiama “Passione”, avevo messo un grande quadro di padre Pio nella sala», continua. «I clienti che entravano mi chiedevano se era mio nonno. E io allora mi mettevo a raccontare di lui, della sua vita, dei miracoli che faceva. Avevo e ho ancora l’abitudine di regalare immaginette che lo ritraggono agli amici e alle persone con cui lavoro. Ad esempio, sono stato il mentore di Jamie Oliver, famoso cuoco televisivo inglese, e anche di Tim Mälzer, star tedesca della cucina. Quando li incontro, metto sempre un’immagine del padre nella tasca della loro giacca perché li protegga. Un giorno è accaduta una cosa singolare. Ricevo una telefonata da una ragazzo. Chiamava dall’Uruguay. Mi disse che ci eravamo incontrati tempo prima, era stato ad una mia lezione di cucina, e in quell’occasione gli avevo dato un’immaginetta di padre Pio. “Sai chef – continuò –, sono diventato molto devoto del Santo di Pietrelcina...”. E mi racconta un fatto incredibile. Da qualche tempo non si sentiva bene. La moglie insisteva perché andasse dal medico ma lui continuava a rimandare. Una notte però sogna padre Pio che, con una voce autoritaria, gli ordina di andare in ospedale. “Domani vai a farti visitare!”, gridava. L’indomani questo ragazzo è andato dal dottore che, dopo alcune analisi, ha scoperto che aveva un tumore. Il medico gli disse che se avesse tardato a farsi vedere non avrebbe avuto speranze. Invece, curandosi per tempo, è guarito. “Padre Pio mi ha salvato”, mi disse. Mi sono venute le lacrime agli occhi. Anche a me è successa una cosa simile qualche anno fa. Ero a casa da solo, la mia famiglia stava in Spagna. Mi ricordo che era in atto la ristrutturazione della nostra casa. Era però un periodo difficile, non mi sentivo bene, ero sempre teso, preoccupato e avevo dolori un po’ ovunque. Una notte non riuscivo a dormire, mi sentivo sull’orlo di un attacco di panico e allora pensai a padre Pio. Improvvisamente sentii un profumo di viole fortissimo, da non poter respirare. Durò un istante e poi scomparve. Ma bastò a farmi sentire subito meglio, perché avevo capito che il padre era lì, vicino. Voglio raccontare anche come sono venuto in possesso della sua reliquia. Non l’ho cercata, è arrivata nelle mie mani in modo inaspettato. Stavo facendo delle riprese in Italia, nelle Marche, per un programma per la BBC. Conobbi una ricercatrice irlandese di nome Sarah. Non so come, ma finimmo per parlare di padre Pio. Allora lei mi disse che i suoi nonni erano partiti dall’Irlanda ed erano andati a San Giovanni Rotondo proprio per incontrare il padre. Questa cosa ci unì, io e Sarah diventammo subito amici. Un giorno mi chiamò per dirmi che aveva un regalo per me, una cosa molto importante. “Era dei miei nonni, voglio che l’abbia tu”, mi disse. A quel tempo avevo ancora il ristorante e Sarah me la portò lì. Era una scatolina. Non mi disse cosa conteneva, ma quando l’ebbi in mano fu come se avessi avuto la vista a raggi X. Seppi cosa c’era dentro e mi sentii svenire. Non me la sentivo di aprirla lì, tra la gente. La misi in tasca e corsi in chiesa. Lì, solo e immerso nel silenzio, tolsi il coperchio della scatolina. Era proprio come pensavo. Dentro c’era un pezzo di una benda con la quale padre Pio tamponava il sangue delle stimmate. Scoppiai a piangere dall’emozione, ma subito dopo mi sentii indegno di un tale tesoro. Ne parlai con un amico prete, dicendogli che forse avrei dovuto donarla alla parrocchia. “Se padre Pio ha voluto che tu l’avessi, devi tenerla – mi disse –. Ora ne sei il custode”. Da quel momento la conservo come la cosa più preziosa al mondo e non me ne separo mai. Ogni volta che viaggio, ogni volta che affronto un lavoro, è sempre nella mia tasca. Mi infonde un coraggio infinito. Io voglio dire che non sono un santo ma un peccatore come tutti – dice ancora Gennaro –. Perciò a volte mi chiedo per quale motivo padre Pio abbia voluto che io avessi la sua reliquia. Lo saprò un domani, quando andrò in Paradiso e lo incontrerò di nuovo. Io so che gli voglio molto bene, come ad un genitore. Ogni mattina alle 7 ascolto la Messa da San Giovanni Rotondo su Teleradio Padre Pio e solo dopo la benedizione comincio la mia giornata. Faccio il segno della croce e dico: “Padre stammi vicino”. E sento che dal Cielo lui mi sorride».
Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits