SPIRITUALITÀ
Pio IX, il Papa dell’Immacolata
dal Numero 07 del 13 febbraio 2022
di Paolo Risso

Parola di Pio IX: “La grandezza di questo privilegio mariano varrà moltissimo anche a confutare coloro, i quali negano che la natura umana si sia corrotta per la prima colpa ed amplificano le forze della ragione al fine di negare o di sminuire il beneficio della rivelazione. Faccia la Vergine Beatissima, la quale sconfisse e distrusse tutte le eresie, che si svella dalle radici e si distrugga anche questo perniciosissimo errore del razionalismo”.

Nella sua città natale, ancora bambino, lo chiamavano “Giovannino il buono”. Educato alla fede e alla vita cristiana dalla sua mamma, giocava ed era allegro come tutti i ragazzi, ma al venerdì, tenendo alzato un Crocifisso ben visibile a tutti, raccoglieva sulle piazze gruppi di coetanei e predicava loro Gesù. Ad ascoltarlo, si fermavano anche gli adulti.

La Croce, già al mattino

Era nato a Senigallia nelle Marche, il 13 maggio 1792, figlio del conte Girolamo Mastai-Ferretti e di donna Caterina Solazzi. Il medesimo giorno era stato battezzato con il nome di Giovanni-Maria, ed era stato consacrato alla Madonna. Giovannino cresce con fatti dolorosi negli occhi e nel cuore. I francesi, condotti da Napoleone Bonaparte, hanno occupato la Penisola con violenza e rapine, diffondendo la negazione di Dio e l’odio alla Chiesa, secondo le idee della Rivoluzione del 1789, volta a scristianizzare la Francia e l’Europa. Il papa Pio VI, deportato in Francia, muore a Valence il 29 agosto 1799. Il 14 marzo 1800, a Venezia, viene eletto il card. Chiaramonti: papa Pio VII.

Gli studi, Giovanni-Maria li compie al collegio degli Scolopi a Volterra. Impara un grandissimo amore a Gesù e si avvicina a Lui, nella Confessione e nella Comunione frequente, e si affida alla Madonna. Nel 1809, 17 anni di età, intraprende gli studi verso il Sacerdozio; a Roma nel Collegio Romano. Anche Pio VII è imprigionato e deportato in Francia. Gian-Maria si stringe ancora di più a Gesù e alla sua Chiesa. Ma ecco una lunga malattia, l’epilessia, lo ferma per cinque anni. Ritorna a Senigallia dai suoi e prega con fede la Madonna, affinché lo guarisca e lo riconduca sulla via intrapresa.

Pio VII, caduto Napoleone, è rientrato a Roma, e a lui il giovane chiede aiuto e conforto. Pio VII lo consola: «Tranquillizzati, figlio mio. Dio ti farà tutto suo. Confida nella Madonna». Finalmente guarito per un vero “miracolo” della Madonna, nel 1816, è di nuovo in Seminario in cammino verso l’altare. Il 10 aprile 1819, Gian-Maria Mastai-Ferretti è ordinato sacerdote. Desidera solo farsi santo e portare a Gesù quante più anime possibile. Si dedica al ministero delle Confessioni e della predicazione nelle chiese di Roma. Vive in continua unione con Gesù. 

Il buon Pastore

Mobilitato dall’amore a Cristo, nel 1823 don Gian-Maria accompagna in Cile, come vero missionario, il Vicario apostolico mons. Muzi. Rientrato presto a Roma, a causa delle difficoltà incontrate, nel 1825 è posto da papa Leone XII (1823-1829) a dirigere il Collegio di San Michele a Ripa a servizio dei giovani e di “anime in pericolo”. Il 25 maggio 1827, a soli 35 anni, è nominato vescovo di Spoleto, consacrato il 3 giugno dal card. Saverio Castiglioni, il futuro Pio VIII (1829-1830). 

A Spoleto inizia subito la “visita pastorale” alle 170 parrocchie della diocesi. Promuove la santificazione dei suoi preti e dei religiosi. Per i giovani operai fonda un Istituto simile al “Tata Giovanni”, che lui aveva retto a Roma. Incontra i dotti e li avvicina a Cristo. Sente che “i doveri del vescovo non hanno limite”: per raggiungere tutti, affronta viaggi sotto il sole e nella neve, pasti frugali e notti passate in povere case parrocchiali, fa di persona il catechismo ai piccoli e agli adulti.

Nel 1831, nei giorni difficili della rivoluzione dilagata dall’Emilia all’Umbria, nominato “delegato straordinario”, con poteri anche civili, salva Spoleto da aspri combattimenti, calmando le parti avverse. Anche chi è insorto contro di lui, come Luigi-Napoleone, figlio del ex re d’Olanda, viene messo al riparo dal suo grande cuore. Nel gennaio del 1832, dopo che il terremoto ha devastato Bevagna e altri paesi, mons. Gian-Maria è il primo ad accorrere sul luogo e a soccorrere di tasca sua feriti e senza-tetto e a promuovere la ricostruzione.

Apprezzatissimo da papa Gregorio XVI, il 9 febbraio 1833 è mandato a Imola come nuovo Pastore. Si prende cura dei sacerdoti e delle vocazioni, istituendo per loro una “Accademia biblica”, in cui lui stesso insegna Teologia, Sacra Scrittura e vita spirituale, raccomandando che al centro della vita di ogni sacerdote ci sia la Santa Messa e l’unione con Gesù. Per i poveri, organizza il “Monte di Pietà” e il “Monte frumentario”. Istituisce la Società di San Terenzio per assistere i malati a domicilio; chiama le Suore della carità per gli ospedali e gli orfanotrofi, e quelle del Buon Pastore per il recupero di donne già traviate. È il primo dei vescovi italiani a promuovere nella sua diocesi “l’opera della propagazione della fede”. 

Il 14 dicembre 1840 è insignito della porpora cardinalizia. Ma è sempre e innanzitutto sacerdote, solo sacerdote, come diceva di lui appena trentenne il fratello Gabriele: «Gian-Maria è prete! Tagliatelo a pezzi, ma ricomponendo i pezzi, vedrete che non potrà venir fuori altro e sempre che il prete». Un prete vero; che vive di Gesù solo, che è davvero “un altro-Gesù”.

“Tu sei Pietro”

Il suo segreto è l’amore intenso, “alla follia”, a Gesù Crocifisso ed Eucaristico. Anche i suoi preti si commuovono a vederlo celebrare la Messa e sanno che passa lunghe ore in adorazione davanti a Gesù nel Santissimo Sacramento. Ha una fiducia illimitata nella Madonna.

È il tempo in cui pubblicisti e rivoluzionari, sobillati dalla Massoneria, collegandosi ai protestanti, ai falsi cattolici e agli ingenui, lavorano con astuzia e accanimento a scristianizzare l’Europa e l’Italia, per togliere di mezzo la Chiesa, distruggere il Credo cattolico e i Sacramenti, a corrompere il clero e la gioventù. «Il nostro scopo finale – è stato scritto dall’“Alta Vendita” fin dal 1819-1820 – è quello di Voltaire e della rivoluzione francese, cioè l’annichilimento del Cattolicesimo e perfino dell’idea cristiana [...], il seppellimento della Chiesa».

Il card. Mastai-Ferretti è lucido e forte e ben conosce i progetti di costoro e lavora in prima linea per radicare Gesù nelle anime, per radicare la società in Gesù. Sa che Gesù regna nel mondo per mezzo di Maria Santissima e per questo promuove e diffonde la preghiera del Rosario e le confraternite del Cuore di Maria, con un solo fine: schiacciare la testa al serpente infernale (il serpente che opera nel mondo per mezzo dei suoi adepti), e condurre tutti a Gesù Cristo. 

