I FIORETTI
Padre Pio e i politici
dal Numero 16 del 23 aprile 2023

«Padre Pio mi diede tre Rosari», ha detto la signora Vittoria Michitto, vedova dell’ex presidente della Repubblica italiana Giovanni Leone, in un’intervista al Corriere della Sera. «Mi disse che erano per i miei figli. Gli risposi che di figli ne avevo solo due, Mauro e Paolo. Ma padre Pio insistette perché ne prendessi tre. L’anno seguente, nacque Giancarlo». 
Questo curioso fatto si riferisce a una visita a San Giovanni Rotondo che l’onorevole Giovanni Leone fece nel 1955 quando era presidente della Camera dei Deputati. Leone fu uno dei tanti politici che in quegli anni salivano al convento sul Gargano per incontrare il Frate con le stigmate. Fin dagli anni Trenta, padre Pio aveva cominciato ad attirare gente di tutti i tipi e di tutte le condizioni sociali, poveri e ricchi, perfetti sconosciuti oppure personaggi famosi. Andavano da lui per i motivi più diversi, chi spinti dalla curiosità e chi dalla fede. E ognuno, nessuno escluso, restava fortemente colpito dalla sua personalità. In tantissimi poi si convertirono e cambiarono vita. 
Tra i personaggi noti c’erano attori e cantanti, artisti e letterati, medici e scienziati. E anche politici e appartenenti alle case reali. Il 12 aprile del 1942, ad esempio, Maria José del Belgio, moglie del principe Umberto di Savoia, che quattro anni dopo sarebbe diventato re d’Italia, trascorse un’intera mattinata nel convento di San Giovanni Rotondo. Era arrivata scortata dai carabinieri e dopo aver partecipato alla Messa di padre Pio lo aveva raggiunto in sacrestia. Rimase con il Padre a lungo e alla fine volle anche farsi fotografare con lui. 
Ai politici, padre Pio raccomandava sempre tanta attenzione verso gli ultimi. E a quelli che erano atei suggeriva di interrogarsi sul senso dell’esistenza. Il 22 novembre del 1959, fu il presidente del Consiglio Antonio Segni ad andare a trovare il Padre. Segni era un devoto e la moglie Laura dirigeva un Gruppo di preghiera di padre Pio a Sassari. In quell’occasione, con Segni c’era anche una delegazione di politici tra cui Carlo Russo, che al tempo era sottosegretario di Stato. Segni lo presentò a padre Pio. «Eccellenza, perché mi ha portato un russo soltanto? – disse sorridendo il Padre – Me ne porti tanti!». Faceva riferimento alla Guerra fredda in atto tra la NATO e l’Unione Sovietica. 
Anche Giuseppe Pella, che fu il secondo presidente del Consiglio della Repubblica, era un devoto del Frate con le stigmate. Il suo nome compare tra coloro che fecero un’importante donazione al fine di incoronare con un diadema d’oro la Vergine e il Bambino raffigurati nel dipinto del ’200 che si trova nella chiesa della Madonna delle Grazie di San Giovanni Rotondo. 
Oltre a Pella, tra i benefattori c’è anche Giulio Andreotti, che non ha mai fatto mistero di essere devoto di padre Pio ma che, pare, non sia mai andato a trovarlo. È nota una sua lettera scritta il 29 ottobre 1984 e indirizzata a Giovanni Paolo II nella quale sollecita, con rispetto e umiltà, un’accelerazione dei tempi nel processo di beatificazione di padre Pio. 
Il grande fisico Enrico Medi, che fu deputato della Repubblica nella Democrazia Cristiana dal 1948 al 1953, era un figlio spirituale del Padre. Con lui, il Frate amava discutere della bellezza del creato e delle leggi che lo regolano. Un giorno chiesero a Medi chi fosse stato davvero padre Pio e lui rispose senza esitazione dicendo: «Chi era padre Pio? Una creatura sulla quale lo Spirito Santo ha versato un’abbondanza di grazia che, a mio avviso, è raro riscontrare nella storia della Chiesa». 
Noto è poi l’incontro, avvenuto il 15 maggio 1968, tra padre Pio e l’onorevole Aldo Moro che era allora presidente del Consiglio. Il Padre era già malato e sofferente, e sarebbe morto quattro mesi più tardi. Per questo motivo l’incontro durò soltanto pochi minuti e si svolse nella veranda davanti alla cella del Frate. Pochissimi erano i presenti tra i quali Elia Stelluto, il fotografo cui padre Pio era legato da profonda amicizia, l’unico che aveva il permesso di scattare immagini all’interno del convento. Fu Stelluto a fare la fotografia che ritrae padre Pio e Moro insieme. «Il Padre era sorridente e il presidente gli teneva delicatamente la mano – mi ha raccontato Stelluto –. Parlarono un po’ da soli. Poi Moro se ne andò. Padre Pio allora divenne improvvisamente triste e guardandoci disse: “Quanto sangue, quanto sangue!”. Non capimmo. Forse però, aveva intuito la tragedia che poi sarebbe accaduta e cioè il suo rapimento e poi omicidio». 
Padre Pio non affascinava solo gli esponenti della Democrazia Cristiana o i politici credenti ma anche gli atei di sinistra. Il dottor Mario Spallone, scomparso nel 2013, è stato un importante membro del Partito Comunista Italiano. È ricordato soprattutto per essere stato il medico personale di Palmiro Togliatti e di altri politici di sinistra, tra cui Pietro Nenni, Luigi Longo, Agostino Novella, Giuseppe di Vittorio, Pietro Secchia, Giorgio Amendola, Emilio Sereni, Mauro Scocimarro, Nilde Jotti. «Tutti sapevano che ero figlio spirituale di padre Pio», mi disse in un’intervista. E aggiunse: «Venivano a trovarmi a casa per giocare a bocce e spesso il discorso finiva su padre Pio. Tutti erano curiosi. Io raccontavo loro liberamente le mie esperienze e mai nessuno si permise di dire qualche parola contro il Padre. Anzi, tutti erano interessati, in particolare Nilde Jotti». 
Nel 1950 andò da padre Pio Italia Betti, la famosa “pasionaria dell’Emilia”. Durante l’occupazione tedesca, Italia Betti aveva fatto parte del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) di Bologna. Il giorno in cui la città venne liberata, Italia aveva marciato incontro agli alleati in testa agli esponenti locali della Resistenza, tutta vestita di rosso e con in mano la bandiera comunista. Divenne poi nota per la sua instancabile attività propagandistica del comunismo ateo che svolgeva nelle città e nelle campagne dell’Emilia. Nel 1950 si recò a San Giovanni Rotondo. «Era ammalata di tumore», ha detto il dottor Stefano Campanella, direttore responsabile di Teleradio Padre Pio e di Padre Pio Tv, emittenti dei cappuccini. «Andò da padre Pio per accontentare la sorella minore, che era credente. Davanti a padre Pio, la Betti rimase folgorata. Nessuno sa cosa si dissero, ma Italia Betti si convertì, decise di andare a vivere a San Giovanni Rotondo dedicandosi alla preghiera e alla penitenza, e vi rimase fino alla morte».  

di Roberto Allegri, Il Settimanale di Padre Pio, N. 16/2023

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits