I FIORETTI
Il ritorno del vecchio parroco dall’Aldilà
dal Numero 44 del 9 novembre 2014

Questa storia ci riporta a Pietrelcina. Si era nel 1910, dopo che Padre Pio era già stato ordinato sacerdote a Benevento il 10 agosto. Padre Pio celebrava la Messa nella chiesa parrocchiale e nella chiesa di San Pio V, detta pure di Sant’Anna. A quel tempo era parroco don Salvatore Pannullo, un dotto sacerdote, laureato in teologia, succeduto nel 1901 al defunto parroco don Giovanni Caporaso. Don Salvatore era al corrente della vita spirituale di Padre Pio, dei fenomeni mistici che lo riguardavano, in quanto suo confessore ordinario in quel tempo, e, poi, certamente messo al corrente di tutto da parte dei superiori.
Don Salvatore era stato pure incaricato dal superiore provinciale di dare delle lezioni di Teologia al giovane Fra Pio prima di dare gli esami per l’Ordinazione sacerdotale, e lo trattava come un figlio.
Prima di celebrare la Messa, il sacerdote indossava i paramenti liturgici dietro l’altare maggiore, in quanto la sacrestia era un po’ distante e scomoda.
Padre Pio, quindi, come il parroco, si preparava per la Messa dietro l’altare maggiore, ma un giorno don Salvatore sistemò i paramenti sacri su un tavolo accanto all’altare e pregò Padre Pio di indossarli lì. Padre Pio non diede alcuna importanza alla cosa e fece come gli aveva indicato il parroco. Solo più tardi ne chiese en passant il motivo. Il parroco, senza dare molta importanza al fatto, gli rispose che da diversi giorni, mentre lui, Padre Pio, celebrava la Messa egli vedeva il defunto parroco don Giovanni Caporaso ginocchioni sull’inginocchiatoio in preghiera, dietro l’altare, proprio dove si indossavano le vesti liturgiche, restando in posizione di devoto raccoglimento durante tutta la Messa e, poi, spariva.
Il defunto don Giovanni, che era conosciuto e ricordato da tutti, essendo morto solo da qualche anno, fu anche visto inginocchiato nella chiesetta di San Pio Martire, nel rione Castello. Infatti un giorno in cui bisognava celebrare nelle due chiese, quando il sacrista andò a suonare le campane per la Messa nella Chiesa madre, sua moglie andò al rione Castello a suonare la campanella e a preparare e sistemare il necessario per la celebrazione. Mentre era per andare via, vide il defunto parroco don Giovanni inginocchiato sui gradini dell’altare in devota preghiera. Incredula, credette di avere delle allucinazioni. Si riprese subito dallo smarrimento, cercò di guardare e di capire meglio, osservò con attenzione la figura in ginocchio, ricordò la persona del vecchio parroco, guardò e riguardò... era lui. Non c’erano dubbi.
Impaurita, col volto cereo, la donna corse alla chiesa parrocchiale, dove suo marito stava ultimando tutti i preparativi per la Messa. Quando il marito la vide, pensò che fosse accaduto qualcosa di terribile e le chiese immediatamente spiegazione dell’affanno. «Io non ci vado più in quella chiesa! – rispose la donna – Non vado più a suonare le campane nella chiesetta. Ci vai tu se vuoi... io, no!». «Perché?». «Perché ho appena visto il defunto parroco, don Giovanni, in chiesa, davanti all’altare ed ho avuto ed ho tanta paura!».
Anche Padre Pio aveva notato un sacerdote inginocchiato lì in preghiera, ma avendolo visto di dietro, non aveva mai capito chi fosse né si era mai preoccupato di sapere chi fosse e che cosa facesse se non pregare.
Comunque le apparizioni durarono circa un mese. L’ultima volta il defunto sacerdote disse a don Salvatore Pannullo, proprio con la confidenza e il modo di fare che aveva quando, lui ancora in vita, si incontravano: «Salvatore, ora ti lascio, non ritornerò più. Come è stato terribile per me e quanto mi è costato partecipare alla “processione del Corpus Domini” dopo la Messa, senza aver fatto prima i dovuti ringraziamenti».
Il significato di queste parole fu illustrato dallo stesso don Salvatore. Il defunto don Giovanni Caporaso, ricordò don Salvatore, era uomo onesto e giusto, ma dopo la celebrazione del mattino usava andare subito, senza fare il dovuto Ringraziamento alla Santa Comunione, nella farmacia accanto alla chiesa, lì cominciava la giornata con i suoi amici, chiacchierando delle notizie quotidiane.
Dio attese l’Ordinazione sacerdotale e la celebrazione della Messa di Padre Pio per permettere al defunto don Giovanni di farsi presente nel luogo del suo apostolato per usufruire delle preghiere e della Messa per essere liberato dalla pena del Purgatorio.

Padre Alessio Parente,
Padre Pio e le anime del Purgatorio,
pp. 161-165

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