Dopo la morte di papa Gregorio XVI (1° giugno 1846), il card. Mastai-Ferretti, il 16 giugno 1846, è eletto papa. La Chiesa ora è governata da uno dei suoi pontefici più grandi: Pio IX. Ha solo 54 anni e regnerà a lungo, dolorosamente, davvero “Crux de Cruce”, secondo la profezia di Malachia, inflessibile contro le eresie, contro l’apostasia, sommo sacerdote dell’Altissimo e uomo di governo. 

Preti e cattolici di Roma lo incontrano in preghiera nelle chiese e possono parlargli come a un buon parroco. Insegna di persona il catechismo ai ragazzi e assiste gli ammalati e visita i carcerati. Diminuisce il prezzo del pane, indice lavori pubblici, istituisce scuole professionali. Rende partecipi gli ebrei della sua carità e li libera dal tributo che prima portavano in Campidoglio.

Il 17 luglio 1846 concede un’ampia amnistia per i “delitti politici”, accolta con entusiasmo. Nel 1847 seguono un’ampia libertà di stampa e riforme sociali e politiche. Dappertutto si grida: “Evviva Pio IX”, considerandolo in molti “papa liberale”, ma è un “evviva” interessato: sacerdote di Gesù e null’altro, non può essere liberale, quando ciò significa in fondo solo che l’uomo – e non Dio – è regola per l’uomo.

Nel 1848, il 10 febbraio, Pio IX prega: «Benedite, gran Dio, l’Italia e conservatele sempre questo dono di tutti il più prezioso, la fede». Il 14 marzo 1848 concede lo Statuto, cui segue, il 3 maggio 1848, un gesto grande: scrive all’imperatore d’Austria invitandolo a rinunciare pacificamente ai domini in Italia: «Così la nazione tedesca [...] non metterà l’onore suo in sanguinosi tentativi contro la nazione italiana, ma lo metterà nel riconoscerla nobilmente per sorella, come entrambe sono figliuole nostre». Se l’avessero ascoltato, le guerre dell’800 e le due Guerre mondiali del ’900, con i loro orrori e le terribili conseguenze, sarebbero state evitate: ecco “la profezia” di questo Papa. 

Ma Pio IX non è ascoltato né compreso. Non può scendere in guerra con il Piemonte contro l’Austria: sarebbe il padre che impugna le armi contro i suoi figli.

La “stella” nella tempesta

Tra l’estate e l’autunno 1848, a Roma, a causa dei mestatori che vogliono sbarazzarsi del Papa, c’è forte agitazione. Il 15 novembre 1848, Pellegrino Rossi, l’uomo che Pio IX ha chiamato al governo per rimettere ordine e garantire le buone riforme avviate, viene assassinato. Il circolo massonico appare padrone della città, anche se è esigua minoranza.

Il Quirinale, residenza del Papa, è preso d’assalto dai rivoltosi che vogliono imporgli le loro condizioni per governare. Pio IX rifiuta con calma e fortezza ciò che ripugna alla sua coscienza: che Roma e il suo Stato cadano in mano ai nemici di Dio e della Chiesa.

Il 24 novembre 1848, vestito da semplice prete e portando Gesù eucaristico sul petto, Pio IX parte per Gaeta. A Roma si instaura con la violenza e l’inganno “la repubblica romana”, capeggiata da Giuseppe Mazzini con pugno di ferro, che dichiara “decaduto il papato di fatto e di diritto dal governo temporale”. Mazzini e i suoi “triumviri” non hanno il consenso del popolo. Da Gaeta, Pio IX chiede l’aiuto dei principi cattolici contro gli usurpatori. Sconfitta la repubblica romana per l’intervento dei francesi, allontanati Mazzini (che ritiene Pio IX “l’ultimo papa”) e Garibaldi (che lo definisce “un metro cubo di letame”), il 12 aprile 1850, il Papa è riaccolto a Roma, che lo acclama Padre e Maestro.

