FEDE E CULTURA
Tradizioni e simboli pasquali
dal Numero 13 del 31 marzo 2024
di Claudia Del Valle

Sono molte le tradizioni e i simboli legati alla festa di Pasqua che, per i cristiani, si colloca al centro dell’anno liturgico. Ne offriamo una carrellata ai nostri lettori, cercando di spiegarne soprattutto il significato e le origini religiose.

Il mistero pasquale si colloca al cuore della fede cattolica e, di conseguenza, tutte le tradizioni cristiane legate a questa festa sono finalizzate a ravvivare nei fedeli la fede in tale mistero, anche servendosi di simboli semplici e comprensibili da tutti. 


Protagonista della Pasqua è il cero pasquale, decorato da alcuni simboli molto significativi che si riferiscono alla Morte e alla Risurrezione di Gesù Cristo. La luce del cero rappresenta la luce di Cristo e viene accesa nella notte di Pasqua per simboleggiare la sua Risurrezione. Solitamente al centro del cero campeggia la croce, segno della nostra salvezza, alle cui estremità e al cui centro vengono collocati 5 grani di incenso, simbolo delle cinque piaghe di Cristo. Inoltre si possono notare l’alfa e l’omega (A e ?), prima e ultima lettera dell’alfabeto greco, a simboleggiare che Cristo è il principio e il fine di ogni cosa. 


Un’altra figura che i nostri occhi possono incontrare spesso nel tempo pasquale (sia sul cero che sui paramenti sacerdotali indossati nel giorno di Pasqua) è l’agnello. Questo simbolo viene usato per riferirsi a Gesù Cristo quale Agnello sacrificale, che ha dato la sua vita per redimere l’umanità. L’agnello è spesso rappresentato con una croce o un vessillo, per simboleggiare il sacrificio di Cristo sulla croce. 


All’inizio della solenne Veglia pasquale viene benedetto il fuoco con cui viene poi acceso il cero pasquale. Anticamente quella fiamma veniva utilizzata da tutti i cristiani per accendere le lucerne e i caminetti delle proprie abitazioni. Nella zona settentrionale della Germania è diffusa la tradizione di accendere alcuni fuochi servendosi rigorosamente di mezzi naturali (ricorrendo a due pezzetti di legno, oppure alla silice o ad una lente). Questi fuochi sono poi utilizzati per accendere i ceri delle chiese durante le celebrazioni pasquali, mentre le ceneri vengono sparse per i campi come benedizione per i raccolti.


Il Giovedì Santo, dopo la Messa in Cœna Domini, viene tolta dalle acquasantiere l’acqua benedetta,
simbolo di quell’acqua che fuoriuscì dal fianco di Cristo Crocifisso. A Pasqua viene benedetta l’acqua e, in diverse chiese d’Italia e del mondo, è possibile riempirne alcune piccole boccette che si possono poi portare a casa per benedire il pranzo pasquale e gli ambienti domestici.


Un elemento importante che caratterizza la Pasqua sono le processioni. A Sulmona, ad esempio, si svolge l’antichissima rappresentazione de “La Madonna che scappa”. Al mattino le statue di san Giovanni e san Pietro bussano tre volte alla chiesa di San Filippo, dove si trova la statua della Madonna, per annunciare la Risurrezione di Gesù; al terzo tentativo il portone si apre ed esce la Vergine vestita a lutto che, seguita dai due santi, si incammina verso la statua di Gesù Risorto. A metà percorso la Madonna vede il Figlio e gli va incontro; l’abito del lutto cade ed Ella compare vestita in abito verde attorniata da colombe bianche. Intanto si odono spari di mortaretti, la musica della banda e le campane a festa. Il lunedì dell’Angelo a Orsogna (Chieti) è dedicato alla “sagra dei Talami”, una suggestiva sfilata con sette carri che trasportano quadri raffiguranti scene dell’Antico e Nuovo Testamento, allestiti con comparse viventi. 
In Polonia dopo la Messa del mattino di Pasqua si snoda una solenne processione a cui tutti partecipano.


Altra caratteristica della Pasqua è il suono allegro delle campane, rimaste silenziose dal Venerdì Santo. In Francia si dice ai bambini che le campane siano volate a Roma; per questo molti di loro la mattina di Pasqua corrono alla finestra per riuscire a vedere volare le campane di nuovo verso casa. 


Anche il coniglio è diventato uno dei simboli della Pasqua. Tale animale, infatti, è segno di fertilità e della vita che si rinnova. Si narra che sant’Ambrogio indicò la lepre come simbolo di risurrezione a causa del suo manto, in grado di cambiare colore a seconda delle stagioni. 
Nel XV secolo, in Germania, per la prima volta, cominciarono a essere realizzati i primi dolci a forma di coniglietto. Furono poi le stesse popolazioni europee a diffondere tale tradizione anche in America dove il coniglietto pasquale è chiamato “Easter Bunny”.


Un dolce italiano tipico del tempo pasquale è la colomba, con un impasto simile a quello del panettone e modellato, appunto, a forma di colomba. Pare che questo dolce risalga già al 570 d.C., in piena epoca longobarda, quando il re barbaro Alboino riuscì a conquistare la città di Pavia dopo tre anni di assedio e ricevette dalla popolazione locale un pane dolce a forma di colomba, in segno di pace. Si narra anche che, circa quarant’anni dopo, il monaco irlandese san Colombano venne invitato a corte dalla regina Teodolinda. La regina preparò in suo onore un banchetto con ogni genere di carni e prelibatezze. Trovandosi in Quaresima, il monaco inizialmente non consumò nulla, suscitando l’imbarazzo dei sovrani; decise allora di procedere con la benedizione del cibo e, quando impose le mani per benedire, le carni si trasformarono in bianche colombe di pane. Non è certo, quindi, quale sia la vera origine della colomba come dolce pasquale, ma siamo certi che la colomba non possa mancare sulle tavole italiane nel giorno di Pasqua. 


In Germania il dolce della colomba prende le sembianze di un agnello, in Inghilterra, invece, si consuma l’Hot Cross Buns: un piccolo panino farcito con uvetta e gocce di cioccolato, con sopra una croce di glassa di zucchero, che richiama la Passione di Cristo. In Olanda si può gustare il Paasbrod, un pane dolce a base di uvetta e in Catalogna, invece, la Mona, decorata con uova di cioccolato, donata dal padrino di Battesimo al proprio figlioccio.


Altro cibo che simboleggia la Pasqua è l’uovo. Perché? Perché somiglia a un sasso e appare privo di vita, come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù. Dentro l’uovo c’è però una nuova vita pronta a sbocciare da ciò che sembrava morto. In questo modo, l’uovo diventa quindi un simbolo di risurrezione. Ecco perché in molti paesi d’Europa e del mondo si decorano i gusci delle uova, si collocano uova sode al centro dei dolci tipici e si consumano anche le uova di cioccolato. In Polonia è tuttora viva una bella tradizione: dopo la Santa Messa e la processione del mattino, tutta la famiglia si riunisce per la colazione di Pasqua. Prima del pasto la famiglia condivide un uovo benedetto e tagliato a pezzi, prendendolo da un cestino decorato e augurandosi a vicenda una santa Pasqua con un felice “Alleluia”.


Queste sono soltanto alcune delle più belle tradizioni pasquali. Al termine di questa veloce carrellata non possiamo fare a meno di augurare a tutti i lettori una santa e felice Pasqua, ricca di gioia e soprattutto di grazia per tutte le famiglie cristiane.   

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits