FEDE E CULTURA
L’esorcista: “Quello che mi colpisce quando esorcizzo...”
dal Numero 7 del 14 febbraio 2021
a cura di Fra’ Pietro Pio M. Pedalino

Durante il costante esercizio del suo ministero, l’esorcista raccoglie diversi indizi che manifestano in modo evidente ciò che è gradito e ricercato dal demonio e ciò che invece lo infastidisce e indebolisce. Ne ricaviamo un “catechismo al rovescio” per conoscere ciò che piace e dispiace al Signore Dio.

Padre Francesco Bamonte dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, sacerdote dall’8 settembre 1990, è esorcista nella diocesi di Roma. Sin dai primi anni del suo sacerdozio si è dedicato per mezzo dell’ascolto, del consiglio, dell’incoraggiamento e dell’accompagnamento nella preghiera, all’aiuto delle persone cadute vittime dei “maghi” o danneggiate da pratiche occulte di varia natura. Nel 1997 entrò a far parte dell’Associazione Internazionale Esorcisti. Dal 2005 è uno dei docenti del corso “Esorcismo e preghiera di liberazione”, promosso all’Ateneo pontificio “Regina Apostolorum” in Roma. Su richiesta di vescovi di varie diocesi italiane ed estere, da alcuni anni offre relazioni di carattere formativo per i seminaristi e i sacerdoti riguardo al ministero dell’esorcismo, la specifica pastorale degli esorcismi e i problemi pastorali derivanti dalla diffusione nella società delle varie forme di occultismo (1) . Il 19 luglio 2012 è stato eletto nuovo presidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti.

Quelli che seguono sono degli estratti di una sua eccellente relazione tenuta in occasione del Convegno Nazionale degli Esorcisti italiani (2013) dal titolo I Fondamenti evangelici dei segni indiziari di possessione diabolica riportati nel rituale degli esorcismi in cui condivide alcuni interessanti aspetti della sua esperienza di esorcista concernenti la personalità e l’azione del demonio per perdere le anime, cosa a lui piace e cosa a lui dispiace, come combattere e vincere le sue insidie.

• La delicata azione di Dio e della Vergine: «La prima cosa che mi colpisce, nell’esercizio di questo ministero, è il confronto tra l’azione del demonio da una parte e quella di Dio dall’altra [...]. Il demonio è prepotente, la sua furia distruttiva lo rende appariscente e sembra assorbire tutta la nostra attenzione; l’azione di Dio, invece, è nascosta, silenziosa, risanante, ma è quella che, alla fine, se si persevera, risulta efficace e vigorosa, imponendosi in modo invincibile.

Mi consola grandemente, all’interno di questa esperienza, toccare quasi con mano l’intervento e l’azione materna della Madonna, la sua incessante e quasi tangibile presenza e protezione, ulteriore prova dell’insanabile conflitto tra Lei e le forze avverse del male. Gli atteggiamenti e le reazioni dei demoni attestano la verità delle parole che Dio rivolse a Satana: “Porrò inimicizia tra te e la Donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3,15) e confermano la materna intercessione della Vergine che, con amorevole e speciale sollecitudine e con immensa tenerezza di Madre, interviene accanto ai suoi figli sofferenti, lottando per essi e con essi contro Satana».

• L’offerta di sé a Dio: «Altra cosa che mi colpisce, durante gli esorcismi, negli atteggiamenti e nelle espressioni dei demoni, è il loro temere e odiare terribilmente l’offerta che facciamo di tutto noi stessi a Dio, per amore, in particolare se fatta in spirito di riparazione dei nostri peccati e dei peccati degli altri, porgendo previamente questa offerta nelle mani di Maria, affinché sia Lei stessa a presentarla a Lui. Ho sperimentato frequentemente la potenza di tale offerta. Mi è capitato spesso, infatti, sia nel corso degli esorcismi, sia nel mio ministero sacerdotale, mentre ero a colloquio con la persona posseduta e le insegnavo come si vive l’offerta di sé a Dio, che il demonio, fino a quel momento nascosto, all’improvviso si manifestasse infuriato, poiché non sopportava che facessi tale catechesi. La stessa cosa accade quando, durante l’esorcismo, invito la persona – se è in grado di sentirmi – a offrire nel suo cuore a Dio, per le mani della Vergine, ciò che sta soffrendo: sempre, il demonio, a questo punto, s’infuria grandemente. Non sopporta questa offerta, che è per lui una grande sconfitta, perché quel male che lui ha fatto si trasforma in un bene per quella persona e per tante altre».

• Il valore del perdono: «Colpisce anche, durante gli esorcismi, il valore incalcolabile del perdono per vincere il demonio. Una volta accadde che egli mostrasse grande disgusto verso la persona che possedeva. Ritenevo che ciò fosse attribuibile all’offerta di tutte le sue sofferenze che, come sapevo, quella donna rinnovava con amore a Dio. Il demonio, invece, esclamò: “Peggio!”. Mi venne spontaneo ordinargli di dirmi nel nome di Gesù: “E che cosa può esserci di più disgustoso, per te, che offrire a Dio continuamente la nostra vita?”. E lui, immediatamente, esclamò: “Questa (poi aggiunse una parolaccia) perdona tutti”. Compresi, dunque, che l’offerta a Dio della nostra vita è veramente autentica quando ci rende misericordiosi verso gli altri, perdonandoli e pregando e offrendo la nostra sofferenza per il loro vero bene, che è l’eterna salvezza. Dovremmo meditare di più sulla misericordia di Dio, per diventare a nostra volta misericordiosi, partendo dagli insegnamenti, dalle parabole e soprattutto dalla vita di Cristo».

• In cerca di adorazione: «Una caratteristica ricorrente, negli esorcismi, è l’insistente richiesta del demonio di essere adorato, come se fosse Dio. Il demonio, che non vuole accettare la sua “creaturalità”, si auto-illude di essere Dio ed è avido di ricevere dagli uomini quel culto che spetta solo a Dio. Spesso, mentre lo sto esorcizzando, dice: “Adorate me, adorate me, io sono dio, io sono dio! Mettetevi in ginocchio quando si pronuncia il mio nome. Io sono l’onnipotente! Invocate me!”. A queste espressioni, come suggerisce la norma n. 20 del Rituale Romanum (Titulus XII, De exorcizandis obsessis a daemonio), rispondo con frasi della Sacra Scrittura: ad esempio con le parole di Gesù nel deserto: “Vattene Satana! Sta scritto: adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto!”; e poi con quelle di san Paolo: “Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Fil 2,10-11). Altre volte aggiungo frasi spontanee di questo genere: “Solo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo è Dio. Non c’è altro Dio. Prostrati davanti a Lui e adoralo!”. Ai ripetuti inviti ad adorare l’unico vero Dio, una tra le tante frasi con cui mi sono sentito rabbiosamente rispondere e che esprimono tutta la sua superbia e presunzione, è questa: “Mai, mai! Io sono dio! Guardati intorno e vedi come tutti mi seguono, come tutti cercano quello che io gli voglio dare!”».

• Ansia di distruzione: «Un altro caratteristico atteggiamento del demonio, durante gli esorcismi, è il parlare frequentemente di sterminio e distruzione: tutto ciò che è bello, buono, sano, pulito, armonioso, con linguaggio beffardo, viene preso di mira, con la minaccia di volerlo deturpare e distruggere. Si avverte il suo particolare odio verso il sacramento del Matrimonio e verso gli affetti familiari: reagisce in maniera estremamente violenta quando si benedice il Matrimonio di due sposi; o quando li si invita a rinnovare le loro promesse matrimoniali. Un giorno (nell’anno 2005), espresse molto bene il suo odio per la famiglia con queste parole: “Non mi piacciono ancora come vanno vestite le donne. Devono essere sempre più svestite, così che il sesso sia sempre più dominante e io possa distruggere sempre più le famiglie!”. Altre volte ha definito gli organi sessuali, con evidente linguaggio metaforico, “il centro del mondo”. Ho riscontrato altre reazioni furibonde anche quando ho benedetto il fidanzamento di giovani che si erano impegnati seriamente a vivere nella castità. Il demonio qualificava questa loro scelta come una porcheria».

• Puro odio verso i piccoli: «Un altro aspetto della “personalità” del demonio, che si evidenzia fortemente negli esorcismi, è il suo puro odio. Egli gode del male, in qualunque forma si realizzi. Una volta ha gridato queste parole: “Prendi quello schifo del libro dell’Apocalisse. C’è scritto di quella Donna che partorisce. Io i bambini cerco sempre di mangiarli. Sai come?”. E ha descritto, con parole tremende, lo sterminio giornaliero, in ogni parte del mondo, di migliaia di bambini nel grembo materno con l’aborto e le violenze sessuali sui piccoli. Quel che ancor più rendeva raccapricciante tali descrizioni, era ogni volta l’aggiunta dell’espressione “come godo!”. Questa stessa espressione l’ha usata anche riferendosi ai giovani che, con la droga, si riducono a larve umane; e ai kamikaze, che si fanno esplodere».

• Inversione di valori: «Mi ha colpito molto anche il modo con cui capovolge le cose, considerando il bene male e il male bene. Ad esempio varie volte, presentandogli una reliquia, ha detto: “Che puzza! È la puzza di chi ha scelto Lui!” (si riferisce a Gesù Cristo, che, per odio e disprezzo, non nomina quasi mai); presentandogli una corona del Rosario l’ha definita: “Catena maledetta, con la Croce in fondo”; all’aspersione con l’acqua benedetta, ha protestato, affermando di non voler essere lavato da quell’acqua, che “puzza e che lo brucia”; alle mie parole “Benedici Signore questo nostro fratello!” ha prontamente risposto: “Che sia maledetto, lo porterò con me all’inferno!”; alle parole del Vangelo: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò” (Mt 11,28), immediatamente ha replicato: “Venite a me voi tutti che siete ‘allegri’, venite a me voi tutti che siete perversi e io vi ristorerò”.

Una volta, mentre facevo un esorcismo, giunto alle parole dell’esorcismo: “Inimìce fidei, hostis géneris humani, mortis adductor” (“nemico della fede, avversario del genere umano, portatore di morte”), il demonio espresse tutta la sua irresistibile aspirazione al male e per il male con queste parole: “Il giorno in cui siamo andati via da Lui, gli abbiamo detto: Il potere del peccato sarà il nostro altare, su quello sacrificheremo le anime dei tuoi figli maledetti, su quell’altare faremo scorrere il sangue dei tuoi figli maledetti. C’è un dio per chi odia e questo dio è il mio dio”».

• Divisore e tentatore: «Sempre, poi, nelle sue invettive, emerge anche come egli è davvero colui che tenta continuamente di dividere gli uomini e di aizzarli gli uni contro gli altri. Ama infatti sottolineare che gli piace vedere l’odio fra gli uomini ed è avido delle malvagità umane perché, come ha affermato più volte: “Sono ‘cibo’ che mi alimenta e mi rafforza”. A tal proposito, tante volte l’ho sentito affermare, in perfetta sintonia con la teologia, che il male è una scelta della nostra volontà e quando la volontà umana, sorretta dalla grazia, gli si oppone, non può nulla.

Allo stesso tempo, tante volte ha anche affermato, in maniera molto chiara, questa sua principale attività in mezzo agli uomini, che è appunto la tentazione. Una volta, al momento in cui viene definito dal rituale degli esorcismi: “Malorum radix, fomes vitiorum, sedùctor hòminum, proditor gentìum” (“radice di tutti i mali, fomite dei vizi, seduttore degli uomini, ingannatore dei popoli”), ha espresso la sua attività tentatrice con queste parole eloquentissime: “Il nostro dovere è tentare, sempre, chiunque, dovunque e comunque. Qualcuno ci cade nella nostra rete, qualcuno ci cade per sempre!”».

• I frutti della preghiera: «Un’ultima esperienza che riporto, tra quelle che mi colpiscono molto durante l’esorcismo, è toccare con mano la potenza e l’efficacia della preghiera. L’esorcismo è un’azione liturgica, quindi è preghiera della Chiesa. L’esorcista non esorcizza a suo nome, ma in nome di Cristo e della Chiesa. Ebbene, se si rimane molto dispiaciuti per le sofferenze che il demonio infligge alla persona che possiede, allo stesso tempo, riflettendo, comprendiamo che se questa preghiera disturba così tanto il demonio, al punto di causargli tali reazioni, allora qualsiasi altra preghiera, liturgica o privata, se fatta con fede, porta il suo frutto, anche se non ne vediamo così sensibilmente ed immediatamente gli effetti. Tutto questo ci sprona ad amare la preghiera, sia quella comunitaria, sia quella individuale e ad aumentarne il desiderio e la frequenza, con la certezza che la preghiera sincera è sempre causa di un effetto benefico, anche su noi stessi, sebbene sul momento non sia sempre percepibile. Ricordo come una volta il demonio stesso, suo malgrado dovette confermarlo, dicendo, senza dubbio costretto da Dio: “Se voi uomini viveste in ginocchio davanti a Lui e cantaste le sue lodi come fanno gli angeli, noi non avremmo tutto il potere che ci date su di voi”». 


Nota

1) Il padre Francesco Bamonte ha pubblicato, con la casa editrice Ancora: Cosa fare con questi maghi? Come liberarsi dalla superstizione e difendersi dai truffatori (2000); I danni dello spiritismo. L’azione occulta del Maligno nelle presunte comunicazioni con l’aldilà (2003). Con le Paoline Editoriale Libri ha invece pubblicato: Possessioni diaboliche ed esorcismo. Come riconoscere l’astuto ingannatore (2006); Gli angeli ribelli. Il mistero del male nell’esperienza di un esorcista (2008); La Vergine Maria e il diavolo negli esorcismi (2010).

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