PADRE PIO
Il Settimanale di Padre Pio compie 20 anni!
dal Numero 34 del 18 settembre 2022
a cura della Redazione

A 20 anni dalla nascita del nostro Settimanale, un vivo ringraziamento va al fondatore, padre Stefano M. Manelli, e a tutti coloro che hanno collaborato e che collaborano a quest’opera di apostolato preziosa quanto gli insegnamenti del Santo del Gargano. Nel ricordare la sua nascita, invitiamo tutti a far parte – entrando tra le schiere dei nostri Lettori – di questa grande “famiglia” di san Pio il quale vuole raccogliere i suoi figli per ammaestrarli ad essere e a fare «i buoni cristiani»...

Cari Lettori e Collaboratori, il nostro Settimanale compie 20 anni! In questo termine “nostro” siete inclusi anche voi: il Settimanale, infatti, è stato pensato per ciascuno di voi, Lettori; ed è invece grazie a voi, cari Collaboratori, che può proseguire la sua opera, attraverso il preziosissimo contributo offerto dalla vostra penna. 
Dopo 20 anni di vita – che non sono moltissimi, ma non sono neanche pochi – abbiamo il piacere di condividere con voi i suoi albori, le ragioni e le ispirazioni che hanno mosso il fondatore di questa rivista, padre Stefano M. Pio Manelli, a dar vita a queste pagine di fede e di devozione. 
Un’ispirazione dall’Alto
È stata un’ispirazione particolare quella di dedicare proprio a padre Pio una rivista settimanale. Si poteva dedicarla a san Francesco, fondatore dell’Ordine Francescano, “uomo cattolico e tutto apostolico”; a san Massimiliano, ispiratore in particolare del carisma mariano e dell’apostolato senza riserve e limiti attraverso l’utilizzo dei mass media... invece no, a padre Pio. Questa ispirazione è sorta in occasione della canonizzazione dello Stigmatizzato del Gargano, nel 2002. Padre Pio era ormai un nome, si parlava di “clientela mondiale” per indicare il numero dei suoi figli spirituali sparsi nei vari continenti, la fama della sua santità aveva una vastissima diffusione, ed erano già sorti un quindicinale e un mensile dedicati a lui. Mancava proprio solo un settimanale. 
C’era inoltre l’interesse personale di padre Stefano e di quanti, suoi collaboratori, avevano conosciuto personalmente padre Pio. Sarebbe stato un modo per “completare” quanto era già sorto in onore del Santo: “C’è un quindicinale, c’è un mensile... allora facciamo un settimanale!”.
Ma cosa successe? Arrivarono non poche critiche da parte di chi considerava – non a torto! – un’impresa audace e impossibile quella di dar vita alla redazione di un settimanale, senza mezzi e strumenti all’altezza dell’impresa.
D’altra parte, però, c’era anche chi sosteneva l’iniziativa con grande fiducia ed entusiasmo. Non mancarono gli aiuti economici, soprattutto di figli spirituali di san Pio. E così ci rimboccammo le maniche, con grande fede in Dio, nell’Immacolata e... soprattutto in san Pio, il quale ha aiutato egli stesso quest’opera che voleva sorgere in suo nome.  
Venne così alla luce Il Settimanale di Padre Pio, una rivista a cadenza settimanale, appunto, non ricercata ma semplice negli apparati esterni materiali, rivestita di “povertà francescana”, ma – così affermano i nostri Lettori – molto preziosa sotto l’aspetto contenutistico e grafico. Il Settimanale vuole essere un faro di luce in quest’epoca buia dal punto di vista della fede e della morale, un custode della vera devozione e una guida negli impervi cammini verso la Vita eterna. 
Precedenti con padre Pio
L’interesse per padre Pio da parte del fondatore, padre Stefano, affonda le sue radici negli anni ’30, quando, da piccolino, conobbe il Santo e cominciò ad amarlo di un amore filiale ardente e fedele.
