
A Betlemme un giorno si venne a sapere che una schiera di Angeli erano scesi dal Cielo annunziando ai pastori che era nato il Messia, il Salvatore del mondo. Ci fu allora un grande scompiglio. Tutti volevano andare a vedere in nascituro, per rendergli omaggio e portargli i doni più preziosi.
I contadini prepararono un cestello con le loro uova fresche e i frutti più dolci, i pescivendoli il miglior pesce, le donne fecero in gran fretta un corredino speciale per il divino Bambinello, e i più facoltosi del paese raccolsero dalle loro case gioielli e oggetti preziosi da presentare al Re dei re.
L’Angelo aveva anche fatto sapere che il luogo della nascita era una semplice grotta, per cui tutti quanti si diressero festanti verso il povero luogo privilegiato dal glorioso evento.
Un artista di strada molto povero, chiamato Beppi, vedendo questa grande moltitudine in movimento, chiese dove era diretta. Gli venne data la sublime notizia che il Redentore era nato proprio a Betlemme, nel suo paese, e si riempì di gioia. Alla felicità, però, sopraggiunse presto la tristezza: guardò nella sua misera bisaccia e si rese conto di non avere alcun dono da presentare al Bambino Gesù! Diceva tra sé: “Tutti vanno a trovare il piccolo Gesù portando qualcosa ed io invece non ho proprio niente! Forse sarebbe meglio non andarci...”. Questo pensiero lo rattristava molto, poiché amava molto il Signore e bramava potergli donare qualcosa che gli fosse gradito.
Un pastore, vedendolo così triste, gli si avvicinò e gli chiese: «Cos’hai?». Il povero artista gli confidò la sua afflizione. «Amico mio – disse il pastore –, non è vero che non hai niente da donare, tu hai il tuo grande talento. Vai da Gesù, mostragli i tuoi giochi e vedrai che lo renderai felice».
Rincuorato dalle parole del pastore, Beppi si fece coraggio, si unì agli altri e si mise in cammino.
Presentatosi al piccolo Gesù rimase subito colpito dalla bellezza e dalla dolcezza del suo volto divino, dai suoi occhi luminosi che si mostravano lieti di vederlo, nonostante la sua misera persona. Incoraggiato da tanta amabilità, e anche dallo sguardo materno della Vergine Madre Maria, Beppi fece ciò che sapeva fare meglio: il giocoliere. Il Bimbo divino, estasiato dalla semplicità di Beppi e felice di vedere i suoi giochi, cominciò a ridere.
Forse nessun dono gli era stato così gradito quanto l’amore con cui Beppi gli presentò i suoi doni con tanta semplicità e gioia.
Ogni anno quando appendiamo le palline colorate sull’albero di Natale, ricordiamoci di rallegrare Gesù Bambino. Come? Sapendo che ciò che lo rende più felice non sono tanto i doni esteriori quanto il nostro impegno nell’amarlo sempre più.