Le testimonianze dei confratelli e dei figli spirituali di padre Pio ci dimostrano tutto il trasporto spirituale con cui il Santo viveva il giorno del Natale. Chiediamo anche noi la grazia di una vera conversione di cuore in questo giorno importante.

Il Natale, secondo varie testimonianze, era la festa liturgica che San Pio amava di più. Si preparava a questa ricorrenza con una meticolosità straordinaria e la celebrava con un trasporto che incantava. Di fronte a Gesù Bambino, il “Dio umanato”, come lo chiamava, padre Pio provava una tenerezza infinita, che lo attanagliava, lo commuoveva fino alle lacrime.
Nei giorni che precedevano il Natale, padre Pio era in fermento, si trasformava completamente, pareva fuori di sé per la gioia.
Padre Ignazio da Ielsi, che fu Superiore del convento di San Giovanni Rotondo dal 1922 al 1925, rivela che il Padre pur essendo, per la sua umiltà, del tutto incapace di chiedere qualcosa per sé, non rinunciava alla Messa della Notte di Natale, amava celebrarla lui nella chiesetta di San Giovanni Rotondo e, benché spettasse di diritto al Superiore del convento, era così manifesto il suo desiderio e tale era la passione?con cui vi si preparava, che nessuno dei superiori?osò mai contraddirlo.
Per tutti quelli che vi potevano assistere, confratelli e figli spirituali, erano dei momenti indimenticabili. Né le intemperie né il freddo pungente e nemmeno il protrarsi della celebrazione sino alle 5 del mattino, potevano dissuadere coloro che cercavano?il Paradiso negli occhi del Santo durante la notte più speciale?di tutte. Prima della Messa, il Padre si intratteneva in preghiera con la gente e il suo viso appariva già trasfigurato. Lucia Iadanza, sua figlia spirituale, ricorda, in alcune pagine di diario, un fatto strepitoso accaduto la notte del 24 dicembre 1922: «I frati avevano portato un grande braciere in sacrestia e molte persone stavano intorno per scaldarsi. Recitavamo il rosario in attesa della Messa. Padre Pio pregava in mezzo a noi. Ad un tratto, in un alone di luce, tra le sue braccia vidi apparire Gesù Bambino. Il volto del Padre era trasfigurato, i suoi occhi rivolti a quella figura di luce che aveva tra le braccia, le labbra aperte in un sorriso stupito. Quando la visione svanì, il Padre, da come lo guardavo, si rese conto che avevo visto tutto. Mi si avvicinò e mi disse di non parlare con nessuno».
Padre Pio non vedeva l’ora di cantare l’ultima lettura dell’Ufficio divino e di intonare il Te Deum di ringraziamento; i suoi occhi si imperlavano di lacrime quando, nel proclamare il Prologo del quarto Vangelo, pronunciava le parole: «E il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi». «Al termine della funzione – racconta ancora un?confratello – padre Pio indossava il piviale bianco intessuto d’oro, incensava la statua di Gesù Bambino e, preceduto dai chierichetti e da alcuni confratelli che reggevano tra le mani le candeline accese, la portava in processione, dal coro all’altare e dall’altare al Presepe, stringendo a sé la piccola culla... Poi, porgeva l’amata statuetta al bacio dei fedeli. Il suo volto era raggiante, luminoso. Le sue labbra disegnavano sorrisi di gaudio mentre tutti poggiavano le labbra sulle ginocchia o sui piedini di Gesù Bambino. Quindi “a cuore aperto e a voce spiegata”, si univa al coro dei confratelli e dei fedeli per cantare Tu scendi dalle stelle, la dolce canzoncina composta da sant’Alfonso M. de’ Liguori».
In sacrestia poi formulava e ricambiava gli auguri dei confratelli e dei figli spirituali con grande emozione e gioia. A padre Agostino scriveva: «Il celeste Bambino faccia sentire anche al vostro cuore tutte quelle sante emozioni che fece sentire a me nella beata notte allorché venne deposto nella povera capannuccia!» (Ep. I, n. 456).
Racconta padre Gerardo di Flumeri, che trascorse l’ultimo Natale con San Pio: «Ricorderò per sempre il Natale del 1963, vissuto accanto a padre Pio, mio amato e venerato padre spirituale [...]. Recatomi nella camera del padre amato, per fargli, per l’ultima volta, gli auguri natalizi, mi sentii misteriosamente attratto verso di lui. Egli, con le guance arrossate come al canto del Te Deum durante la notte, e con gli occhi sfavillanti di gioia e di luce, mi recitò?in latino il versetto del Vangelo di San Giovanni: “Sic Deus dilexit mundum ut filium suum unigenitum. Così Dio ha amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito”. È questa la consolante certezza con cui vivo dalla notte santa di quel Natale di grazia».
Chiediamo a padre Pio la grazia di vivere la venuta del nostro Salvatore ripieni delle stesse sue emozioni, emozioni vere, semplici e forti, di partecipazione, di dolcezza, di compassione, di affetto, di amore verso un Dio fattosi Bambino per noi!