Negli anni in cui padre Stefano era bambino, non c’era ancora molta folla attorno a padre Pio. Aveva 5-6 anni quando si recava dal Santo accompagnato dal papà, il servo di Dio Settimio Manelli. Quando la famiglia Manelli soggiornava a San Giovanni Rotondo, papà e figlio si recavano il pomeriggio al convento. In genere, dopo la funzione della sera, il papà si intratteneva in conversazione con padre Pio che si sedeva sulla panca di pietra che sta subito fuori il convento, la prima... si può ancora vedere. Padre Pio si metteva al centro, poi a lato si sedeva papà Settimio che voleva parlare spesso con padre Pio. E poi c’era il piccolo Stefano, anche lui seduto accanto al Padre, appoggiato al suo braccio sinistro. 
Vogliamo riportare qui l’episodio di un giorno in particolare, molto caro a padre Stefano, che più volte ci ha raccontato con gaudio e brio. La scena è la stessa che abbiamo appena pennellato. La cosa più bella di quel giorno speciale fu che, stando così, Stefanuccio – come lo chiamava il nostro Santo – voleva sentire e anche capire quello che si dicevano padre Pio e papà Settimio. Ma era troppo piccolo, anche se già in grado di servire la Messa del Padre. Comunque i due “adulti” parlavano... e il piccolo capiva soltanto i nomi dei santi che citavano: san Francesco, sant’Agostino, poi i santi papi... senza intendere niente delle riflessioni che ne sgorgavano, sollecitate dall’interesse di papà Settimio che ci teneva molto ad approfondire con padre Pio le cose belle e sante della nostra fede. Quando il papà faceva domande, padre Pio pensava un po’ e poi, con celestiale sapienza, rispondeva ad ogni cosa. Intanto però, il piccolo Stefano, non riuscendo a seguirli, si addormentò, reclinando la testolina proprio sul braccio sinistro di padre Pio e dormiva beatamente. 
A un certo momento padre Pio, sollevando il braccio su cui Stefano si era appoggiato, fece scivolare la sua testolina, piano piano, avvolgendola come in un abbraccio, sulla piaga del costato, appoggiandola sul suo cuore. 
I grandi parlavano, e il piccolo dormiva; ma nel dormiveglia si accorse di trovarsi avvolto dal­­l’affettuoso gesto di padre Pio che lo faceva riposare proprio sulla piaga di quel suo cuore sanguinante, tutto trasfigurato nel Cuore di Cristo.
Chissà padre Pio, che non faceva nulla a caso, quanta grazia ha voluto trasmettere al piccolo Stefano in vista della missione che un giorno avrebbe dovuto compiere, sia come suo figlio spirituale, sia come sacerdote e fondatore di una famiglia francescana chiamata a rivivere il francescanesimo delle origini con una nota prettamente e sostanzialmente mariana, e sia infine come ideatore di un apostolato – Il Settimanale di Padre Pio – che si sarebbe proposto di raccogliere e diffondere gli insegnamenti della vita e della spiritualità di san Pio! Spesso certe attenzioni e azioni fatte dai santi rivelano solo col tempo la reale portata del loro significato.
Un’altra cosa che padre Stefano ricorda e racconta spesso con gioia sono i paterni baci ricevuti da padre Pio quando lo incontrava. E papà Settimio qualche volta ne approfittava per provocare il Santo a quelle effusioni paterne piene di benedizioni; in sacrestia – davanti a padre Pio e anche ad altri – chiedeva: «Stefanuccio! Padre Pio ti ha baciato stamattina?». «Sì!», rispondeva pieno di gioia il piccolo. «E dove ti ha baciato?». «Qui!», e indicava con il dito la propria guancia. E allora ancora: padre Pio si calava giù, all’altezza di Stefano, e gli stampava un nuovo bacio sulla guancia. E ogni volta, quanta grazia di Cielo comunicava! 
Padre Pio, ancora attuale?
Oltre al fatto che si tratta di un santo del XX secolo, quindi molto recente rispetto ad altri santi, padre Pio è e resterà sempre attuale, come tutti i santi. Anzi, più che pensare a un possibile “superamento” di questa figura, si dovrebbe invece ammettere che il problema, oggi, sta nel fatto che non c’è un altro santo come padre Pio, perché se avessimo un padre Pio oggi, tante cose andrebbero meglio. Che movimento di anime e quanti miglioramenti e progressi, anche materiali, ha suscitato un padre Pio? Per fare solo un esempio banale: tutte le strade che portavano a San Giovanni Rotondo non erano altro che fango e terra battuta. Grazie al movimento di fede e devozione che egli ha originato, ci sono ora grandi strade, palazzi, alberghi... Dov’è il santo arriva subito la “clientela mondiale”! 
San Pio resterà sempre attuale anche nei suoi insegnamenti, parlandoci della vita di grazia, dell’importanza della Confessione sacramentale, dell’Eucaristia, della Madonna, del santo Rosario... tutto ciò vissuto da lui in prima persona e fatto vivere ai suoi figli spirituali. Cose, queste, che non passeranno mai di moda per un autentico cristiano.
Il messaggio di padre Pio agli uomini di oggi
Il messaggio che padre Pio continua a lasciare agli uomini di tutti i tempi è anche l’augurio che noi, come Redazione, estendiamo a tutti i nostri Lettori e Collaboratori: padre Pio ci sprona a farci santi. E per far ciò bisogna partire dal cuore, dallo spirito, dal rinnovamento interiore. Non bastano, infatti, le opere esteriori, anche grandiose. Se non c’è l’anima, l’esterno purtroppo è solo facciata, solo apparenza. Il vero valore dell’attività esteriore lo apprendiamo direttamente da un episodio che riguarda lo stesso padre Pio. Un giorno, da una finestra presso cui il Padre sostava, qualcuno gli indicò Casa Sollievo, che si mostrava dalla finestra in tutto il suo splendore, e gli disse: «Vedete, padre Pio, com’è è bella la Casa Sollievo che avete realizzato?». «Sì, è vero» rispose il Santo, e dopo qualche istante di silenzio, aggiunse: «Ma se mi fosse chiesta la salvezza di un’anima a costo della distruzione di Casa Sollievo, sceglierei di far distruggere Casa Sollievo per salvare una sola anima». Il valore della vita soprannaturale di una sola anima, vale più di qualsiasi pur grande opera sociale! Questo è il modo di ragionare proprio dei santi.
Il nostro augurio a tutti – ed è ciò per cui lavoriamo nella Redazione del Settimanale di Padre Pio – è di ispirarsi alla guida di san Pio, al suo insegnamento riguardo alla vita eucaristica, la pratica della Confessione e della penitenza, la vita di amore alla Madonna. C’è poi tutta la grazia dei cento Rosari che padre Pio recitava ogni giorno. Un confratello si divertiva proprio a torturarlo su questo punto: «Esagerato! – gli diceva – Ma per te c’è solo la Madonna... con tutti questi Rosari? Esagerato!». E padre Pio rispondeva: «Ma non lo sai che la Madonna è la salvezza nostra, non lo vuoi capire?». 
Così un giorno gli fece un bel discorso. «Mo’ ti racconto come sarà il mio Giudizio finale, quando morirò – disse padre Pio –. Tu non sai che significa la Madonna, e te lo faccio capire adesso. Vediamo il mio Giudizio finale. C’è la Trinità, tutti gli angeli e i santi: questo è il tribunale di Dio. Mamma mia... il primo giudizio riguarda la giustizia con Dio: si esaminerà se siamo stati giusti con Dio, nell’osservare perfettamente tutto quello che Egli ha stabilito. E io sto lì... e già su questo punto ci sarebbe da sputarmi in faccia, davanti a tutti. Allora io mi giro per andarmene. Senonché, appena sto per girarmi, si apre la porta del Paradiso e compare la Madonna, con espressione maestosa, proprio da Regina (è la Regina del Paradiso!)». La Madonna vede quel poverino così umiliato, e dice, con tono solenne e regale: «Vorrei sapere... che cosa avete da dire su questo povero Cappuccino!». Tutti rimangono in silenzio. «Bene – dice la Madonna rivolta a padre Pio –: vieni qua tu. Vieni, ti porto io con me». E lo prende, piano piano... «E così – conclude padre Pio –, in tal modo, il più grande farabutto della terra entra in Paradiso!».
Così padre Pio ci rivela quanto importante sia la Madonna per la nostra vita spirituale e per la nostra eternità. Può la Mamma non salvare i figli? Lo farà di certo, se ci attacchiamo a Lei, che è la nostra Mamma e la Regina del Paradiso... E ciò sapremo farlo ancor meglio alla scuola di padre Pio!  

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