RELIGIONE
L'anniversario di una grande madre
dal Numero 27 del 13 luglio 2025
di Maria Teresa Brancato
Il 13 luglio di ogni anno è una ricorrenza cara per la numerosa discendenza della Serva di Dio Licia Gualandris. Il giorno che commemora la sua nascita è un’occasione per ricordare i suoi mirabili esempi di sposa e mamma veramente cristiana.
In questi tristi tempi in cui si è persa la fede e rinnegato Dio e il suo amore per noi, può essere utile evidenziare la carità e la tenacia della Serva di Dio mamma Licia, vera madre e vera “martire”, come un giorno la definì padre Pio stesso, per tutte le immense fatiche e continui travagli che ha saputo accettare e sopportare, senza lamentarsi, rimanendo sempre ancorata ai principi della dottrina cristiana. Dopo la sua morte, i figli nel mese di luglio si recavano nella sua città natale, per festeggiare la ricorrenza della sua nascita avvenuta il 13 luglio 1907 a Nembro, delizioso paese della Val Seriana, vicinissimo alla città di Bergamo, famosa per bellezza e tradizione. In quell’occasione, accompagnati dal fratello sacerdote padre Stefano M. Manelli, si incontravano presso il famoso Santuario della Madonna dello Zuccarello che dista 4/5 km da Nembro, tanto caro a mamma Licia che spesso ai figli raccontava della bellezza del posto e della fatica che al tempo si faceva per raggiungerlo a piedi e in salita. Non c’erano infatti ancora i mezzi di trasporto, ma solo gli asinelli che trasportavano i pellegrini, e a questo proposito c’era una canzoncina che mamma Licia ha ricordato anche prima di morire e che comincia così: «Andremo allo Zuccarello a cavallo di un asinello, trotta somarello per andare allo Zuccarello...». Soprattutto però parlava della grande devozione alla Vergine, rappresentata come Santissima Madre della Misericordia in un bellissimo quadro mentre sostiene sulle ginocchia il suo Figlio divino, appena deposto dalla Croce. Il 13 luglio perciò è diventata una data fondamentale e molto attesa per figli, nipoti, famigliari e devoti della Serva di Dio mamma Licia, sposa fedele di Settimio, madre eroica di ventuno figli e devotissima e amata figlia spirituale di padre Pio, morta in odore di santità il 18 gennaio 2004. Lei era molto legata a questa Madonna che diceva essere tanto miracolosa, perché durante la seconda Guerra mondiale aveva salvato dalla morte molti giovani di Nembro chiamati alle armi, tra cui suo fratello Giulio, il quale, trovandosi in pericolo di morte, aveva invocato la Madonna dello Zuccarello che poi lo salvò. Mamma Licia, fin da piccola, specialmente per opera del suo parroco don Giulio Bilabini, era stata educata ai valori cristiani e in particolare alla devozione alla Santissima Madre della Misericordia del Santuario dello Zuccarello, che si erge su una collina e che domina, quasi a volerli proteggere, il paese di Nembro e la Val Seriana. Fin da adolescente, verso i 15/16 anni, con frequenti preghiere, aveva chiesto alla Vergine di farle conoscere un bravo giovane religioso e Lei non poté esaudirla meglio che facendole incontrare un uomo retto, dalla fede ardente, convertito ad opera di padre Pio; un uomo che in viaggio di nozze la condurrà a San Giovanni Rotondo per farglielo conoscere e affidarla alla protezione di questo straordinario Santo. Nella felice ricorrenza del 13 luglio, il Santuario era sempre stracolmo. Non c’erano, infatti, soltanto i figli con i rispettivi mariti, mogli, nipoti e pronipoti ad essere saliti fino allo Zuccarello, ma c’erano anche i Frati e le Suore di padre Stefano, il figlio Sacerdote e Fondatore della famiglia religiosa dei Francescani dell’Immacolata, c’erano pure i parenti della Serva di Dio e quelli di papà Settimio giunti da Teramo e tanti devoti che avevano conosciuto e frequentato mamma Licia a Roma e a Frigento, dove c’è un altro santuario dedicato alla Madonna del Buon Consiglio. Quest’ultimo è stato da lei frequentato assiduamente dal 1990 in poi, cui ha donato a perenne memoria la grande e bella vetrata a colori della Madonna del Buon Consiglio che si trova sopra il portone centrale del santuario. Naturalmente il cuore della festa era la concelebrazione della Messa solenne presieduta da padre Stefano. Al lato dell’altare, vicino alla balaustra, spiccava un quadro con la foto di mamma Licia, dallo sguardo pieno di amore e di dolcezza. La Messa era allietata dal canto delicato delle Suore e nel finale dai nipoti e pronipoti che cantavano una canzone composta e musicata dalle nipoti Maria e Paola in onore di mamma Licia. Il momento più emozionante però era sempre la predica di padre Stefano, specialmente quando ricordava la mamma, cresciuta alla scuola di padre Pio. In una di queste spiegava come l’impronta in lui stampata dalla mamma è stata incisiva e decisiva nella spinta al bene da compiere fedelmente dietro il suo esempio materno così luminoso e il suo ammaestramento così amabile, che è difficile pensarne uno superiore ad esso. C’erano anche, ogni volta, le testimonianze piene di tenerezza e ammirazione dei figli che affermavano che la sua gloria più grande erano state le sue ventuno maternità donate da Dio e volute, senza riserve o limiti, generosamente, coraggiosamente ed eroicamente. Elogiavano la sua capacità di essere sempre disposta a tutto, nel sacrificarsi per i figli fino in fondo senza risparmio di fatiche, e che proprio per questo ha accumulato molti meriti. Non mancavano le testimonianze di chi l’aveva conosciuta e la ricordava soprattutto per la sua forte fede, per l’amore a Gesù e Maria Santissima, per la preghiera così raccolta quand’era in chiesa, per la frequenza quotidiana alla Santa Messa e Comunione, come pure per la sua amabilità nel saper confortare, rassicurare e consolare tutti. Sicuramente mamma Licia, dal Paradiso, si sarà ogni volta commossa nel vedere non solo i figli, i nipoti e i pronipoti, ma anche tanti devoti che manifestavano il loro amore per lei e pregavano perché al più presto salisse agli onori degli altari. Ogni volta, dopo la Santa Messa, tutti si riunivano nella sala del pellegrino per il pranzo al sacco e poi, chi voleva, andava a visitare a Nembro la chiesa parrocchiale dove mamma Licia si era sposata e infine la casa dove era vissuta. Così si chiudeva sempre la giornata lasciando nel cuore di ognuno tanta gioia e serenità. Veramente mamma Licia è stata per i figli e per quelli che l’hanno conosciuta come un raggio di sole, una dispensatrice di amore e, con la sua grande pazienza e serenità, ha dimostrato che la vita cristiana è bella e porta con sé la gioia.
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