I FIORETTI
La Comunione di san Pio
dal Numero 23 del 19 giugno 2022

Non sempre padre Pio era in grado di celebrare la Santa Messa: a volte per motivi di salute non poteva lasciare il letto. Lo consolava allora il pensiero di potersi nutrire delle carni di Gesù, l’Agnello immolato.

Leggo tra le note del mio diario: «Oggi il Padre è rimasto a letto, perché malato. Come capita sempre – quando non può scendere in chiesa a celebrare la Messa – dalle 2.00 ha cominciato a chiedere che gli si portasse la Comunione. Il confratello che l’assisteva ha cercato di tenerlo buono, dicendo di riposare ancora un po’. Ma alle richieste, ripetute ogni quarto d’ora, ha dovuto accontentarlo».

Quanto stiamo dicendo, allora destava in noi grande meraviglia. Poi la pubblicazione delle lettere, scritte da padre Pio ai Padri spirituali, ci ha permesso di scendere un po’ di più – e in tante cose – nell’animo del Santo.

Sul bisogno di nutrirsi del Pane del cielo padre Pio scrive a padre Benedetto: «Ciò che più mi ferisce, Padre mio, è il pensiero di Gesù sacramentato. Il cuore si sente attratto come da una forza superiore prima di unirsi a Lui la mattina in sacramento. Ho tale fame e sete prima di riceverlo, che poco manca che non muoio di affanno. Ed appunto perché non posso di non unirmi a Lui, anche con la febbre addosso sono costretto di andarmi a cibare delle sue carni.

E questa fame e sete anziché rimanere appagata, dopo che l’ho ricevuto in sacramento, si accresce sempre di più. Allorché poi sono in possesso di questo sommo bene, allora sì che la piena della dolcezza è proprio grande che poco manca da non dire a Gesù: basta, che non ne posso quasi proprio più.

Dimentico quasi di essere nel mondo; la mente ed il cuore non desiderano più nulla e per molto tempo alle volte, anche volontariamente non mi vien fatto di desiderare altre cose».

Abbiamo altre indicazioni che ci confermano che il nostro Santo non bramasse che di unirsi a Gesù e di vivere solo di Lui.

Era stato riferito a padre Pio che, in occasione di una prima Messa di un nostro confratello, il padre Pellegrino aveva cantato diversi stornelli, accompagnati da altrettanti brindisi. Nella successiva Confessione in parte se ne accusò in parte si difese, dicendo di non aver ecceduto.

Il Padre, nel raccomandare al suo penitente una giusta astinenza dai cibi, vuole andare oltre; egli vede in essa non solo un mezzo idoneo per tenere il corpo soggetto alle esigenze dello spirito, ma anche la condizione necessaria per far avvertire una fame diversa: quella di Gesù, pane della vita.

«Tu non capisci – diceva il Santo – neppure il significato del digiuno eucaristico. È, questa, una legge, che ha lo scopo preciso di farci considerare Gesù come il nostro vero cibo e la nostra vera bevanda. Quel digiuno prima sta a significare che non dobbiamo desiderare nient’altro che Gesù, e dopo significa che, sazi di Gesù, non dobbiamo sentire il bisogno di nessun altro cibo».

 

Padre Marcellino IasenzaNiro, Padre Pio profilo di un santo, pp. 158-160

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits