RELIGIONE
Diario di un evento memorabile
dal Numero 45 del 17 novembre 2019
di Filomena Dani

Il 21 novembre 1964 Paolo VI proclamò ufficialmente la Madonna “Madre della Chiesa”. Ricordiamo l’evento attraverso le memorie del card. Stefan Wyszynski – del quale è prossima la beatificazione – che tanto si è adoperato per questa proclamazione.

Il 21 novembre 1964 il papa Paolo VI proclamava ufficialmente la Madonna Madre della Chiesa, alla presenza di tutti i padri del Concilio e in mezzo agli applausi. Dietro a questa proclamazione mariana ci furono il cardinale Primate della Polonia, Stefan Wyszynski, e l’episcopato polacco.
Prima di partire per Roma, il cardinal Wyszynski aveva chiesto a tutta la Polonia di pregare per questa intenzione, e soprattutto che a Czestochowa tutti i fedeli dei pellegrinaggi diocesani e parrocchiali, con il rosario tra le mani, invocassero: «Monstra te esse Matrem Ecclesiae!» (Maria, mostra che sei Madre della Chiesa!). Il Primate, inoltre, si era preoccupato di informare la stampa cattolica del fatto che in Polonia si pregava per il Concilio e per questa particolare intenzione. Contemporaneamente annunciò che ogni Padre conciliare avrebbe ricevuto un rosario da Czestochowa, con la richiesta di pregare per la vittoria della Chiesa, rosario che ogni Padre ricevette alla fine di ottobre.
L’11 ottobre 1962 Giovanni XXIII inaugurò il Concilio Vaticano II, e il cardinal Wyszynski organizzò delle veglie sabatine presso la Madonna di Czestochowa per «aiutare la Vergine Santissima a sostenere i lavori del Concilio».
Nel giugno 1963 morì Giovanni XXIII e il suo successore, Paolo VI, continuò i lavori del Concilio.
Il cardinal Wyszynski con tutto l’episcopato polacco si rivolse allora al Papa affinché fosse riconosciuto alla Madonna il titolo di “Madre della Chiesa” e, inoltre, perché fosse dato alla dottrina mariana il posto che meritava nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa. A questo scopo il 15 settembre 1964 consegnò al Papa un memorandum da parte dei vescovi polacchi che ne faceva ufficiale richiesta e dimostrava teologicamente i fondamenti di tale titolo. Il Santo Padre rispose che il memorandum sarebbe stato studiato da una commissione di teologi e solo allora egli avrebbe deliberato sulla questione.
Il giorno 16 settembre spettava al Primate polacco parlare nell’aula conciliare, mentre si concludeva la discussione sull’ottavo capitolo della Costituzione sulla Chiesa (Lumen gentium), ossia il capitolo sulla Madonna che il Cardinale, insieme ai vescovi polacchi, avrebbe voluto fosse il secondo e non l’ottavo, come invece fu poi deciso. Nel suo discorso Wyszynski disse, tra le altre cose, che il giorno precedente aveva consegnato al Santo Padre il memorandum con le istanze dell’Episcopato polacco riguardo alla proclamazione di Maria Santissima Madre della Chiesa e alla consacrazione della Chiesa a Lei.
Al suo ritorno, in un’omelia tenuta a Gniezno il 9 dicembre 1964, Wyszynski stesso raccontò come si erano svolte le cose in quel 21 novembre 1964. La sua è una testimonianza personale e preziosa che manifesta come egli preparò e visse tale evento mariano con animo trepidante e colmo di gioia.
La riportiamo quasi integralmente.

*  *  *

«Da alcuni anni, ancora prima dell’inizio del Concilio Vaticano II e durante il suo svolgimento, i vescovi polacchi con grande zelo hanno lavorato per mostrare il giusto posto della Madonna nella Chiesa. Partendo per Roma, abbiamo chiesto in Polonia di pregare per le intenzioni del Concilio. Non avevamo altri modi per sostenere i lavori conciliari. Abbiamo infatti dovuto servirci della bontà del Santo Padre che ha mantenuto i vescovi polacchi a Roma. Al Concilio non abbiamo fatto nessuna propaganda affinché Maria Santissima fosse proclamata Madre della Chiesa. Eppure è avvenuto così come avevamo ardentemente desiderato. Non è questo un segno della potenza e della volontà di Dio in questo evento? È opinione comune che se i vescovi polacchi non avessero intrapreso tale causa e non l’avessero presentata al Papa, probabilmente non si sarebbe concluso nulla. Sicuramente è stato Dio stesso ad agire, volendo glorificare la Vergine Santissima; noi siamo stati solo dei poveri strumenti. Quando i vescovi polacchi, dopo la dichiarazione del 16 settembre nell’aula del Concilio, rimasero in silenzio, i vescovi degli altri Episcopati incominciarono a lavorare [per perorare la causa di tale proclamazione]. Abbiamo ricevuto lettere dai vescovi e deliberazioni di diversi Episcopati che appoggiavano la proposta dell’Episcopato polacco e assicuravano che avrebbero aggiunto le loro petizioni al Santo Padre perché la Madonna fosse proclamata Madre della Chiesa. Il Papa parlando a noi (Episcopato polacco) disse prima in italiano e poi in latino: “La vostra richiesta sarà esaudita perché proclameremo la Madonna Madre della Chiesa”. Allora chiesi: “Dove avverrà? Nella Basilica di Santa Maria Maggiore?”. Il Santo Padre, sorridendo, rispose: “No, sarà nella Basilica di San Pietro, durante una sessione pubblica”. Tutti si commossero a tale notizia.
Il 21 novembre 1964, alla conclusione della terza sessione del Concilio, ci siamo recati alla Basilica di San Pietro cantando l’Ave Maris Stella. Il Papa ha celebrato la Santa Messa, concelebrata da 24 vescovi (si trattava dei vescovi dei più celebri santuari mariani di tutto il mondo), e tra questi c’era anche il vescovo di Czestochowa, Stefan Barela. Verso la fine della celebrazione, dopo aver terminato la prima parte del suo discorso, il Papa riservò la seconda parte a fondare la proclamazione di Maria come Madre della Chiesa. E quando il Papa dichiarò pubblicamente che da quel momento desiderava che Maria fosse onorata col titolo di Madre della Chiesa, l’entusiasmo e la gioia non potettero contenersi. [...].
Mentre stavamo uscendo dalla Basilica, mi si avvicinò il cardinal Cereira, patriarca di Lisbona, e mi disse: “Io non ho detto nulla sulla Vergine Santissima, e ho ricevuto la rosa d’oro per Fatima, mentre sua Eminenza ha parlato a difesa della Madonna, quindi questa è vostra, ai polacchi appartiene questa rosa d’oro”. Ed io risposi al patriarca: “È il Santo Padre che ha dichiarato la Madonna Madre della Chiesa e ha consacrato al Cuore Immacolato di Maria la Chiesa. Per lei, quindi, Eminenza è questa rosa, e per noi polacchi il Cuore di Maria”.
Quella sera, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dinanzi all’immagine della Salus populi romani, il Santo Padre attorniato dai vescovi di tutto il mondo ringraziava la Madre Santa per la sua protezione durante il Concilio. [...].
La stessa sera il Santo Padre mi invitò a un’udienza privata di congedo. Quando arrivai da lui, lo ringraziai per quello che aveva fatto. Il Papa sorrise e mi disse: “Sarete contenti, ho realizzato il vostro desiderio!”. Gli risposi: “Siamo contenti ed estasiati! Affrontiamo vicende dolorose in Patria, ma queste sono addolcite dalla presenza della Madonna, che è nostra Madre”. E aggiunsi: “La ringrazio per quello che Sua Santità ha fatto a gloria della Madre di Dio e degli uomini, desidero ricordarle che anche nel Cenacolo è stato così come è stato oggi nella Basilica Vaticana. C’era Pietro, il primo papa, e Maria con il gruppo degli Apostoli impauriti: anche oggi c’era Pietro nella persona di Paolo VI, c’era Maria e c’erano i successori degli Apostoli, i vescovi di tutto il mondo”».
Di ritorno in Polonia, il vescovo Antonio Baraniak raccontò a Maria Oko?ska, cofondatrice dell’Istituto legato al Primate Wyszynski, la reazione del Cardinale durante la proclamazione di Maria Madre della Chiesa. Quando il Papa pronunciò le parole: «“Proclamamus Mariam Matrem Ecclesiae”, mentre gli altri vescovi si alzarono di scatto e cominciarono ad applaudire con grande gioia, Wyszynski, invece, aveva il volto tra le mani, e tra le dita scendevano le lacrime. Vidi che era oltremodo commosso: si compiva quanto aveva desiderato, a grande gloria di Maria, che egli amava così tanto e per la quale era disposto a sacrificare tutto”». Egli stesso, poi, raccontò ogni cosa alla Oko?ska. Paragonava il momento della proclamazione del Papa a quanto avvenne al Concilio di Efeso nel 431, quando la Madonna fu proclamata Madre di Dio. Anche allora l’entusiasmo era inaudito. I Padri del Concilio di Efeso scesero per le strade con le fiaccole in mano cantando inni. «Questa volta i vescovi, dopo essersi alzati dai loro posti, e continuando ad applaudire, cantavano il Magnificat, l’Alma Redemptoris Mater, l’Ave Regina coelorum, l’Ave Maris Stella, ecc. Si è ripetuto Efeso. Lì Maria fu proclamata Madre di Dio, qui la Madre di Dio è stata proclamata Madre della Chiesa». Poi continuò, rivolto alle sue figlie spirituali dell’Istituto: «Vi ringrazio di tutto cuore, figlie mie!».
Maria, a nome di tutte, chiese: «Di che cosa?». Egli rispose commosso: «Perché in ginocchio avete pregato, quasi conficcando giorno e notte le vostre ginocchia sul pavimento di Czestochowa».
Da quanto disse, si poté vedere e intuire quanto quella causa gli fosse stata a cuore.
Da allora la festa della Madre della Chiesa è stata sempre celebrata in Polonia il lunedì dopo la Domenica di Pentecoste. Due anni fa tale festa è stata estesa a tutta la Chiesa da papa Francesco. Può dirsi che il riflesso liturgico della proclamazione dell’11 ottobre 1964 si sia perpetuato per oltre 50 anni proprio grazie a questa festa celebrata dalla Chiesa polacca, la quale assegnò tale titolo mariano anche a molte delle sue parrocchie consacrate in quegli anni.

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