I FIORETTI
Come una Madre in tribunale
dal Numero 34 del 10 settembre 2023

Padre Pio, convinto che solo la via mariana conduce alla salvezza e alla santificazione, invitava tutti i suoi figli a percorrere questa “via Matris”, che è la via dell’amore più grande che si dona e si immola seguendo Gesù. «Sforziamoci noi pure, come tante anime elette – scriveva a padre Agostino –, di tener sempre dietro a questa benedetta Madre, di camminare sempre appresso ad Ella, non essendovi altra strada che a vita conduce, se non quella battuta dalla Madre nostra: non ricusiamo questa via, noi che vogliamo giungere al termine» (Ep. I, p. 602). Seguire questa Madre Addolorata, quindi, significa camminare sicuri verso il Regno dei cieli perché Ella è la Madre della grazia, di quella grazia che come Corredentrice ha acquistato insieme al Redentore nel “farsi” della Redenzione, e di cui poi è stata fatta da Dio Tesoriera, Dispensatrice, Mediatrice. Padre Pio, conscio che Maria è la strada che porta alla salvezza, ne fece un punto fermo nella direzione delle anime e voleva che tutti i suoi figli coraggiosamente “camminassero sempre appresso ad Ella”.

Per tal motivo la devozione all’Addolorata in padre Pio si esprimeva non soltanto nel suo compatire e condividere i dolori della Corredentrice, ma aveva anche la sua feconda applicazione pastorale nel ministero della Riconciliazione dove, mediante l’assoluzione sacramentale, egli collaborava con la Mediatrice nel dispensare alle anime la grazia della rigenerazione alla vita soprannaturale. Il sacramento della Confessione diventava, quindi, il mezzo attraverso cui l’Addolorata-Corredentrice e il corredentore san Pio strappavano a satana le anime comprate a caro prezzo sul Calvario. La Madonna accompagnava ogni giorno padre Pio a quel confessionale dove per cinquant’anni si è assistito a una continua rigenerazione di anime: «Lei mi accompagna nel confessionale – disse a padre Pellegrino , per mettermi a disposizione dei fratelli, e mi mostra, sempre coperte dal velo della sua pietà, le anime innumerevoli in attesa di un’assoluzione distruttrice di ogni male e creatrice di ogni bene».

Della presenza e dell’azione della Madonna nel sacramento della Confessione abbiamo un’ampia testimonianza in una serie di discussioni tenutesi fra padre Pio e padre Pellegrino che le riporta nel Mese mariano del 1976. Una volta padre Pellegrino per spingere il Santo a parlare più apertamente sull’argomento lo provocò dicendogli che la potenza che egli attribuiva alla Madonna «in una cosa – sono sue parole – che non è di sua competenza, qual è la Confessione sacramentale», gli sembrava quasi ereticale. A tale provocazione padre Pio diede una risposta quanto mai ferma e rivelatrice sul mistero di questa presenza: «Se nel momento di dare l’assoluzione io non avessi dinanzi agli occhi la Madonna, seduta come soltanto una madre sa sedere in tribunale, nella poltrona di presidente di questo tribunale, io l’assoluzione non la darei mai a nessuno, e non tanto per la indegnità dei penitenti, quanto perché assolvere mi sembrerebbe un furto, un inganno»; poi aggiunse: «Se non sono sicuro che i penitenti me li manda il folle amore della Madre Santissima, e mo’ li confesso!». Ogni assoluzione rigeneratrice vale tutto il Sangue di Gesù e tutte le lacrime dell’Addolorata, per cui ad essa deve corrispondere un vero pentimento; ma spesso nei penitenti il Padre non trovava le disposizioni giuste per poter dare l’assoluzione, allora vedendoli accompagnati dalla Madonna, prendeva quel gesto materno a garanzia dell’assoluzione impartita. Anche il pentimento, per padre Pio, è opera della Madonna che essendo sorgente e canale della grazia, è in grado di suscitare questo sentimento nell’intimo delle coscienze; e poi nel sacramento della Penitenza, momento in cui si opera la nostra Redenzione, con la sua supplica ottiene da Dio il perdono per i suoi figli.

Fondandosi sulla convinzione che “la Vergine Santissima è la controfigura della misericordia di Dio sulla terra”, padre Pio sosteneva, contro le convinzioni di padre Pellegrino, che la Madonna «è un po’ tutto nel tribunale della penitenza, perché è l’unica persona che crede veramente nella nostra sete di perfezione: sete che non esiste – spiegava il Padre –, ecco perché è necessario che qualcuno compia un atto di fede. E per questa fede assurda della Vergine Santissima ritorna in noi la grazia vivificante». Per padre Pio, quindi, la responsabile dell’assoluzione «è sempre la nostra santa Madre, disposta a pagare di persona i debiti dei figli disgraziati». Ella, Avvocata dei peccatori, «gioisce, quando riesce a piegare lo sguardo di Dio sulle miserie dei suoi figli. Per Lei Dio dove non vede le condizioni necessarie per una normale e giusta assoluzione, le crea dal niente. Ella fa compiere un atto di fede a Dio». Espressioni da capogiro per la potenza che in esse si attribuisce alla Vergine Santissima! In quel confessionale, come in ogni confessionale, quindi, la vera Padrona è la Madonna che tutto ordina, dispone e risolve e ogni sacerdote amante di Maria, come padre Pio, deve prestare attenzione ai suoi suggerimenti, cenni e ordini. Padre Pio conceda ai sacerdoti di essere nel loro ministero veri collaboratori della Corredentrice, e a noi tutti di lasciarci accompagnare al confessionale dalla Madonna perché, come disse a padre Pellegrino: «Con una sola Confessione, fatta con l’aiuto della Vergine Santissima, ti sentiresti trasportato come in un altro mondo [...] perché non avresti più paura di far luce sui difetti della tua condotta».

 

di Suor M. Eucaristica Lopez, Il Settimanale di Padre Pio, N. 34/2023

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