Padre Pio fu veramente un “padre” per le tante anime che a lui si affidavano nel cammino della santificazione. Incoraggiava i suoi figli a non temere i combattimenti spirituali e a esercitare le virtù, soprattutto l’umiltà, per imitare Cristo in tutto.
La direzione spirituale occupò un posto di rilievo nella vita e nella missione di padre Pio. Le persone che andavano a San Giovanni Rotondo trovavano in padre Pio un confessore, un padre, o meglio ancora, una guida, un maestro della vita spirituale. Padre Pio era per tutti quei figli redenti dal Sangue di Gesù colui che additava la via del Paradiso.
L’anima che cerca Dio, e che vuole camminare seriamente nella via dei suoi Comandamenti e precetti, non può non incontrare difficoltà, scoraggiamenti, vedendo lo scarso progresso nonostante gli sforzi. Dovrà passare attraverso le tenebre purificatrici che fanno sperimentare l’abbandono di Dio, mettendo l’anima di fronte alla sua debolezza. Ben lo sapeva il divin Maestro quando ammaestrava san Pietro: «Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,31-32). Le tentazioni per chi vuole seguire Cristo sono inevitabili; servono per rinvigorire l’anima e rinsaldare la fede. Dio permette a satana di tentare l’anima, come accadde per Giobbe, affinché essa scopra la propria miseria, diffidi di sé per poi confidare solo in Dio. Per aiutare l’anima a superare queste prove e riposare fiduciosa in Dio, occorre un direttore ben avvisato se non santo.
Padre Pio, perfetto imitatore di Gesù Maestro, fu una guida santa che seppe illuminare tante anime, portandole con i suoi consigli a non sviare dalla sequela Christi. Leggiamo una lettera che scrisse ad una figlia spirituale per confortarla e assicurarle che le difficoltà interiori e le tenebre in cui crede trovarsi non sono altro che la luce di Dio, la quale, riflettendosi nell’anima impegnata spiritualmente, scopre i suoi difetti e imperfezioni: «Le ombre che circondano il vostro spirito non sono altro che effetto del ritiro del lume riflesso dall’anima vostra. Il Signore però a questo lume riflesso ha fatto succedere un altro lume assai più vivo e più intenso, e questo lume non è diverso, anzi è quell’istesso che un giorno dovrà unire in celeste connubio la creatura col suo creatore.
Né deve applicare meraviglia se quest’altissima luce produce effetti diversi e quasi, direi così, contraddittori, perché questo non dipende dalle diverse disposizioni e dai diversi stati in cui trovasi l’anima nella quale ciò si va operando. Dapprima detta luce investe l’anima in modo desolante, perché discopre macchie che giammai ella avrebbe visto: e solo lassù avrebbe visto quelle che pure adesso vede» (Ep III, n. 2). Così incoraggia la figlia spirituale a perseverare nel combattimento spirituale e ad abbandonarsi alla santa volontà di Dio che dirige ogni cosa per il bene nostro.
Continua nella stessa lettera: «Son persuaso e comprendo bene che anche dietro tutte l’assicurazioni che vi si fanno, dei pensieri importuni vi affliggeranno sempre; ma ricordatevi che questa è la volontà di Dio; e se è volontà di Dio, conviene piegarsi perché il tutto è per il vostro meglio» (ibidem). La santa volontà di Dio per padre Pio era la via sicura del Paradiso, perciò anziché pregare il Signore che liberasse i suoi figli spirituali dalle difficoltà, li porta a vedere la mano provvida di Dio che vuole la loro santificazione. Senza combattimento non c’è vittoria e senza prove non c’è merito: «Dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono» (Mt 11,12).
Padre Pio voleva tutti in Paradiso, ma sapeva anche bene quanto è difficile percorrere la via che vi ci porta, perciò fino all’ultimo giorno della sua vita terrena si è fatto confessore instancabile per riconciliare folle e folle di anime con Dio, oltre a rispondere alle migliaia di lettere che gli pervenivano da tutte le parti del mondo.
Progredire nella pratica delle virtù cristiane, evitare il peccato, osservare i Comandamenti di Dio, accostarsi ai sacramenti, particolarmente la Confessione e l’Eucaristia, amare la Madonna: sono questi il sentiero stretto che ci porta al Paradiso. Ma quanti lo percorrono?
Così scrive padre Pio a una figlia spirituale per esortarla all’imitazione di Cristo nelle sue virtù, principalmente la sua umiltà, fondamento della vita di perfezione: «Principalmente devi insistere sulla base della giustizia cristiana e sul fondamento della bontà; sulla virtù, ossia, di cui esplicitamente si porge a modello (Gesù); voglio dire: l’umiltà. Umiltà interna ed esterna, ma più interna che esterna, più sentita che mostrata, più profonda che visibile» (Ep III, n. 16).
Così padre Pio spingeva alla pratica delle virtù, esortava a non perdere l’obiettivo principale della nostra vita, ossia la nostra santificazione, ricordando che alla base di tutto vi è la fiducia e l’abbandono in Dio, come si evince da questa lettera: «Statevi di buon animo, abbandonatevi sul cuore divino di Gesù e tutta la vostra cura lasciatela a lui. Tenetevi sempre sull’ultimo luogo tra gli amanti del Signore, stimando tutti migliori di voi; rivestitevi di umiltà verso gli altri, poiché Dio resiste ai superbi e dà la grazia agli umili» (Ep III, n. 1).