SANTO NATALE
Natale a Betlemme
dal Numero 47 del 17 dicembre 2023
di Suor M. Cecilia Pia Manelli

Facciamo un salto a Betlemme, alla Basilica della Natività, sebbene solo con la penna, e viviamo in quel luogo santo l’inizio della nostra Redenzione. Il Natale sarà davvero speciale...

Un po’ di storia
La piccola cittadina di Betlemme viene menzionata per la prima volta nel XIV secolo a.C., quando Abdi-Heba, l’allora governatore egiziano di Gerusalemme, chiese al faraone Amenhotep III 
di inviargli degli arcieri per poter riconquistare la città di Bit-Lahmi, che si era separata dalla sua giurisdizione. Questo era, infatti, il nome antico della città: Lahmo era il dio caldeo della fertilità, che i cananei chiamavano Lahama, e a lui dedicarono la città, poiché era ricoperta di molti campi fertili. Betlemme, però, viene ricordata soprattutto per la figura di Davide che lì vi nacque (cf 1Sam 16) e per la profezia intimamente associata alla speranza messianica, nonostante Betlemme fosse allora un villaggio insignificante: «E tu, Betlemme di Efrata, la più piccola tra i capoluoghi di Giuda, da te uscirà colui che sarà sovrano in Israele, la cui origine è dall’antichità, dai tempi antichi» (Mic 5,1). Da studi archeologici è stato dimostrato che il paese, nei secoli X-VIII a. C., si trovava nell’area della Basilica della Natività e che le grotte sottostanti la chiesa erano allora in uso. San Giustino parla della grotta nella quale nacque Gesù. Due sono i significati più caratteristici del nome della Città di Davide, oltre a quello originario legato alla divinità pagana: Beit Lehem, dall’ebraico, che vuol dire “casa del pane”, o Bayt Lahem, dall’arabo, che significa “casa della carne”. È questo il luogo, infatti, dove nacque il Verbo che «si fece carne» (Gv 1,14) e che si donò come «pane disceso dal cielo» (Gv 6,41). Grazie alla presenza dei Frati Minori, il luogo della nascita del Salvatore è stato custodito per secoli. San Francesco d’Assisi per primo, quando si recò in Terra Santa con lo scopo di convertire il sultano, visitò questo luogo santissimo, e l’impressione della povertà del celeste Bambinello a Betlemme fu così grande che quando tornò in Italia, tre anni prima della sua morte, fu ispirato, in quel Natale a Greccio, a ripresentare al vivo la scena della Natività (cf FF 1186). I Frati Minori si stabilirono definitivamente a Betlemme nel 1347 e fu il sultano a donare ai “Frati della corda” (così vennero denominati) la proprietà della basilica e della grotta della Natività. Nel 1852, per placare i contrasti tra le varie confessioni cristiane, compresenti all’interno della basilica, il governo turco emanò un documento che sanzionava i diritti di proprietà esistenti nei santuari cristiani (il cosiddetto Status quo). Ad oggi il luogo della nascita di Gesù – la Stella di Betlemme – è proprietà dei greci ortodossi, mentre il luogo della mangiatoia è di proprietà dei latini.


La tradizione liturgica
Possiamo dire che a Betlemme, come in tutti i luoghi santi nel loro specifico mistero, si è perpetuata la quotidiana memoria del mistero della Nascita del Salvatore. Qui ? Hic – il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Abbiamo documenti antichi che testimoniano la perenne memoria di questo mistero sublime, a partire dal Diario della pellegrina Egeria, che descrive le belle celebrazioni che si svolgevano nel giorno dell’Epifania, che in quel tempo ricordava sia la nascita del Cristo che l’adorazione dei Re Magi.
Tutte le solenni funzioni sacre che si svolgono nel tempo natalizio seguono le normative stabilite dallo Status quo, che regolano la vita liturgica delle tre comunità cristiane presenti presso la Basilica della Natività, onde evitare disordini.
La città, nei pressi della basilica, è tutta uno splendore di luci: per le strade ci sono lucette di tutti i colori, al centro della piazza dinanzi alla basilica viene allestito un altissimo albero di Natale tutto illuminato, drappi di luci dorate, rosse e di vari colori ricoprono l’intera piazza, quasi a formare un tetto splendente. Una delle vie più importanti che attraversa la città e arriva dinanzi alla basilica – Star Street – è tutta percorsa da stelle comete illuminate, che ricordano la Stella cometa che guidò i Re Magi verso il Dio Bambino. Si dice infatti che fu proprio questa via il percorso che fecero i tre Magi per arrivare alla grotta. È tutto un canto di luce al Redentore atteso dalle genti che nasce nell’umiltà e nella povertà per redimere gli uomini.
A Betlemme il Natale inizia con la prima Domenica di Avvento. In questo giorno si svolge il solenne ingresso del Padre custode di Terra Santa che attraverso la porta vicina alla tomba di Rachele, giunge nella Basilica della Natività, accompagnato e accolto dalla banda dei giovani cristiani che suona gioiosamente. Con il canto solenne dei Primi Vespri si apre il ciclo delle solennità natalizie e il Custode accende la prima delle quattro candele di Avvento.
La celebrazione del Santo Natale si apre la mattina del 24 dicembre con l’ingresso solenne del Patriarca che parte da Gerusalemme e, sostando brevemente al monastero ortodosso Mar Elias (luogo identificato con Tisbe, la città natale del profeta Elia) e passando presso la tomba di Rachele, si dirige verso la Basilica della Natività. 
Anche il Patriarca, ormai da lunga tradizione, viene accolto a suon di banda dalla parrocchia di Betlemme e dai cristiani locali della Terra Santa , insieme ai frati e al Guardiano del convento francescano. 
L’ingresso è seguito dalla celebrazione dei Vespri solenni e dalla processione presso la grotta santa. 
Alle 23.30 si canta solennemente l’Ufficio delle letture e alla mezzanotte viene celebrata la Santa Messa presieduta dal Patriarca di Gerusalemme, alla quale, oltre ai cristiani locali e ai pellegrini, partecipano per tradizione anche le autorità palestinesi. Una solenne processione alla grotta della Natività, al termine della Santa Messa, conclude la grande celebrazione natalizia del 25 dicembre. 
A Betlemme è veramente un Natale specialissimo perché, dalla mezzanotte del 24 dicembre fino al pomeriggio del giorno 25, si sussegue, ogni mezz’ora, una serie di Messe celebrate da diversi sacerdoti nel luogo santo appartenente ai latini.


