SPIRITUALITÀ
30 minuti con se stessi | Vincere l’ambizione
dal Numero 32 del 27 agosto 2023
di Don Mario Proietti

L’amore divino si edifica sulle rovine dell’amor proprio, fatto di ambizione, di ricerca di onori e di stima. L’anima devota fugge tutto questo, per radicare il suo cuore e le sue “ambizioni” unicamente nel beneplacito divino.

Anima devota, un’altra cosa che può inquinare il tuo spirito e non renderlo trasparente è coltivare sentimenti di ambizione. Questa è la grande tentazione dell’uomo d’ogni tempo: la ricerca di stima, di una posizione, il voler essere tenuti in considerazione e additati come eccellenti. È la sindrome dell’“esserci a tutti i costi”, un delirio di sopravvivenza che deve marcare, irrimediabilmente, l’esistenza degli altri.
A causa di questa “sindrome” che ti fa muovere alla ricerca di riconoscimenti e di onorificenze, l’anima si oscura. Si vuole marcare, come fanno le bestie, ogni spazio possibile rendendosi noti e onorati. 
Ma tu, anima devota, non aspirare a questo, perché esige un alto costo da pagare. Quanto tempo, sonno, pazienza, sacrifici sopportati per una fugace stima che non ti rende neanche veramente protagonista, ma solo contorno di persone simili a te.
Cosa dire poi di quelle persone che spendono una fortuna, si sacrificano, si agitano e sono sempre in ansia per comparire belle dinanzi agli occhi degli uomini. Sforzarsi di essere piacevoli, bravi, umili, caritatevoli, generosi, intraprendenti e tante altre cose che puoi aggiungere facilmente, al solo scopo di trovare una personale compiacenza per un sorriso, un gesto o un complimento, non è umiliante e degradante per chi è destinato a regnare nel Paradiso?
Fuggi da tutta questa vanità, non fa bene alla tua vita spirituale, ti rende fiacca, triste e incapace di cogliere la vera bellezza del tuo esistere. Sforzati piuttosto di piacere quanto più possibile a Dio e non all’uomo, fosse anche la persona più potente della terra.
Volgi tutta la tua attenzione all’eternità che ti attende e non ti curare di queste cose. Se sarai amica di Dio, anche gli angeli ti serviranno; aspira dunque a grandezze degne della tua anima e non dare culto agli uomini o alle loro idee. L’eternità che ti aspetta è vita realizzata da Dio e vissuta con Dio e in Dio: questa è l’unica ambizione santa che hai l’obbligo di far tua.
Non affliggerti per quello che non puoi fare, o per quello che gli altri non ti fanno fare, per quello che non puoi essere o anche per quello che gli altri non ti permettono di essere, e neanche per le tue miserie morali, perché l’affliggersi per tutte queste cose non è da cristiano.
Ti ho detto che non devi affliggerti troppo per le tue miserie morali; dovrai però impegnarti molto a combatterle. La santità, infatti, è un dono di Dio, ma necessita della tua costante, quotidiana e convinta adesione a Lui.
Fuggi sempre il venire a patti col male perché non si raggiungono fini sublimi con mezzi scadenti, e prendi le distanze da un concetto troppo alto di te stesso. Ci sono cose che tu, per natura, non riuscirai mai a fare, non perdere tempo nel fantasticarci su. Il perfezionismo è figlio della perdizione, la santità è frutto della grazia di Dio ed è personale, per questo devi semplicemente preparare il terreno, che è la tua vita, e non perdere tempo a confrontarti con gli altri. Anela dunque alla santità, ma non sognare un tipo di santità che non è per te.
Dei santi scruta e ammira la decisione, il coraggio e la fiducia, ma non fare ciò che non sei in grado di fare perché fallirai.
Anche nei sacrifici e nelle penitenze, come nella preghiera e nelle conversazioni è necessario renderti conto delle tue capacità. Per questo non puoi pretendere di ricopiare esattamente le grandi penitenze e mortificazioni straordinarie di certi santi,  se non vi sei chiamata, perché Dio ha dato loro dei doni particolari e a te altri. Anche il peccato che tu commetti non è uguale a quello di un altro: è il tuo peccato personale, commesso da te, è la tua “non risposta” ad una grazia tutta personale che il Signore ti fa. 
E allora, cara anima, ricorda che la tua santità è un segreto invisibile ai tuoi stessi occhi, appartiene solo al Cuore di Dio, non ti sarà rivelato, ma lo scoprirai in Lui; essa passa attraverso i grandi abissi della tua anima, le miserie del tuo cuore, la pochezza della tua storia.
Presto lo Sposo tornerà e verrà a prenderti. Quel giorno non ci saranno altri a questo tuo incontro con Lui, il tuo sguardo si poserà sul suo e, senza maschera, il tuo cuore aprirà a Lui il suo scrigno. È da stolti pensare che dinanzi a Dio varremo in proporzione alla posizione che avremo avuto nel mondo.
Ti lascio con le parole che Seneca scrive al suo amico Lucilio: «Ti raccomando, o Lucilio, di non renderti infelice prima del tempo, perché i mali che hai temuto imminenti forse non verranno mai, in ogni caso non sono venuti. Per alcune cose noi ci angustiamo più di quello che dovremmo, altre ci crucciano più del necessario, altre senza alcuna necessità. O ci aumentiamo noi stessi il dolore, o lo anticipiamo, o lo creiamo con la nostra immaginazione» (lettera n. 13).

Ora, anima devota, rifletti sulla strada per la quale stai camminando, esaminati bene e rispondi alle domande che ti pongo.
- Qual è il tuo ideale? Stai anelando veramente alla santità? 
- Stai perdendo tempo in pensieri e angosce inutili? 
- Stai praticando la virtù? Come reagisci alle contrarietà? 
- Mediti sulla Passione del Signore? 
- Quali difficoltà trovi in questo momento della vita? Come le stai affrontando?
- Quali sacrifici e pene stai sopportando ora per Cristo? 
- Come vivi la tua obbedienza a Lui? Come vivi la povertà evangelica, che anche a te, in una certa forma, è richiesta? Come vivi la castità, secondo il tuo stato di vita?
- Quali sono le tue aspirazioni e le tue ambizioni? Aspiri alla santità o a onori e cariche? 

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