I FIORETTI
L’Autorità e le autorità della Chiesa
dal Numero 39 del 15 ottobre 2023
di Francesco Radesi

Capita spesso di sentir dire, per bocca di cattolici, frasi come: “Credo in Cristo, ma non nella Chiesa”, come se fosse possibile separare il Capo – Cristo – dal Corpo – la Chiesa –. Pertanto questa frase non solo è contraddittoria in sé, ma sa tanto di una scusa con la quale si tenta, invano, di mettersi a posto la coscienza per fare ciò che si vuole, perché 
– diciamoci la verità – seguire Cristo fino in fondo costa inevitabilmente rinunce e croci da abbracciare volentieri per amore suo. Parola di Gesù: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce» (Lc 9,23). Tuttavia, dietro simili affermazioni potrebbe celarsi anche una certa ignoranza, non giustificabile però, sulla natura divina della Chiesa.
Una cosa è la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, Sposa di Cristo e suo Corpo mistico di cui Egli è il Capo (cf Ef 5,21-33; 1Cor 12,12-13). Altro sono gli uomini di Chiesa; uomini come noi, peccatori, ma per divina elezione innalzati alla dignità più alta cui uomo possa aspirare: l’alter Christus sacerdotale. Ora, il ragionamento secondo cui la condizione di peccatori dei secondi cancella la santità della prima (ragionamento che è alla base della frase citata all’inizio), è assurdo. Perché allora non si potrebbe dire il contrario? Ossia che la santità della prima, fa santi i secondi, a prescindere dalle loro opere? Non si può dire perché è un’eresia. Come lo è anche l’affermazione contraria. La verità è che per addentrarci in un mistero così profondo dobbiamo fornirci di “occhi di fede” e di tanta umiltà... La Chiesa è santa, nonostante le sue membra siano peccatrici. È santa perché il suo Capo è santo. È santa, perciò, della stessa santità immutabile di Cristo, uomo-Dio, che è il suo fondatore e fondamento.
Cristo si è fatto uomo ed è morto in Croce per salvarci, ma poiché «extra Ecclesia nulla salus», possiamo dire che è venuto proprio per edificare la Chiesa, sua Sposa. È l’insegnamento dei Padri: «Dal suo fianco Cristo costruì la Chiesa, come dal fianco di Adamo derivò Eva», scrive san Giovanni Crisostomo; e sant’Agostino: «Questo secondo Adamo [Cristo], chinato il capo, si addormentò sulla Croce, affinché ne fosse formata la sua Sposa, che uscì dal costato di Lui».
L’amore costante alla Santa Madre Chiesa è stato il segno distintivo di tutti i santi, specialmente quando gli uomini di Chiesa, per permissione divina, li perseguitavano. È la storia di san Pio da Pietrelcina: perseguitato, calunniato, sospeso a divinis, punito insomma dalle autorità della Chiesa; eppure egli non ha mai messo in dubbio l’autorità della Chiesa e mai è venuto meno il suo amore di figlio verso di essa. 
Testimonia un suo confratello, padre Pellegrino Funicelli, che «fra i tre voti, considerava il voto di obbedienza il nodo per eccellenza, per cui si sentiva letteralmente attaccato alla Chiesa: “Il voto di obbedienza ci offre, più degli altri voti, il senso di nodo e di legame con la Chiesa. La Chiesa è legata a Gesù come il tralcio alla vite e noi, con questo nodo, ci leghiamo alla Chiesa. Con questo legame la nostra preghiera, il nostro apostolato del pulpito e del confessionale, l’amministrazione dei sacramenti, la celebrazione dell’Eucaristia producono frutti meravigliosi; senza di questo legame tutto il nostro lavoro spirituale diventa sterile e spesso sacrilego”». «Un giorno – racconta ancora padre Pellegrino Funicelli – per il corridoio mormorò la seguente invocazione: “O santa autorità della Chiesa, aiutami”. Io dissi scherzando: “Ce ne stanno pochi di santi e di sante. Adesso dobbiamo raccomandarci pure a questa nuova santa”. “Questo spirito di gallina – mi rispose – tienilo per te, la Chiesa in quanto autorità è sempre meglio invocarla che calpestarla, come fai tu”».
Con i tempi che corrono è bene chiarire che la Chiesa che amava padre Pio è quella di Cristo, non quella del parroco, del vescovo o di chicchessia che vuole insegnare, in nome dell’autorità stessa della Chiesa, dottrine fuorvianti, errate se non perfino eretiche... La Chiesa, quella santa, non cambia né può cambiare, perché è proprietà di Cristo e l’insegnamento di Cristo è il Vangelo, il quale non necessita di alcun aggiornamento perché vale per tutti e per ogni tempo. Quante volte, invece, in nome di un falso “aggiornamento” che vorrebbe una Chiesa all’avanguardia, al passo coi tempi, ma meno santa, meno Chiesa, si scende a compromessi e si viene meno alla custodia del “depositum fidei”, e non di rado proprio da parte di chi questo “deposito” dovrebbe custodirlo? Questo, è chiaro, non intacca l’autorità della Santa Chiesa, ma ci obbliga a custodire il nostro “depositum fidei” che abbiamo ricevuto dalla Chiesa, perché le autorità della Chiesa, essendo uomini, potrebbero anche deviare dalla verità, ma non per questo noi saremmo scusati se li seguissimo né se, al contrario, ci distaccassimo dalla Chiesa. 
È impossibile separare Cristo e la Chiesa, e chi fa questo non segue Cristo né la Chiesa, perché “la Chiesa – dice padre Pio – è legata a Gesù come il tralcio alla vite”, e chi si stacca da questo tralcio, si stacca anche dalla vite. Quindi, chi si stacca dalla Chiesa perché in essa vede solo leggi troppo severe o al contrario non riconosce più l’insegnamento di Cristo, sbaglia. I primi dovrebbero imparare che la Legge di Dio è al di sopra di ciò che piace e che solo questa Legge salva per l’eternità; i secondi dovrebbero ricordarsi che la condizione necessaria alla salvezza è la grazia che attingiamo dai sacramenti, sacramenti che ci possono venire solo dalla Chiesa, perché così ha voluto Dio. Non c’è altra strada o possibilità. E in fondo l’unica cosa necessaria, come disse padre Pio a un giovane che gli chiese cosa dovesse fare, è salvarsi l’anima! 
Il nostro dovere di cattolici è pregare per la Santa Madre Chiesa, ma ancor più per i suoi ministri sui quali grava la responsabilità di molte anime. A loro sarà chiesto se hanno conservato integro il “depositum fidei” e se lo hanno trasmesso al gregge loro affidato, a noi però sarà chiesto se noi – e nessun altro – saremo rimasti fedeli a Cristo e al suo Vangelo, e quindi alla Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, e non ci sarà dato di poter scaricare la colpa su un “falso profeta” di turno, perché Gesù ci ha già avvisati: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci!» (Mt 7,15).   

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