SPIRITUALITÀ
"Non impedirmi di amarlo"
dal Numero 34 del 10 settembre 2023
di Paolo Risso

Figlia di un miscredente ad alti gradi, Germaine afferma con coraggio il suo amore a Gesù Cristo. Anche la figlia di Degasperi fu pronta a lasciare tutto per seguire il Crocifisso. Egli continua tuttora ad affascinare e attrarre a sé schiere di anime.

Mi è ricapitata tra le mani una testimonianza bella e voglio condividerla con i “miei” lettori.

Germaine Jaurrè, figlia di Giovanni Jaurrè (1859-1914), ateo e capo del socialismo francese. Un giorno, la giovane Germaine corse incontro a suo padre: «Papà, ho 20 anni, pensa un po’ anche a me e non solo ai tuoi comizi». «Ho capito bene, sai! Dunque, chi è il tuo ragazzo?».

Germaine rispose: «Oh, finalmente l’ho trovato anch’io. È il migliore, il più bello e il più buono che si possa pensare. È solo un po’ povero». «Voi ragazze vi mettete sempre in testa delle cose storte...». «Papà, ti mostro la sua fotografia».

Germaine estrasse di tasca il “suo” crocifisso e lo mostrò al padre, spiegandogli piano, con un fil di voce: «Eccolo, ora lo sai, si chiama Gesù». Giovanni Jaurrè rabbrividì ed ebbe subito voglia di coprire di insulti la figlia, ma prima che trovasse le parole per farlo, Germaine continuò: «Devo anche dirti subito come è andata, come mi sono innamorata di Lui. Alcuni giorni fa sono andata a passeggio con una mia amica. Ci siamo imbattute in un crocifisso calpestato, profanato, infangato. La mia amica lo ha visto, ma non ci ha fatto caso, non le interessava nulla e passò oltre. Io invece l’ho ripulito, mettendomi in ginocchio in mezzo alla strada, in preghiera».

Jaurrè tremava. La figlia continuò, implacabile: «Tu sai che non so troppo pregare. Ma ho deciso, come per una sua chiamata dirompente, di mettermi dalla sua parte, con Lui che è sempre stato povero, che ha infuso coraggio ai poveri, che è morto inchiodato a una croce, in espiazione dei peccati del mondo, che ha solo perdonato. Papà, io non ti impedisco di odiarlo (anche se vorrei che tu lo amassi), ma tu non devi impedirmi di amarlo... Ma se tu pensassi bene, dovresti metterti anche tu con Lui».

Qualche tempo dopo, Germaine Jaurrè lasciò la sua famiglia, il suo avvenire che sarebbe stato brillante, e si fece carmelitana.

 

Chi è Costui?

Storie come quella di Germaine succedono anche oggi, tra i giovani che vivono la fede cattolica di sempre, la Tradizione cattolica di sempre, che sola mostra il vero Gesù, l’uomo-Dio, l'affascinante, l’avvincente, capace di innamorare e conquistare le anime al più eroico sacrificio, non il Gesù “dimidiato”, “censurato” dei modernisti, re detronizzato e ridotto a filantropo.

Alcide De Gasperi (1881-1954), capo del governo italiano (1946-1953), quando la sua figlia dilettissima, Lucia, laureata in lettere classiche, lasciò tutto per farsi suora, citava Montalembert, che pure aveva dato una figlia a Cristo nella vita religiosa, e diceva: «Ma chi è questo Gesù che da più secoli, appeso al patibolo degli schiavi, continua ad attrarre a sé l’intelligenza, la gioventù e l’amore?».

Ma questa domanda fa parte di una pagina bellissima di Montalembert su Gesù che vorrei divulgare tra i lettori. Scrive Montalembert: «I consacrati hanno compreso che cosa sia la vita, prima di averla gustata. Chi dunque ha svelato loro sì dolorosi segreti? Chi ha insegnato loro, così puri e affettuosi, nell’età che il cuore comincia a essere divorato dalla sete insaziabile delle simpatie e degli affetti, chi ha insegnato che questa sete non sarà mai appagata in questo mondo? Chi ha svelato loro le vergognose fragilità delle affezioni di quaggiù, dalle più nobili alle più dolci, dalle più tenere alle più profonde, di quelle finanche che si ritenevano immortali e che occuparono un cuore in cui alla fine miseramente perirono? Non può essere altro che un divino presentimento liberatore, il quale ce le rapisce senza farcene accorgere...

Chi è dunque questo invitto Amante, morto diciotto secoli orsono sopra un patibolo, che attira con tanta forza a sé la giovinezza, la bellezza, l’amore? Chi è questo Amante che si rivela alle anime con uno splendore e un’attrazione a cui esse non possono resistere? Che le assale d’improvviso e le fa sua preda? Che si prende ancora viva la carne della nostra carne, e si abbevera del nostro sangue più puro?

Egli non è un uomo! O meglio, non è solo un uomo: è un Dio! Ecco il gran segreto, la chiave di questo sublime e doloroso mistero. Un Dio solo può riportare così fatti trionfi e meritare simili sacrifici. Questo Gesù la cui divinità è ogni giorno insultata o negata, Egli ogni giorno la conferma, tra i mille altri argomenti, con questi miracoli di abnegazione e di coraggio che sono i chiamati alla vita consacrata».

 

Amici per Lui

Ebbene, questo Gesù uomo-Dio, anche nel mondo del XXI secolo, tra uomini sfrenati nella carne e folli nello spirito, uomini che pretendono di farsi “oltre se stessi”, come regola assoluta fino alla depravazione, questo Gesù uomo-Dio si riserva i suoi amici. Indistruttibili amici che, a bassa voce o con voce tonante, canteranno ancora oggi e sempre l’eterno “Christus vincit” della verità e dell’amore che si immola sino alla croce. Lui l’ha detto e lo garantisce: «Io sono con voi tutti i giorni sino alla consumazione dei secoli» (Mt 28,20).

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