
La presenza della Madonna è stata una costante in tutta la vita di padre Pio, dall’alba al suo tramonto, tanto da fargli affermare: «Io mi sento come una barchetta a vela, spinto dal respiro della Mamma celeste». Il ritratto vero di padre Pio sarebbe incompleto se non si desse rilievo alla componente spirituale mariana. Nella sua lunga vita è sempre presente la figura della Madonna. È un amore che nacque a Pietrelcina, sotto gli occhi della Madonna della Libera, e risplendette sino al tramonto terreno avvenuto a San Giovanni Rotondo sotto lo sguardo della Madonna delle Grazie, con le parole: “Gesù, Maria!”. Tanta parte del segreto di santità di padre Pio viene illuminato dalla Madonna, che si fa presente negli anni d’infanzia, come Madre rasserenatrice; nelle ore più oscure della vita, come alleata nella lotta; nell’estenuante apostolato, come consigliera e guida; e al termine della vita, come porta del Cielo.
Molte cose di questo rapporto filiale di padre Pio con la Mammina celeste le apprendiamo da padre Agostino, il quale riporta parecchie estasi che il Santo ebbe durante il breve soggiorno a Venafro, nel novembre 1911, e a Pietrelcina, in cui ordinariamente apparivano a San Pio Gesù, la Madonna e l’Angelo custode. Padre Agostino ne riferisce i colloqui, dal 28 novembre al 3 dicembre, nei quali si può comprendere l’intensità d’amore per la Madonna che padre Pio più volte chiama con gli appellativi di “Mammina, Mamma mia, quella Signora, la Madre tua, Mammina cara”. Nell’estasi del 29 novembre giunse a dirle: «Senti, Mammina... io ti voglio bene più di tutte le creature della terra e del cielo... dopo Gesù, s’intende... ma ti voglio bene». In quella del 3 dicembre, così le parlò: «Sei bella. Mamma mia... io mi glorio di avere una Mammina così splendida». In un’altra estasi, le riconfermò: «Sì, sei bella... Se non ci fosse la fede, gli uomini ti direbbero Dea... gli occhi tuoi sono più risplendenti del sole... sei bella, Mammina, me ne glorio, ti amo... deh aiutami!».
La Madonna veramente gli si mostrava come Madre premurosa. In una lettera del 1° maggio 1912 il Padre scrive: «Quante volte ho confidato a questa madre le penose ansie del mio cuore agitato! e quante volte mi ha consolato!... Nelle maggiori afflizioni mi sembra di non aver più madre sulla terra; ma di averne una molto pietosa nel cielo» (Ep I, n. 76). Nella stessa lettera, espone addirittura la delicatezza della Madonna che lo accompagna all’altare: «Povera Mammina, quanto bene mi vuole! L’ho constatato di bel nuovo allo spuntare di questo bel mese. Con quanta cura mi ha ella accompagnato all’altare questa mattina. Mi è sembrato ch’ella non avesse altro a pensare se non a me solo col riempirmi il cuore di santi affetti» (ibidem). Anzi, le premure della Madonna nei suoi riguardi toccavano la ricercatezza. Il 6 maggio 1913 scrive ancora: «Questa cara Mammina seguita a prestarmi premurosamente le sue materne cure, specialmente in questo mese. Le di lei cure verso di me toccano la ricercatezza... Che cosa ho io fatto per aver meritato tanta squisitezza?»
(Ep I, n. 126). Per tanta tenerezza si sentiva «bruciare senza fuoco»: «Quando mi trovo alla presenza sua ed a quella di Gesù [...] mi sento tutto bruciare senza fuoco; mi sento stretto e legato al Figlio per mezzo di questa Madre, senza neanche vedere le catene che tanto stretto mi tengono» (ibidem).
La Madonna lo sostenne nelle tante prove che dovette affrontare nel corso della sua lunga vita, tanto che il 26 maggio 1910 scriveva: «Mi dispiace solo... di non aver mezzi sufficienti da poter ringraziare la nostra bella Vergine Maria, ad intercessione della quale io non dubito affatto di aver ricevuto tanta forza dal Signore, nel sopportare con sincera rassegnazione le tante mortificazioni, alle quali sono andato soggetto di giorno in giorno» (Ep I, n. 5). E ancor di più per la protezione materna nelle persecuzioni che patì da parte del demonio, il 2 giugno 1911 scriveva così: «Il comune nostro nemico seguita a muovermi guerra e finora non ha dato segno alcuno a volersi ritirare e darsi per vinto. Egli mi vuole perdere ad ogni costo... Ma molto sono obbligato alla comune nostra madre Maria nel respingere queste insidie del nemico. La ringrazi anche lei questa buona madre per tali grazie singolarissime, che tutti i momenti mi va impetrando» (Ep I, n. 37).
