SPIRITUALITÀ
Un’insostituibile perla del Vangelo
dal Numero 15 del 15 aprile 2018
di Padre Dominicus Re

Maria Maddalena, con il suo amore impetuoso e generoso, è un modello radioso di penitenza e di ricerca appassionata di Dio, per ogni anima cristiana e soprattutto religiosa.

«Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco» (Lc 7,47). Questa frase disturbava molto santa Teresa del Bambino Gesù: voleva ad ogni costo smentirla. Si chiedeva: “Ma come farò io per amare molto Gesù, dato che sono entrata nel Carmelo piccolina, e non ho fatto molti peccati?”. Ma poiché era un’ottima teologa, benché non avesse studiato molto la teologia (aveva il sensus fidei, quella conoscenza delle cose divine per connaturalità, la conoscenza del cuore, dell’amore), ha capito: “Se Gesù ha detto a proposito di Maddalena che ama di più colui al quale si è perdonato di più, lo si può dire a maggior ragione quando Gesù ha rimesso i peccati in anticipo”. Spiegherà dopo: “Riconosco che, senza Gesù, avrei potuto cadere in basso quanto santa Maddalena, e la profonda parola di Nostro Signore a Simone mi risuona con grande dolcezza nell’anima... Lo so: “colui al quale si rimette meno, ama meno”. Ma so anche che Gesù mi ha rimesso di più che a santa Maddalena, poiché mi ha rimesso in anticipo, impedendomi di cadere. Egli mi ha rimesso non molto, ma tutto”. E così una giovane carmelitana che non aveva mai commesso un peccato mortale, si mise a gareggiare in coraggio e in amore con la Peccatrice dalla quale erano usciti sette demoni.
Ed è vero, le religiose non sono tutte delle Maddalene convertite. Ma Maria Maddalena può a buon diritto essere un modello per i consacrati: se siamo entrati nella vita religiosa, se abbiamo preso la via della sequela Christi, e perché anche noi abbiamo risentito nel nostro cuore questa parola, che fece palpitare quello di Maria Maddalena: «Il Maestro è qui e ti chiama» (Gv 11,28). Più del suo rammarico, del dolore dei suoi peccati, è il desiderio di Dio che dobbiamo imitare in Maria Maddalena. È veramente come la sposa del Cantico dei Cantici: «Mi alzerò e perlustrerò la città, i vicoli, le piazze, ricercherò colui che amo con tutta l’anima. L’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi incontrarono i vigili di ronda in città: “Avete visto colui che amo con tutta l’anima?”» (Ct 3,2-3).
E il gesto dell’unzione, che secondo gli esegeti seri, lei ha compiuto due volte (la prima da Simone il fariseo, la seconda a Betania, qualche giorno prima della Passione), è un gesto profetico: il mattino di Pasqua, Maddalena si recherà al sepolcro per finire l’unzione iniziata qualche giorno prima a Betania.
Questo gesto folle, che suscita l’incomprensione di Simone il Fariseo e lo sdegno di Giuda, vale a Maria Maddalena da parte di Gesù un elogio superiore ad ogni aspettativa: Gesù promette a Maddalena, a causa del suo atto, una fama eterna ed universale: «In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in ricordo di lei» (Mt 26,13).
E questo gesto folle, pazzo, è anche una figura della vita religiosa, del sacrificio che sta al cuore della nostra vita. Anche noi abbiamo consacrato a Gesù i vasi delle nostre vite, con i profumi che vi sono racchiusi... Questo valore profetico della vita religiosa, il mondo non lo capisce. Ci saranno sempre dei Giuda a rimproverarcelo. Ma santa Teresina diceva: «E tuttavia che importa che i nostri vasi siano spezzati se Gesù è consolato e il mondo è obbligato, suo malgrado, a sentire i profumi che ne esalano e che servono a purificare l’aria avvelenata che non smette di respirare; che gioia soffrire per Colui che ci ama alla follia, e passare per pazze agli occhi del mondo!».
Infine, Maria Maddalena ci insegna anche il primato di questo desiderio contemplativo di Dio nel cuore di tutta vita apostolica. Perché ha desiderato molto Gesù, perché rimaneva silenziosa ai piedi del Maestro (mentre Marta si agitava troppo), perché beveva le parole di Gesù, perché, insomma, ha amato di più degli altri e specialmente degli Apostoli, Maria Maddalena è stata degna di essere “apostola apostolorum”, apostola degli Apostoli, di incontrare prima Gesù risorto, e di annunziare lei agli Apostoli la Risurrezione di Colui che il suo cuore amava. Se vogliamo che il nostro apostolato sia fecondo, se vogliamo anche noi avere questa grazia di rimanere fedeli nella prova della Croce, dobbiamo anche noi desiderare molto, passare molto tempo ai piedi del Maestro, ai piedi di Gesù nel tabernacolo.
«In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in ricordo di lei». Questa profezia di Nostro Signore, che è un elogio stupendo, l’abbiamo appena compiuta. Ed è vero che senza Maria Maddalena ci mancherebbe qualcosa. Il Vangelo non sarebbe lo stesso. Avevamo bisogno di santa Maria Maddalena. Non bastava Maria Santissima. Certo, la Santa Vergine Maria è il nostro modello supremo. Avevamo bisogno di Maria non soltanto per darci Gesù, ma anche come modello delle virtù. Perché ci sono delle virtù che Gesù non aveva, che Gesù non poteva avere: la fede e la speranza. E per queste virtù il nostro modello sarà sempre Maria. Ma c’è una virtù che Maria non ha praticato! Una virtù che Maria non aveva! Dicendo questo, non sminuisco la Santissima Madre di Dio, perché si tratta di una virtù che suppone un’imperfezione. Si tratta della penitenza purificatrice. La Madonna non ha fatto penitenza? Lei, l’Addolorata, la Correndentrice! In senso stretto, no. Cos’è, propriamente, la penitenza? È la virtù che ha come scopo di distruggere in noi il peccato e le sue conseguenze, in quanto il peccato è un’offesa a Dio. È la virtù che ci fa rimpiangere e riparare i nostri peccati passati. Maria non ha mai peccato, non poteva avere la virtù della penitenza. Se si è mortificata, se ha accettato la Croce, non è per essere purificata, ma per riparare le colpe del prossimo. E, certo, Maria ha sofferto per il peccato in un modo inimmaginabile. La misura del suo dolore fu quella del suo amore per Dio. E l’amore di Maria per il Signore, chi può misurarlo? Sappiamo che la sua pienezza di grazia e d’amore sorpassa la grazia di tutti i santi e gli angeli insieme. Ma Maria non ha sperimentato il peccato (l’ha conosciuto nelle sue conseguenze), perciò non ha posseduto la virtù di penitenza in senso stretto. Per avere un modello di penitenza, bisogna scendere un po’ (molto) più giù. Il vero modello di penitenza, l’abbiamo in Maria Maddalena. Maria Maddalena, il peccato l’ha conosciuto bene, in modo sperimentale. San Luca dice che da lei erano usciti sette demoni. Non significa necessariamente che era ossessa, ma (il numero 7 ha un valore simbolico) che era invischiata nel peccato. Non c’era una pozzanghera nella quale non si fosse bagnata e sporcata. Ma poiché il suo cuore aveva fatto esperienza della sua miseria, ha compreso gli abissi d’amore e di misericordia del Cuore di Gesù. E, come dice nostro Signore: «Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato».

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