Il suo prestigio è altissimo e sulla sua fronte brilla la corona del martire invitto, come san Gregorio VII e Pio VII redivivi.

Ora anch’egli ha una coscienza ancora più lucida del suo ministero: a costo dell’impopolarità, non potrà mai avere alcun accordo con i negatori di Dio e i nemici di Cristo. La Chiesa ha sempre venerato Maria Santissima come Immacolata fin dal suo concepimento: Pio IX sa che Ella è stata preservata dal peccato originale in vista dei meriti del Figlio suo, così nella Chiesa ha la missione di vincere Satana in tutte le eresie che esso diffonde a perdizione dei credenti.

L’8 dicembre 1854, solennità dell’Immacolata, in San Pietro, Pio IX, nella pienezza del suo potere dottrinale, definisce che Maria è stata concepita senza peccato d’origine ed è la “Tutta Santa” fin dall’origine della sua esistenza. Maria Immacolata, da lui sempre amata fin da bambino, ora sarà la Stella fulgida del suo pontificato e di tutta la Chiesa, così che sarà chiamato “il Pontefice dell’Immacolata”, ben a ragione. «La proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria racchiude in germe tutto il disegno di Pio IX» (Card. L. M. Parocchi). 

“Lo spirito del secolo”, diffuso dall’Illuminismo, dalla Massoneria e da tutti i negatori di Dio, afferma che l’uomo è legge assoluta per l’uomo. Pio IX, con il dogma dell’Immacolata, afferma invece che l’uomo è ferito dal peccato fin dall’origine e che solo Gesù Cristo il Figlio di Dio, incarnato e morto sulla Croce in espiazione del peccato, è l’unico Salvatore dell’uomo e del mondo. Maria dunque conduce a Cristo, spezzando tutte le eresie nel mondo intero, e racchiude in se stessa, nel Cristo che dona al mondo, la Rivelazione.

Occorre dunque guardare a Lei, per schiacciare la testa a Satana, e trovare Cristo. Davvero la “Stella” sul mare in tempesta, la “Stella” che guida al porto della salvezza. 

 

Il primato della Verità

Proprio in quegli anni, “lo spirito del secolo” ha disseminato a piene mani errori in ogni campo, intellettuale, morale, sociale, politico e religioso: se Dio non c’è o non c’entra e la terra appartiene solo all’uomo, l’uomo si organizzi come gli pare e piace. Ma questo è contro Dio che ha dato a Gesù Cristo ogni potestà in Cielo e sulla terra (cf. Mt 28,18).

Per questo Pio IX, l’8 dicembre 1864, ancora solennità dell’Immacolata, nel decimo anniversario della proclamazione del dogma, emana l’enciclica Quanta cura e il Sillabo, elenco degli errori più gravi, discendenti dalla negazione di Dio, diffusi nell’Italia e nel mondo, e li condanna con la forza irresistibile della Verità assoluta ed eterna, contro cui nulla regge. Intellettuali e politici, socialisti e liberali, massoni e negatori di ogni genere si scagliano con violenza contro il Papa, accusandolo di oscurantismo, di fanatismo, di essere contrario alla ragione e alla “civiltà”.

È certo che il Sillabo non ha colpito qualche errore disseminato qua e là, ma un’intera visione della vita e della storia, quale appare dal panteismo, dal materialismo, dal razionalismo, dall’indifferentismo religioso, dal laicismo. Una vera sfida. Oggi, che vediamo il fallimento di quelle ideologie e il suicidio di società intere costruite su quegli errori, Pio IX, con il Sillabo, ci appare un grande maestro e profeta della sua ora e dell’avvenire. Se avessimo praticato il Sillabo, non avremmo avuto alcuno degli orrori del secolo XX, il più empio e il più sanguinario della storia.

Lo “spirito del secolo” ha esaltato il potere dell’uomo come unica norma di verità, rifiutando la divina Rivelazione da una parte, ma finendo dall’altra, nel dubbio, nello scetticismo e nella disperazione di chi neppure sa da dove viene e dove va. L’8 dicembre 1869, sempre solennità dell’Immacolata,  Pio IX apre a Roma il Concilio Vaticano I, cui partecipano i vescovi di tutto il mondo. I nemici della Chiesa inneggiano a Satana.

Imperterrito, il Papa, il 24 aprile 1870, approva la Costituzione de fide catholicaDei Filius”. Esposizione della dottrina su Dio, sulla Rivelazione e sulla Fede, smascherando razionalismo e naturalismo moderni, in nome di Cristo unico Signore e Maestro e Salvatore dell’umanità. Il 18 luglio 1870 con la Costituzione Pastor aeternus, Pio IX, davanti al Concilio, proclama il dogma dell’infallibilità del papa, quando, come Maestro della Fede e della vita cristiana, insegna ex cathedra, con la medesima autorità di Cristo.

Ora davvero la Verità ha il suo primato su tutto, e il primato che Cristo ha garantito al suo Vicario, roccia incrollabile della sua Chiesa (Mt 16,18; Lc 22,32; Gv 21,15-17), è affermato nel modo più alto, come norma della fede e della vita. Si scatena l’inferno contro Pio IX. In Europa, molti governi, in primo luogo quello di Bismark a Berlino, si mettono contro il Papa e la sua definizione dogmatica, perseguitando la Chiesa, incarcerando vescovi e sacerdoti, o condannandoli all’esilio e all’emarginazione. I cattolici sono beffeggiati, banditi. Giunge a compimento il “piano” da tempo vagheggiato di eliminare il potere temporale del Papa, come primo passo per distruggere la sua autorità.

Mai così grande!

A uomini come i governanti d’Italia, che sopprimevano le Congregazioni e gli Ordini religiosi, con le leggi eversive del 1854-1855 e del 1866, e che perseguitavano i credenti, Pio IX non poteva certo consegnare il suo Stato, cosa che del resto non gli era consentita, appartenendo non a lui, ma alla Chiesa stessa. Per questo i “patrioti” ispirati dalla Massoneria e sostenuti dai governi prima a Torino e poi a Firenze, oltre che dalle potenze europee anti-cattoliche (Inghilterra!), diverse volte avevano tentato di far scoppiare l’insurrezione contro il Papa nel suo Stato. Nel 1860 le sue terre erano state invase dalle truppe dei Savoia e gli era stato lasciato poco più del Lazio.

Il 20 settembre 1870, nel giorno in cui si iniziano i lavori nelle logge massoniche, pochi armati al comando del generale Cadorna, aprono a cannonate la breccia di Porta Pia e si impossessano di Roma, che diventerà capitale d’Italia. Pio IX, ormai privato del potere temporale, rimane al suo posto presso la Basilica sorta sulla tomba dell’apostolo Pietro, al quale Gesù ha giurato: «Le forze dell’inferno non prevarranno» (Mt 16,18). Se attraverso Porta Pia si osa far passare per primo un cane cui è stato dato nome “pionono”, in suo disprezzo, il Pontefice carico di anni, di dottrina mirabile e di meriti incalcolabili, appare al mondo intero più autorevole e più splendente che mai.

Anche i non credenti, cui è rimasta la luce del buon senso e della ragione, vedono in lui l’uomo di Dio che mai si è piegato alle voglie del secolo ed è rimasto avvinto alla Croce di Cristo. Rimangono le sue encicliche luminose di verità, i concordati stipulati con nazioni di tutto il mondo, i suoi interventi senza numero per sollevare poveri e indigenti, la sua azione a favore dell’Inghilterra dove ha ristabilito la gerarchia cattolica, il suo sostegno ai cattolici orientali. 