Padre Pio rivelò, inoltre, a padre Pellegrino Funicelli che la Vergine condivideva con lui la missione di dispensare la misericordia divina: «Lei mi accompagna nel confessionale – disse – per mettermi a disposizione dei fratelli e mi mostra, sempre coperte dal velo della sua pietà, le anime innumerevoli in attesa di un’assoluzione distruttrice di ogni male e creatrice di ogni bene. Per merito e volere suo ho la gioia di contemplare questo fenomeno di grazia con i miei occhi ed ho anche la gioia di vedere interpretato, come vuole Lei, il significato delle mie assoluzioni e di tutte le opere che vengono appresso. Io la prego sempre di venire vicino a me, di suggerirmi quanto devo dire e la prego di suggerire anche ai miei figli spirituali quello che devono dirmi. E sono sicuro di essere ascoltato da Lei».
La Madonna è sempre stata il punto di riferimento e il segreto della potenza delle preghiere del Santo Cappuccino, soprattutto a favore dei tanti bisognosi che si rivolgevano a lui. Il suo intimo colloquio con il Signore si svolgeva tenendo fissi gli «occhi negli occhi della Mamma celeste», avendo piena consapevolezza che, come soleva dire, le nostre preghiere valgono niente o quasi niente, mentre «diventano quasi onnipotenti, quando sono accompagnate, come in un duetto, dalla intercessione della Madonna».
Parlando della Madonna, o recitando l’Angelus, o leggendo in chiesa la “Visita a Maria Santissima”, raramente riusciva a trattenere la commozione. Si commosse quando Beniamino Gigli, nell’orto del convento, gli cantò l’Ave Maria del Gounod. La sera, in camera, non si metteva a dormire se prima non fosse stata detta da lui e dai presenti l’Ave Maria. Si trasfigurava in volto, fermandosi a pregare dinanzi a qualunque immagine della Madonna, dovunque fosse esposta. Era il “Frate del Rosario”. Lo portava sempre avvolto alla mano o al braccio, e altri rosari li teneva sotto il guanciale, sul comodino della cella. Chiamava, la corona, la sua «arma».
Un confratello e studioso di padre Pio, fra Marcellino IasenzaNiro, lo ha definito «un grande innamorato della Madonna». Un innamorato che anelava a trasmettere questo amore ai suoi figli spirituali e ai suoi devoti. «Vorrei avere una voce sì forte – ha scritto il Frate di Pietrelcina nel 1912 a padre Agostino – per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna. Ma poiché ciò non è in mio potere, ho pregato, e pregherò il mio angiolino a compiere per me questo ufficio» (Ep I, n. 76). Lui, però, non rinunciava a svolgere questo compito dove e verso chi la sua «voce» poteva arrivare. A cominciare dalla sua comunità, dai suoi confratelli. Lo ha attestato fra Pellegrino che, in una conferenza tenuta a San Giovanni Rotondo nel 1985 ha raccontato: «Sempre, in ogni circostanza, come confratello e soprattutto come confessore egli, con gli esempi e con gli atteggiamenti oltre che con i suggerimenti e le esortazioni, mi aveva invogliato a venerare la Mamma celeste, mi aveva esortato a gustare la gioia di amarla svisceratamente». In una circostanza, allo stesso confratello, padre Pio confidò: «Se i miei figli spirituali si convinceranno di questa fede e devozione verso la Madre Benedetta, non crederò di aver lavorato invano in questo mondo e alla mia morte riposerò in pace».
Il malato o il sofferente che lo implorava d’aiuto, il Padre così lo indirizzava: «Raccomandati alla Madonna. Prega la Madonna». Spesso donava ai figli spirituali delle immaginette di Maria Santissima, dietro alle quali aveva scritto un’implorazione mariana o un invito a seguirla, ad amarla. A chi gli chiese un giorno un biglietto d’ingresso sicuro per il Paradiso, padre Pio con accento dolcissimo rispose: «Eh, ci vuole la Madonna, ci vuole la Madonna!».
Un giorno un frate chiese a padre Pio: «Cosa fare per essere santo?». E lui: «Ti spunteranno le ali... se sarai devoto alla Madonna». Che in questo mese di maggio possano spuntare le ali anche a noi tutti che, come figli, accogliamo l’eredità di questo grande “innamorato della Madonna”: «Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il santo Rosario».
di Suor M. Eucaristica Pia Lopez