MARIA SS.
Per crescere nella devozione a Maria: la consacrazione e vita d’unione con Lei
dal Numero 37 del 27 settembre 2020
di Padre Stefano M. Miotto

C’è differenza tra la semplice devozione a Maria e l’unione con Lei. Alla vita di unione si giunge attraverso 3 tappe, per crescere poi sempre più nell’amore, fino a sperimentare con Lei e in Lei un dolce “paradiso terrestre”.

A chi vuole crescere nella devozione mariana, mediante la consacrazione a Maria, è necessaria una vita di intima unione con Lei.

 Questa vita di unione è purtroppo ancora poco conosciuta e si potrebbe definire come una abituale disposizione dell’anima ad essere sempre rivolta a Maria, per venerarla, invocarla e imitarla.   

Il devoto di Maria sente la necessità di rivolgere spesso il pensiero e il cuore alla Madre nostra dolcissima, offrendole, di tanto in tanto, con fervore e fiducia, i propri affetti e le proprie azioni. Fin qui, però, siamo ancora nella semplice devozione mariana.  

Un altro grado di unione con Maria, grado massimo, consiste nel vivere non solo frequentemente, ma abitualmente, uniti a Maria con la mente, con il cuore e con le opere. Essere uniti a Maria con la mente significa avere quella “idea fissa” di cui parla san Massimiliano M. Kolbe; essere uniti a Lei con il cuore significa rivolgere a Lei, di continuo, i nostri atti d’amore; infine, essere uniti a Lei con le opere vuol dire vivere nell’obbedienza e compiere abitualmente tutte le nostre azioni per mezzo di Maria, con Maria, in Maria, per Maria.  

Cosa significa agire per mezzo di Maria, con Maria, in Maria, per Maria? Molto bella è la descrizione che dà Giuseppe Schryvers. Questo autore vede come tre gradini, tre tappe, dell’unione tra l’anima e l’Immacolata. Nel salire questi tre gradini, egli vede il cammino per vivere la consacrazione alla Madonna:  

«1) Dobbiamo vivere con Lei e ciò significa restare presso di Lei con il ricordo e con la preghiera continua, semplice e spontanea;  

2) bisogna vivere in Lei, cioè entrare, con rispettosa tenerezza, nella Sua anima benedetta, condividere i Suoi sentimenti, fare nostri i Suoi pensieri, affetti, desideri;  

3) infine dobbiamo vivere per mezzo di Lei, ovvero invitarla a prendere possesso della nostra anima, a impadronirsi della nostra volontà e a fare di noi un prolungamento di Lei stessa, così da moltiplicare, in certo modo, la Sua vita d’amore verso il suo divin Figlio».  

Questo stupendo brano che abbiamo citato ci insegna che, se vogliamo crescere nella devozione mariana e vivere in profondità la nostra consacrazione all’Immacolata, dobbiamo pregare incessantemente la Madonna. Questa preghiera deve diventare il respiro della nostra anima. La preghiera dell’Ave Maria deve fiorire spontaneamente sulle nostre labbra, più dolce di un favo di miele.  

Con la preghiera incessante, riusciremo ad entrare nel Cuore di Maria e ad avere i suoi stessi pensieri, affetti e desideri. L’amore farà sì che la nostra anima vivrà più in Maria che in noi stessi. Così, nel Cuore Immacolato di Maria, troveremo il nostro sicuro rifugio, come disse la Madonna a Fatima.  

La Vergine purissima, in tal modo, prenderà sempre più possesso della nostra anima e noi saremo sempre più trasformati in Lei, fino a essere "un’altra Maria vivente e operante in questo mondo", come diceva san Massimiliano Kolbe. E il nostro amore a Gesù diventerà sempre più un prolungamento dell’amore materno di Maria nei confronti del Figlio suo.  

Effetto meraviglioso di questa vita di unione è il fatto che la divina Madre diventerà “nostra proprietà”. Il papa Giovanni Paolo II insegnava che, ad ogni celebrazione della Santa Messa, Gesù rinnova a noi il dono della Madre sua, ripetendo il suo testamento d’amore: «Figlio, ecco tua Madre».  

Giuseppe Schryvers spiega che, nel descrivere questa vita di unione con Maria, è impossibile venire ad ogni particolare. Se l’anima è fedele, questa buona Madre la istruirà e gli mostrerà gli ineffabili misteri di bontà e di misericordia racchiusi nella Sua anima benedetta.  

Scrive il mariologo francescano padre Severino Ragazzini che, qualche volta, la Madonna premia la costanza e la generosità di un’anima che desidera vivere unita a Lei strettamente e ininterrottamente, favorendola della sua presenza – quasi sempre spirituale, senza visioni straordinarie – ed elevandola a un tale stato di esperienze soprannaturali che all’anima pare di vivere un’altra vita, sulla quale non sa esprimersi. È la vita di unione mistica con Maria. Purtroppo pochissime anime giungono a tanta generosità da meritare una simile unione, che san Luigi M. Grignion di Montfort paragona al paradiso terrestre.

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