La Stella di Betlemme e i santi
Il luogo dove, secondo la tradizione cristiana, è nato Gesù è chiamato Stella di Betlemme poiché è segnato appunto da una stella d’argento intorno alla quale si legge: «Hic de Virgine Maria Iesus Christus natus est [qui dalla Vergine Maria è nato Cristo Gesù]». Nella santa grotta dove si venera questo mistero, molti santi ottennero grandi grazie.


San Francesco
San Bonaventura nella sua Leggenda maggiore narra l’episodio del Natale di Greccio con accenti toccanti (cf FF 1186): viene allestita una mangiatoia con un bue e un asinello, vi accorrono le genti e «quella venerabile notte diventa splendente di innumerevoli luci, solenne e sonora di laudi armoniose». Ricordando il luogo santo visitato a Betlemme quando si recò in Terra Santa, san Francesco «stava davanti alla mangiatoia, ricolmo di pietà, cosparso di lacrime, traboccante di gioia» e nella sua predica chiamava il divin Pargoletto «il bimbo di Bethlehem» (ibidem). I Frati Minori della Basilica della Natività, la sera della Vigilia di Natale, all’interno della grotta della Natività, rievocano l’episodio del presepio di Greccio, mostrando il Serafico Padre san Francesco nella contemplazione del mistero dell’Incarnazione.


San Girolamo
Questo esimio Santo, al quale dobbiamo la Vulgata, giunse e si stabilì a Betlemme nel 386, dove, grazie alla generosità della nobildonna Paola, furono costruiti un monastero maschile, uno femminile e un ospizio per i pellegrini che si recavano in Terra Santa. A Betlemme restò fino alla morte, conducendo una vita ascetica e dedicandosi agli studi e alle traduzioni della Bibbia. Morì il 30 settembre 420 nella sua cella che era collocata vicino alla grotta della Natività.


Sant’Alphonsine Danil Ghattas
Suor Alfonsina del Santo Rosario, fondatrice delle Suore del Rosario, canonizzata il 17 maggio 2015, ricevette molte grazie a Betlemme. Proprio qui, infatti, il 6 gennaio 1874, durante la recita del santo Rosario, la Madonna le apparve per la prima volta, in piedi, con le braccia aperte, con in mano un Rosario che pendeva fino ai piedi e il capo circondato da quindici stelle. Anche l’anno seguente, nello stesso giorno 6 gennaio, mentre la Santa pregava nella grotta della Natività di Gesù, la Vergine Santissima le apparve di nuovo e la immerse in una luce intensa. «Un raggio, partendo dalla Madonna, mi penetrava e mi feriva con il suo amore». Da quel momento l’accompagnò per sempre una stella bellissima, che brillava più o meno forte, che si avvicinava o si allontanava. In mezzo a questa stella brillante, sant’Alfonsina vedeva sempre la Madonna. 


Santa Myriam Baouardy, la Piccola Araba 

Nota come suor Maria di Gesù Crocifisso, carmelitana, ella nacque miracolosamente il 5 gennaio 1846 a Ibillin, paesino vicino a Nazareth. I suoi genitori, ferventi cristiani maroniti, amareggiati per la perdita di 12 figli, morti appena nati, compirono un pellegrinaggio di 170 km a piedi a Betlemme e qui, nella grotta della Natività, chiesero alla Vergine, che lì aveva dato alla luce il Salvatore, di poter avere la grazia di un figlio. La speciale intercessione di Maria ottenne loro la grazia. La Piccola Araba si recò a Betlemme nell’agosto 1875, e qui fondò il primo Carmelo della terra di Palestina. A Betlemme ella morì il 26 agosto 1878.
 

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits