SPIRITUALITÀ
Un patto con i serafini
dal Numero 23 del 20 giugno 2021
di Suor Ostia del Cuore Immacolato

Unirsi agli angeli riparatori è un ottimo modo per impreziosire il nostro tempo e la nostra povera preghiera, ed anche un mezzo valido per stare vicini a Gesù Sacramentato nonostante le occupazioni della giornata e amarlo per tutti quelli che non lo amano, restituendogli l’onore dovuto. 

Non è tanto facile, oggi, trovare qualche libretto – molto comune invece nel secolo scorso – che invita alla Riparazione e all’Ora di Guardia al Sacro Cuore. Possiamo allora domandarci: nel 2021 ha ancora senso parlare di una pratica che sembra ormai “sorpassata” e che generalmente ricordano solo le nostre nonne? 

Per convincerci della preziosità e della necessità di questa pratica, vogliamo risalire alle sue origini e conoscere una visione avuta da santa Margherita Maria Alacoque. Questa Santa un giorno, mentre stava lavorando, ma con la mente tutta rivolta a Gesù Sacramentato, vide il Sacro Cuore, tutto bruciante d’amore e circondato da una grande schiera di serafini. Gli angeli le rivolsero la parola, invitandola ad unirsi a loro nel lodare il Sacro Cuore: «Siamo gli Angeli che onorano Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento e siamo venuti qui apposta per unirci a te e dare al divin Cuore l’omaggio di amore, adorazione e lode. Noi possiamo fare un patto con te e con tutte le anime: noi terremo il posto davanti al Santissimo Sacramento, così che voi possiate amarlo senza mai cessare, per mezzo di noi ambasciatori». 

La Santa accettò e subito i termini del patto vennero scritti a caratteri d’oro nel Cuore di Gesù. Da qui ebbe origine la pratica dell’Ora di Guardia al Sacro Cuore, che si diffuse a vasto raggio, per mezzo di confraternite, di istituti religiosi e di singole famiglie... tutti impegnati nella riparazione e uniti dal desiderio ardente di far regnare il Cuore di Gesù nella società. 

Il padre Tommaselli consiglia tale pratica che, anche senza iscrizioni ufficiali, è possibile a chiunque, persino più volte al giorno e a tempo indeterminato. Lo scopo è quello di far compagnia al Sacro Cuore chiuso nel Tabernacolo, possibilmente per un’ora al giorno, anche quando non è possibile recarsi in chiesa. L’importante è unirsi agli angeli adoratori e consolatori del Santissimo Sacramento, offrendo ciò che si sta facendo in quel momento specifico per Lui, cercando di mantenere il raccoglimento interiore e, meglio ancora, esprimendo interiormente qualche semplice e spontanea preghiera di riparazione. Gli angeli faranno allora da fedeli ambasciatori, quali messaggeri privilegiati di Gesù. 

La rivelazione del Sacro Cuore a santa Margherita non è per nulla “sorpassata” visto che oggi più che mai Gesù Sacramentato è lasciato solo, dimenticato, oltraggiato e perfino profanato in tanti modi. Unirsi agli angeli riparatori, allora, è un ottimo modo per impreziosire il nostro tempo e la nostra povera preghiera, ma anche un mezzo valido per stare vicini a Lui nonostante le occupazioni della giornata e amarlo per tutti quelli che non lo amano, restituendogli l’onore dovuto. 

Riprendere lo spirito della Guardia d’onore significa anche lavorare per quella che è la sua prima finalità: far regnare Gesù nei cuori e nella società. Non a caso sotto le immagini del Sacro Cuore è facile leggere la scritta: «Gesù deve regnare!» (cf. 1Cor 15,25). La pratica della Guardia d’onore, pertanto, è un modo per invocare e attirare il Regno d’amore di Gesù nelle anime, in particolare in quelle dove la Sua presenza è stata bandita dal peccato. 

Una delle più grandi apostole della Guardia d’onore è stata la beata Maria Deluil-Martiny, la quale ardeva interiormente del fuoco della riparazione e dell’adorazione al Sacro Cuore nell’Eucaristia proprio per combattere quel programma satanico che già nel 1800 si intravedeva chiaramente. Così scriveva: «L’ideale delle sette massoniche è di scacciare Gesù Cristo dal mondo, di abolire perfino la memoria della Sua dottrina e di strappargli le anime...». 

Tale perverso ideale – oggi lo constatiamo bene – ha raggiunto molti traguardi, ed è cresciuto in forza e proporzioni. Quanto è valido oggi il grido: «Gesù deve regnare!», quanto urgente l’opera di riparazione, la quale sarà tanto più perfetta quanto più sarà fatta attraverso la Madonna, così come insegnano da sempre tutti i più grandi santi.

Facciamoci quindi accompagnare dagli “Ambasciatori del Sacro Cuore”, affinché lodino e riparino “l’Amore non amato” per intercessione della Santissima Vergine, Donna Eucaristica (1) e Madre dell’Eucaristia (2). E con san Manuel Gonzalez, il santo vescovo “dei Tabernacoli abbandonati”, ripetiamo spesso al Sacro Cuore: «Venga a noi il regno del tuo Cuore eucaristico per mezzo di tua Madre Immacolata!» (3). Allora i serafini dei Tabernacoli si uniranno coralmente a questa preziosa invocazione, affinché il Sacro Cuore di Gesù possa trionfalmente regnare su tutta la terra.   

 

 

Note

1) San Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia, n. 53.

2) Così la definisce il Gersone: Opera omnia, Artwerpiae 1706, t. IV, 392-451. 

3) San Manuel Gonzalez, Testimonianza e messaggio. Antologia eucaristica, Tipografia “D. Guanella” di Liberati, Roma, p. 171.

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