ATTUALITÀ
Fermiamo la carriera alias, “uno sbaglio della mente umana”
dal Numero 34 del 10 settembre 2023
di Francesca Romana Poleggi

Qui in Italia continua ad imperversare l’ideologia gender allo stadio più estremo; nelle scuole dilaga la moda perniciosa della “carriera alias”, pratica non solo sostanzialmente illegale ma anche molto pericolosa...

Su The Federalist del 25 luglio scorso c’è la testimonianza molto toccante di Erica Moshtahedian, malata di leucemia che ringraziando il Cielo, dopo cinque anni, è in remissione. Ora, però, avrà bisogno di diversi tipi di cure continue per il resto della vita a causa dei farmaci che le sono stati somministrati: ovviamente è stato necessario un compromesso per sopravvivere alla forma aggressiva di leucemia, chiamata leucemia promielocitica acuta, che l’aveva colpita.

Tra le varie sostanze e i chemioterapici che ha assunto c’è stato il Lupron (in dosi relativamente basse), quello che molti usano per bloccare la pubertà dei bambini trans in modo che possano decidere con calma a quale “genere” appartenere. 

Il Lupron ha causato a Erica un sacco di effetti avversi permanenti e invalidanti.

Racconta che  ironia della sorte  nessuno dei chemioterapici che ha preso le ha causato la caduta dei capelli, mentre è rimasta quasi calva durante l’assunzione del Lupron e ha portato la parrucca per oltre sei mesi dopo la fine del trattamento.

Il bloccante della pubertà, inoltre, le ha causato un aumento di peso sia generale che addominale e una diminuzione della densità ossea (per questo ha dolore cronico al bacino e artrite alle ginocchia, che non aveva prima). Per poter camminare deve fare continue infiltrazioni e ha dovuto interrompere la sua attività sportiva.

Il Lupron è anche comunemente usato dalle donne sottoposte a fecondazione artificiale per stimolare i follicoli o prevenire l’ovulazione, e sui bambini trans  come abbiamo già detto  con diversi dosaggi e durate della prescrizione: ai bambini viene dato il doppio della dose che ha preso lei, il che comporta molto spesso come conseguenza anche la sterilità.

Alla luce della sua esperienza Erica non riesce a capire come possano dei medici prescrivere il Lupron su corpi altrimenti sani: conoscendo i suoi effetti collaterali a lungo termine, dice, è «criminale». E la cosa è ancor più spaventosa perché la cosiddetta disforia di genere nei bambini si risolve spontaneamente, fino al 90% dei casi, proprio con il passare del tempo e l’arrivo di quella pubertà che il Lupron vuole impedire. La vulgata dice che la “transizione” serve a prevenire il suicidio dei soggetti con disforia di genere. La scienza vera  non asservita all’ideologia gender  dimostra che, al contrario, la depressione e gli istinti suicidi si manifestano generalmente e prevalentemente dopo la “transizione”. 

Non bastasse la testimonianza di Erica Moshtahedian, abbiamo quella di centinaia di detransitioners che fanno causa a medici, psicologi e sistemi sanitari che li hanno avviati alla transizione in modo frettoloso e superficiale inducendoli ad arrecarsi danni gravi e permanenti, se non addirittura le mutilazioni irreversibili che i chirurghi plastici operano quando il “cambiamento di sesso” raggiunge lo stadio finale. Basta digitare in internet la parola “detransitioner”: il fenomeno è così eclatante che supera anche la censura di Google&Co, i quali tendono a far apparire per prime solo le notizie e i siti che decidono loro. 

Si sa però che non c’è più sordo di chi non vuol sentire. Qui in Italia continua ad imperversare l’ideologia gender allo stadio più estremo: in Sicilia, poco tempo fa, un giudice ha concesso ad un uomo, con le fattezze da maschio, di cambiare nome e sesso sui documenti perché lui si sente donna; nelle scuole dilaga la moda perniciosa della “carriera alias”: consentire agli studenti di essere considerati del “genere” che preferiscono da professori e compagni. La pratica è sostanzialmente illegale e ProVita & Famiglia ha inviato quasi 250 diffide alle scuole in questione. Preghiamo i Lettori, al riaprirsi delle scuole, di seguire e sostenere le azioni che intraprenderemo a tutela dei nostri ragazzini.

Infatti, oltre che illegale, la cosa è davvero pericolosa per i nostri figli. Gli adolescenti sono in fase di formazione e per loro natura fragili. Gli adolescenti che vivono in questa società liquida di famiglie disgregate e valori calpestati lo sono ancor di più. L’avallo di certi atteggiamenti serve a confondere chi non è confuso e ad aumentare la confusione di chi già lo è: la disforia di genere diventa una profezia che si autoavvera (come mostra l’esperienza all’estero dove i ragazzini trans sono aumentati in modo esponenziale: del 4.500% nel Regno Unito, del 900% negli Stati Uniti). Avviare i giovani alla transizione è una condotta criminale: alla “transizione sociale” (con la carriera alias, appunto) segue sempre la transizione medica (con bloccanti e ormoni) e spesso la transizione chirurgica. 

Certo, la carità (meglio della laica “empatia”, pensiamo) non deve mai mancare anche nei confronti delle persone sessualmente confuse. E nell’accogliere con amore e con rispetto le persone sessualmente confuse abbiamo il dovere di prospettare loro la verità e la via più naturale e meno dolorosa per superare la disforia: adeguare la mente al corpo (che non comporta né ormoni né chirurgia).

I bambini e gli adolescenti sessualmente confusi sono profondamente danneggiati dalle terapie affermative: hanno bisogno di essere guidati in modo competente (anche dal lato spirituale). Vanno aiutati a guardare in se stessi, dove habitat veritas. Perché il transgenderismo è una menzogna, è una mascherata che mai consentirà loro di “cambiare sesso”  cosa biologicamente impossibile.

Ma soprattutto e innanzitutto, minori e adolescenti hanno diritto a crescere e a formare la propria identità (non solo di genere) lontano da condizionamenti ideologici perniciosi. In un momento delicato dello sviluppo non si può spiegare a un adolescente, specialmente a una ragazza, che se non si trova a suo agio nel suo corpo (quale ragazzina lo è a 13-14 anni?) vuol dire che è nata in un corpo sbagliato. Non si può insegnare loro che il maschile e il femminile sono perfettamente intercambiabili, perché non è vero. Ma soprattutto e innanzitutto non si può insegnare ai ragazzini che il sesso è un optional e il genere è fluido e si può essere quel che si vuole. Perché è destabilizzante, confondente e stressante. E perché non è vero. La verità della persona umana è maschile o femminile, perché lo dice la natura, la genetica e la biologia. Perché “maschio e femmina Dio li creò” (cf Gn 1,27). 

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