I FIORETTI
Passione per le anime purganti
dal Numero 41 del 6 novembre 2022

Fin da bambino padre Pio aveva appreso da mamma Peppa e poi dal suo parroco la devozione alle anime del Purgatorio e la necessità di suffragarle con preghiere e opere buone, e sempre s’impegnò con tutte le sue forze di bambino e poi di adulto ad abbreviare e lenire le sofferenze di queste povere anime fino ad arrivare a nutrire nel suo cuore il desiderio di offrirsi vittima per esse. Desiderio che si realizzò il 29 novembre 1910 quando, in una lettera a padre Benedetto, padre Pio chiedeva di offrirsi vittima per i peccatori e per le anime del Purgatorio: «Ed ora poi vengo padre mio, a chiederle un permesso. Da parecchio tempo sento in me un bisogno di offrirmi al Signore vittima per i poveri peccatori e per le anime del Purgatorio. Questo desiderio è andato crescendo sempre più nel mio cuore tanto che ora è divenuto, sarei per dire, una forte passione. L’ho fatta, è vero, più volte questa offerta al Signore, scongiurandolo a voler riversare su di me i castighi che sono preparati sopra dei peccatori e sulle anime purganti, anche centuplicandoli su di me, purché converta e salvi i peccatori ed ammetta presto in Paradiso le anime del Purgatorio, ma ora vorrei fargliela al Signore questa offerta con la sua ubbidienza. A me pare che lo voglia proprio Gesù» (Ep. I, n. 23). La richiesta fu accordata e ciò significò per padre Pio una catena di sofferenze spasmodiche che accettò con amore; egli stesso ebbe a dire una volta riguardo alla preziosità della sofferenza: «La chiedo a Dio, la bramo per i frutti che mi dà: [...] libera le anime dal fuoco del Purgatorio».
Il Padre cercava di usufruire di tutti i mezzi possibili per suffragare le anime purganti, in particolare della preghiera, a cominciare dalla Santa Messa. Quando aveva notizia di persone defunte celebrava sempre la Santa Messa in loro suffragio e chi ha assistito alla Messa celebrata dal Padre ricorderà che al memento dei morti, come nota padre Agostino, si fermava per circa un quarto d’ora ricordando al Signore l’anima per cui offriva il Santo Sacrificio e tutte le altre anime sofferenti del Purgatorio. E la potenza del Santo Sacrificio per la liberazione delle anime da quel luogo di purificazione il santo cappuccino la sperimentò in diverse occasioni. Una volta, alla richiesta di un confratello di ricordarsi nella Santa Messa del papà morto da oltre trent’anni, il Padre rispose che l’indomani avrebbe applicato la Santa Messa in suffragio di quell’anima. Il giorno dopo, terminata la Messa, padre Pio, commosso, assicurò al confratello: «Oggi tuo papà è entrato in Paradiso!»; e sentendosi dire da questi meravigliato: «Padre Pio sono trascorsi trent’anni di Purgatorio!», gli disse: «Fratello mio, davanti a Dio tutto si paga!».
Sul pianerottolo della scala interna del convento di San Giovanni Rotondo che dal corridoio mena alla sacrestia della vecchia chiesa, c’era e c’è tuttora un quadro con una pagella intitolata “Modo facile e breve per suffragare le povere anime del Purgatorio” in cui è riportato l’elenco delle categorie di anime bisognose di suffragi. Sotto questo quadro vi è una cassetta di legno con dei dadi numerati che corrispondono ai numeri dell’elenco. Padre Pio tutte le volte che saliva e scendeva la scalinata si fermava immancabilmente davanti a quel quadro, estraeva un dado dalla cassettina e, controllato a che categoria di anime corrispondeva (ad esempio: per le anime più abbandonate, per le anime dei sacerdoti, ecc.), proseguiva recitando per quelle anime una giaculatoria, un Requiem æternam e altre preghiere. 
Ma la preghiera che più di ogni altra, dopo la Santa Messa, padre Pio adoperava e raccomandava per suffragare le anime era il santo Rosario. Ai suoi figli spirituali diceva: «Le anime purganti si suffragano con il Rosario e con le opere di carità. Ricorriamo alla Madonna affinché venga in aiuto refrigerando le loro pene ed il fuoco che le tormenta»; e ad un’altra anima, donandole una corona del Rosario, disse: «Ti affido un tesoro: sappi tesoreggiare. Vuotiamo il Purgatorio». Racconta Enedina Mori, una sua figlia spirituale, che il Padre voleva che si recitasse sempre il Rosario per aiutare le anime purganti applicando loro l’indulgenza annessa alla recita della corona, e un giorno, avendogli detto per farlo contento che alcune persone recitavano sempre il Rosario, si sentì subito rispondere di rimando: «Sai cosa dovresti fare quando ti stanchi? Riposati e poi ricomincia». Volesse il Cielo che questa raccomandazione del Padre si scolpisse nei nostri cuori!
Se pensassimo a ciò che egli disse a fra Modestino sulla sofferenza delle anime purganti: «Se il Signore dovesse permettere all’anima di passare da quel fuoco a quello più bruciante di questa terra, sarebbe come passare dall’acqua bollente all’acqua fresca», capiremmo e condivideremmo la preoccupazione e l’ansia del Padre di aiutare queste povere anime ad uscire quanto prima dal Purgatorio.  

di Suor M. Eucaristica Lopez, Il Settimanale di Padre Pio, N. 41/2022

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