Il Cattolicesimo negli Stati Uniti e in tutta l’America è cresciuto grazie alla sua opera. La sua sollecitudine è stata senza limiti verso le missioni per convertire il mondo intero a Gesù Cristo, con l’istituzione di diversi “vicariati” in India, in Giappone, in Birmania, in Cina; con l’invio di missionari tra gli Eschimesi e i Lapponi e nei luoghi più sperduti, con la fondazione di nuove diocesi, in Australia. Con il suo sostegno, diversi “lontani” dal Cattolicesimo si sono convertiti: basti ricordare gli ebrei, i fratelli Ratisbonne, i fratelli Lémann, il dottor Libermann, diventati sacerdoti e persino fondatori.

Nel secolo in cui in diverse nazioni d’Europa le case di antichi Ordini religiosi vengono chiuse e confiscate dai governi, Pio IX sostiene in vita questi Ordini affinché possano rifiorire, e approva la fondazione di decine di nuove Congregazioni religiose maschili e femminili: basti ricordare tra tutte i Salesiani di san Giovanni Bosco, il santo che forse più di tutti e con ogni mezzo si schierò a favore della sua opera predicando “i tre candori del Cattolicesimo: l’Eucaristia, la Madonna e il Papa”. Innumerevoli le beatificazioni di illustri e umili servi di Dio, primo tra tutti san Paolo della Croce, nel 1867.

In Italia e in diverse nazioni, per l’impegno di Pio IX, nascono le Associazioni cattoliche, come “la Gioventù Cattolica Italiana”, destinate a svilupparsi ancora di più negli anni successivi, per portare il Vangelo di Gesù nelle realtà temporali. Allo stesso modo, Pio IX ha promosso a Roma e nel mondo diversi seminari per la formazione dei sacerdoti, la stampa cattolica (L’Osservatore Romano nasce nel 1861, lui regnante), per diffondere il pensiero cristiano; numerose Università cattoliche, a Dublino, Londra, Parigi, Lione, Angers, Tolosa...

Umiliato e disprezzato dai negatori di Dio, giunti a chiamarlo “il vampiro del Vaticano”, e reso partecipe sino all’ultimo della Croce di Cristo, per tutto il suo pontificato e ancora di più quando è stato privato di Roma, ha la gioia di veder stringersi intorno a sé decine di santi, un numero sconfinato di credenti che vengono alle sue udienze, in primo luogo la migliore gioventù del mondo.

Un pontificato gigantesco. Uno dei pontefici più grandi della storia come lo furono san Leone Magno e san Gregorio Magno, san Gregorio VI, san Pio V, e lo saranno san Pio X e il ven. Pio XII... Lucido e operoso (e lieto) sino all’ultimo giorno, il 7 febbraio 1878, ricevuti i sacramenti, in semplicità e letizia, bacia il crocifisso, emblema del suo pontificato doloroso e glorioso, e dice dolcemente: «Et nunc in domum Domini ibimus» (E ora andremo nella casa del Signore). Mentre attorno a lui, il card. Bilio e gli astanti sgranano i misteri dolorosi del Rosario, alle 17.30 il Santo Padre Pio IX va incontro a Dio. Le campane di Roma suonano l’Ave Maria della sera.

Il 3 settembre 2000, nel giorno della festa di san Gregorio Magno, Pio IX, il Papa dell’Immacolata, del Sillabo, dell’infallibilità pontificia, il grande maestro della Verità eterna, sale alla gloria degli altari. Alla luce del suo mirabile Magistero e del suo esempio, il deserto di oggi, per grazia di Dio e ritrovando la verità più pura (mai dimezzata!) del Cattolicesimo, può rifiorire in primavera di santità. Impossibile? Possibile, come un giorno il beato Pio IX aveva detto ai giovani dell’Azione Cattolica, raccolti attorno a lui: «Combattiamo e non abbiamo paura di nulla. Ricordatevi che i nemici di Dio spariscono e la Chiesa resta. Dite a tutti che saremo tribolati, ma vinti mai!».

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