SPECIALE ASSUNTA
La fede non va in vacanza
dal Numero 30 del 3 agosto 2025
di Antonio Farina/1
Siamo nel periodo delle vacanze, tempo di riposo e, purtroppo, tempo di perdizione per molti. In questa prima parte dell’articolo vediamo i dati statistici riguardanti le ferie, dati che possono far piacere dal lato economico; ma dal punto di vista spirituale, cosa succede durante le vacanze?
Una delle caratteristiche più peculiari del modo di vivere “all’occidentale” è quella di alternare periodi di lavoro a periodi di vacanza, feria, villeggiatura. Ma – si sa – il mondo si è globalizzato e si può dire che oggi i turisti e i vacanzieri provengono da ogni parte del globo. Tutti quelli che possono permetterselo, lavoratori, operai, impiegati, insegnanti, studenti, famiglie intere e pensionati, tutti “staccano la spina” e vanno in vacanza. Questo avvicendamento, in realtà, è una consuetudine antica: nel mondo romano di duemila anni fa, le feriæ erano giorni in cui era proibito svolgere attività lavorative o amministrative e si dividevano in “ferie pubbliche”: dedicate al culto ufficiale e alla celebrazione di festività pagane, come i Saturnalia, i Consualia, i Lupercalia, ecc, e in “ferie private”: giorni dedicati al culto familiare e alle devozioni private. Un po’ come oggi, oltre alle feriæ, i romani avevano anche i ludi, giochi e spettacoli pubblici, che di sovente coincidevano proprio con le ferie, aggiungendo un aspetto ludico ai festeggiamenti. Quello che distingueva nettamente le ferie romane dalle moderne vacanze, come le intendiamo oggi, era il loro forte legame con la religione e la tradizione. Anche in questo senso, nei secoli, lo stile di vita si è sempre più “mondanizzato”. Lo scoccare del tempo delle ferie estive è diventato un rituale a cui nessuno si sottrae e la febbre di italiani, inglesi, francesi ecc. torna a salire. Qualche dato statistico aiuta a capire il livello che hanno raggiunto le “vacanze”. Nei primi mesi del 2024 (anno di cui sono disponibili i dati), per il periodo invernale, circa 8,3 milioni di italiani hanno scelto la montagna, con una tendenza ai soggiorni brevi: il 62% dei viaggiatori ha pernottato al massimo due notti; solo il 29% ha scelto soggiorni tra tre e cinque giorni. Anche l’estate 2024 si è confermata positiva. Secondo un’indagine condotta da Tecnè per Federalberghi, oltre 15 milioni di italiani hanno scelto il mese di giugno per le proprie vacanze, con 8,7 milioni di famiglie in viaggio con figli e nipoti... Il 90% di loro è rimasto in Italia, scegliendo prevalentemente il mare (68%), seguito da montagna (10,8%), città d’arte (10,7%) e laghi (3%). Per chi ha viaggiato all’estero, le mete più richieste sono state le grandi capitali europee (53%), le crociere (25,3%) e le località di mare (14%)... Le Casse dell’Erario Italiano gongolano: il settore turistico rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia, generando un impatto significativo sul PIL e sull’occupazione. Bene anche i dati di ferragosto 2024: dalle stime di Confcommercio sono stati 13 milioni gli italiani in viaggio, con una spesa complessiva tra i 6,7 e i 7 miliardi di euro. Quest’anno, 2025, la vacanza sarà ancora più «italiana»: l’82% dei viaggiatori resterà infatti nel Bel Paese. Le regioni più gettonate: Emilia Romagna, Calabria, Sicilia, Campania, Puglia, Liguria e Toscana. Tra le destinazioni estere, le più richieste rimangono Grecia, Spagna e la costa mediterranea francese. Il bilancio estivo dell’anno scorso ha evidenziato circa 215 milioni di presenze turistiche, con una crescita dell’1,6% rispetto al 2023. Il turismo internazionale è stato in crescita del 4%, mentre quello domestico registra una sostanziale tenuta. Nel trimestre estivo (giugno-agosto 2024), i turisti hanno speso 11,7 miliardi di euro per la ristorazione, all’interno di una spesa complessiva di 62 miliardi. Grazie a questi numeri, l’Italia si posiziona al secondo posto tra i Paesi UE per presenze turistiche, superando la Francia (450,1 milioni) e restando dietro solo alla Spagna (501,1 milioni), che ci precede anche per numero di visitatori stranieri (320,7 milioni). E questo è l’aspetto economico: cifre da capogiro. Ma qual è il risvolto della medaglia? Il fatto è che “vacanza” è diventato sempre più spesso sinonimo di “divertimento-ad-ogni-costo”, trasgressione, adrenalina, fuga dalle responsabilità, anche quelle legate alla fede e alla sfera spirituale. Quasi che si volesse chiudere in un cassetto le pratiche quotidiane del cristiano e mandare in “vacanza” anche l’anima. Ma la fede non va in vacanza. /continua
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