I FIORETTI
San Pio, ostia immolata
dal Numero 21 del 1 giugno 2025
La Santa Messa è lo stesso medesimo Sacrificio del Calvario riproposto sugli altari delle nostre chiese. Lungi dall’essere un semplice “simbolo”, un “ricordo” o una “copia”, il Sacrificio della Santa Messa è sostanzialmente lo stesso Sacrificio di Cristo sulla Croce che si rende presente nel sacramento dell’Eucaristia. Ai Sacerdoti è stato dato il potere di compiere questo miracolo eucaristico: transustanziare il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Gesù, ovvero renderlo realmente presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità nella santa Ostia; sì, lo stesso Gesù che è nato a Betlemme, è vissuto a Nazareth, ha insegnato nella sinagoga, ha guarito gli ammalati, è stato crocifisso per una ingiusta condanna, è morto e risorto, si dona a noi nella Santa Messa come cibo perché, nutrendoci di Lui, possiamo anche noi morire con Lui e con Lui risorgere. Partecipare alla Santa Messa è di vitale importanza, infatti ne va della nostra salvezza eterna, e la santa Comunione è il dono più grande che ci è stato dato, con la possibilità di unirci e diventare “uno” con Gesù. San Pio da Pietrelcina viveva tutto questo e le sue Messe erano tutte estatiche, vissute in unione a Gesù Eucaristico; Sacerdote misticamente configurato a Cristo Crocifisso, quando incontrava le anime, queste sperimentavano l’amore di Dio, la forza nell’affrontare i sacrifici, la grazia di un’autentica conversione. Il Sommo Pontefice San Giovanni Paolo II disse: «Chi si recava a San Giovanni Rotondo per assistere alla sua Messa o per confessarsi [...] scorgeva in lui un’immagine viva di Cristo sofferente e risorto». Le sacre stimmate che ha portato impresse per cinquant’anni ne sono la prova: per questi segni la sua unione con Cristo Crocifisso è stata resa visibile, per cui ha adempiuto la sua missione di “anima vittima”, co-immolato con Cristo per la salvezza delle anime. La Santa Messa era il Calvario nel quale avveniva giornalmente questa sua unione alla Passione di Gesù. I dialoghi con i suoi figli spirituali sono rivelatori di come San Pio viveva la Santa Messa. A una figlia spirituale che gli chiese come facesse a resistere in piedi per tutta la durata della Messa con le piaghe sanguinanti, rispose: «Figlia mia, durante la Messa non sto in piedi: sto appeso». Ancora diceva: «Tutto quello che ha sofferto Gesù nella sua Passione, indegnamente lo soffro anch’io, per quanto è possibile a creatura umana». Dunque, come Gesù, padre Pio viveva l’agonia interiore del Getsemani, la flagellazione, la coronazione di spine “intorno a tutto il capo”, la Via Crucis fino alla Crocifissione e Morte. La Comunione è il momento centrale della Messa dove avvengono le più sublimi esperienze mistiche come testimonia il nostro Santo: «Il Cuore di Gesù e il mio […] si fusero. Non erano più due cuori che battevano ma uno solo, il cuore mio era scomparso»; «nell’atto di consumare le sacre specie dell’Ostia santa, una luce subitanea mi pervade tutto l’interno e vedo chiaramente la celeste Madre con il Figlio bambino in braccio, che insieme mi dicono: “Quietati! Noi siamo con te, tu ci appartieni e noi siamo tuoi”». La presenza della Vergine Maria era attiva: accompagnava padre Pio all’altare donandogli santi affetti come fuoco d’amore a Dio e ai fratelli. La missione dell’Addolorata Corredentrice era la missione personale di padre Pio, il quale si univa alle sofferenze di Lei per “corredimere” le anime; infatti, come insegna la Costituzione Dogmatica Lumen Gentium, Maria «soffrì profondamente col suo Figlio unigenito e si associò con animo materno al sacrificio di Lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata». Per assistere con devozione e frutto alla Santa Messa, si deve stare come la Vergine Addolorata ai piedi del Calvario, perché «ci ottenga dal suo santissimo Figliuolo di farci penetrare sempre più nel mistero della croce ed inebriarci con Lei dei patimenti di Gesù». Sul come assistere al Santo Sacrificio dell’altare e riguardo i benefici che se ne ricavano, padre Pio si esprimeva in questi termini: «Nell’assistere alla Santa Messa, rinnova la tua fede e medita quale Vittima si immola per te alla divina Giustizia per placarla e rendertela propizia. Non allontanarti dall’altare senza versare lagrime di dolore e di amore per Gesù, crocifisso per la tua eterna salute. La Vergine Addolorata ti terrà compagnia e ti sarà di dolce ispirazione». San Pio è stato Sacerdote divenuto esso stesso ostia-vittima immolata per la salvezza delle anime; durante la Santa Messa era pervaso da un fuoco d’amore di Dio e dei fratelli, tanto che esclamava: «Sento il cuore e le viscere tutte assorbite da fiamme di un grandissimo fuoco che si vanno sempre ingagliardendo». Era il fuoco d’amore che lo animava a portare avanti la missione alla quale il Signore lo aveva chiamato, associandosi all’opera di Redenzione delle anime fino a dare la vita per esse. A ragione affermava: «La mia missione è quella di salvare le anime». San Pio da Pietrelcina: vero modello di vita eucaristica che ha vissuto appieno il «comandamento nuovo» dato da Gesù: «Che vi amiate gli uni gli altri; come io ho amato voi, anche voi amatevi gli uni gli altri» (Gv 13,34). di Fra Paolo M. Pio da Ancona
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