SPIRITUALITÀ
L’“Avvento” liturgico. Che cosa è?
dal Numero 45 del 26 novembre 2023
di Padre Stefano M. Manelli

Siamo quasi alle porte dell’inizio del nuovo anno liturgico che si aprirà con l’Avvento di preparazione al Natale del Signore. Lasciamo che sia l’Immacolata a preparare i nostri cuori alla venuta del Salvatore, chiediamole di infondere in essi i suoi sentimenti e le sue disposizioni.

È il tempo liturgico che ci prepara spiritualmente alle solennità del Santo Natale e dell’Epifania. In quattro settimane di tempo, infatti, la liturgia dell’Avvento vuole disporci interiormente alla venuta del Signore Gesù, il Verbo Incarnato, concepito e nato dalla Santissima Vergine Maria per opera dello Spirito Santo. 
I titoli delle quattro Domeniche di Avvento, di fatto, esprimono molto bene il contenuto e il valore della grazia divina che l’avvento di Gesù arreca all’intera umanità:

- I Domenica di Avvento: «Alzate il vostro capo: s’avvicina la vostra redenzione» (Lc 21,28).
- II Domenica di Avvento: «Sei tu colui che deve venire o ne dobbiamo attendere un altro?» (Mt 11,3).
- III Domenica di Avvento: «Sta in mezzo a voi uno che non conoscete» (Gv 1,26).
- IV Domenica di Avvento: «Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri» (Mc 1,3). 

Partecipando attentamente alla Santa Messa delle quattro Domeniche di Avvento, noi potremo capire sempre meglio il dono divino dell’avvento di Gesù, di Colui che è il Salvatore per la nostra salvezza eterna. Per questo l’Avvento vuole prepararci all’immenso mistero della nostra salvezza.

La nostra risposta all’“Avvento” del Salvatore
È chiaro che la risposta personale della nostra anima per l’Avvento non può che essere una immensa gratitudine verso il divin Salvatore che viene a noi, come esortava anche san Bernardo, al riguardo, con queste sue parole: «Fin nel più profondo di te stesso, va’ incontro al tuo Dio». 
Ed è sublime il pensiero di sant’Agostino che ci spiega il contenuto dell’ineffabile mistero dell’Avvento con le parole: «Il Padre aveva un Figlio Unigenito, e ne fece il Figlio dell’uomo e, in cambio, d’un figlio dell’uomo fece un figlio di Dio», e, con parole ancora più scultoree, lo stesso sant’Agostino afferma che «Dio si fece uomo, perché noi potessimo essere figli di Dio».

Sublimità delle cose divine che il mistero dell’Avvento porta a noi attraverso Maria Santissima, la divina Madre Semprevergine, alla quale non può non andare ugualmente la nostra immensa riconoscenza e gratitudine, giacché fu di Lei che la donna del popolo, illuminata dall’Alto, disse a Gesù: «Beato il seno che ti ha portato e le mammelle che hai succhiato» (Lc 11,27).

Se è vero che la Chiesa celebra l’Avvento con la caratteristica penitenziale che è propria dell’attesa per l’Avvento (nella Chiesa, infatti, vengono adoperati i paramenti violacei, senza il canto del Gloria alla santa Messa, e con la rimozione dei fiori dagli altari), è ben visibile e percepibile, tuttavia, la presenza di un profondo senso della gioia interiore espresso dai testi liturgici del Messale e del Breviario.
Nel più profondo significato dell’Avvento, infatti, il vero cristiano non può non scoprire che sulla terra il dramma del mondo ? che sta tutto nel peccato, “sotto il potere di satana, il maligno” (cf 1Gv 5,19) – si risolverà soltanto con la Nascita, Passione, Morte e Risurrezione di Cristo per il trionfo del Regno di Dio, e la beatitudine del suo Corpo mistico nei Cieli dell’infinito ed eterno amore di Dio Padre+Figlio+Spirito Santo.   

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