SPECIALE ASSUNTA
Santa Chiara: fedelissimo chiarore della Madonna
dal Numero 30 del 3 agosto 2025
di Suor Ostia del Cuore Immacolato
Santa Chiara d’Assisi è stata una “luce” che ha illuminato e continua a illuminare la terra, grazie alla sua singolare somiglianza con la Madre di Dio, come canta la liturgia ricordando la visita celeste da lei ricevuta al suo glorioso transito.
In un Inno del XIV secolo, composto per l’Ufficio della festa di Santa Chiara, la Santa viene come “introdotta” nel legame unico e consanguineo che unisce la Madre di Dio con la Santissima Trinità. Il testo, intriso della Teologia bonaventuriana, ci sospinge a pregare la Santa di Assisi rivolgendoci a Colei che ci aiuta ad entrare nella famiglia trinitaria, attraverso, appunto, la sua particolare unione-transustanziazione – come direbbe San Massimiliano M. Kolbe – con l’Immacolata Madre di Dio. Riportiamo uno stralcio specifico dell’Inno: «Nel celeste triclinio, dove si contempla Dio così com’è, al corale tripudio si unisce la vergine Chiara. È ricevuta negli amplessi del santuario della Trinità, Maria con le vergini fa ingresso nel loro coro. Sono comandate di presentare un pallio di mirabile bellezza, come insigne premio di un manto di beatitudine. Con esso la Madre del Signore copre il casto corpicello di Chiara, mai soggetto ad alcun peccato, lo conduce al bacio dello sposo. Al Figlio dell’eterno Padre, o Maria, vergine delle vergini, con il consiglio dello Spirito, uniscici nel regno delle luci. Amen». L’Inno, evidentemente, fa riferimento al santo transito della vergine di Assisi e ci mostra chiaramente come, nei secoli, il parallelismo di Chiara-altra Maria fosse diffuso e contemplato anche nei suoi risvolti di trasparenza trinitaria, proprio per quel suo “confondersi” nel volto della Madre, al momento della morte. Santa Chiara, riassumendo il messaggio dell’antico Inno, era così somigliante all’Immacolata da far innamorare Dio Uno e Trino. La Madre Serafica è stata “luce” su questa terra – così come il suo nome fa intendere –,luce di irradiazione dell’Immacolata Madre di Dio. La chiarità della Serafina di Assisi è del tutto soprannaturale e trascendente, di pura grazia. Sia la Bolla di Canonizzazione sia la sua biografia principale (quella del Beato Tommaso da Celano) giocano sul nome di Chiara, in quell’annuncio che fin dal grembo materno manifestò tale chiarore di grazia. Se sappiamo leggere la radice che dal nome di “Chiara” va al termine di clarità, chiarore e luce, non possiamo che risalire subito a quel chiarore di Spirito Santo che riempiva in pienezza l’Immacolata Concezione, fin dal suo primo esistere. Il momento solennissimo della morte della Santa rappresenta, allora, solo la “coronazione” di una somiglianza e di una progressiva “transustanziazione” che ha invaso tutta la sua esistenza terrena. Di fatto, la definizione della Madre Serafica come “Impronta della Madre di Dio”, “Matris Christi vestigium” e, ancor più, “altra Maria”, rispecchia “in toto” e in modo sublime la sua somiglianza con l’Immacolata Madre di Dio. Sia la vita come le testimonianze e gli scritti certificano come Santa Chiara abbia impersonato Maria Santissima a tal punto che al momento della morte non si poteva più ben “discernere” la faccia dell’una dall’altra. Eppure, Santa Chiara non è una Santa molto conosciuta, rimane sempre un po’ all’ombra del Serafico Padre San Francesco. Anche in questo possiamo applicare l’ennesimo parallelismo di Santa Chiara con il nascondersi dell’Ancella del Signore nei Vangeli, così da far emergere e dare tutta l’attenzione sul Figlio di Dio e Redentore. Pensiamoci bene: Santa Chiara ha avuto la prerogativa di assomigliare perfettamente alla Madonna ed è forse una delle Sante più gigantesche della storia e, ora che si trova in Paradiso, nonostante i secoli che ci separano dal suo beato transito, può intercedere in modo singolarissimo per coloro che la invocano e pregano con fiducia. Preghiamola, dunque, per la sua grande intercessione al cospetto della Mediatrice di tutte le grazie.
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