PADRE PIO
Amore serafico all'Immacolata
dal Numero 45 del 4 dicembre 2022
di Suor M. Eucaristica Lopez

Se faremo nostro l’amore più tenero e filiale che san Pio nutriva per l’Immacolata, con Lei impareremo ad «ascendere alla più alta perfezione cristiana».

«In Lei fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene». Così cantava il cuore vibrante d’amore del Poverello d’Assisi pensando alla Vergine Madre, e padre Pio, facendo eco al suo Serafico Padre, pensando alla Madonna affermava: «Tutto fa capo al suo concepimento immacolato». Padre Pio prediligeva venerare Maria Santissima sotto il titolo di “Immacolata Concezione” e quest’amore ardente e appassionato per l’Immacolata ebbe inizio fin da fanciullo, perché fin da allora egli ingaggiò quella terribile lotta contro il demonio che avrebbe portato avanti per tutta la vita con l’aiuto di Colei che, come leggiamo nel Protovangelo, Dio ha stabilito nemica terribile del serpente antico a cui schiaccia la testa. E sotto lo sguardo dell’Immacolata si è svolta tutta l’esistenza del santo cappuccino. Il 6 gennaio 1903 Francesco Forgione entrava, infatti, nel noviziato di Morcone tra i Frati Minori Cappuccini che si distinguevano per una grande devozione all’Immacolata, e nella chiesa dedicata ai santi Filippo e Giacomo, ai piedi di un’antica statua dell’Immacolata, il 22 gennaio 1904 fra Pio emise la professione semplice e il 18 luglio 1909 ricevette il diaconato. Possiamo immaginare quante volte durante il noviziato il giovane fraticello inginocchiato davanti a quella immagine avrà rivolto a Lei il suo sguardo supplice affidandole il giglio della verginità e la perla della vocazione! 

A Sant’Elia a Pianisi lo attende ancora una volta l’Immacolata che sembra volerlo preparare personalmente ad essere un alter Christus; infatti, nella chiesa del convento dedicata a san Francesco, all’altare maggiore, in uno degli scomparti di un antico polittico risplende l’immagine dell’Immacolata. Divenuto sacerdote, poi, predilesse fra tutte le altre la Santa Messa votiva dell’Immacolata e, obbediente alle Costituzioni, coglieva tutte le occasioni possibili per poterla celebrare. 

In una lettera a padre Benedetto del 17 agosto 1910, pochi giorni dopo l’ordinazione sacerdotale, chiedeva: «Avrei, infine, bisogno di un calendario e ciò solamente per vedere in quali giorni non si può dire la Messa votiva dell’Immacolata nel sabato e quali commemorazioni debbono dirsi in detta Messa» (Ep. I, p. 197); e quando, ormai anziano, per problemi di vista non riusciva più a leggere, celebrava sempre la Messa votiva dell’Immacolata che aveva imparato a memoria. Molto spesso celebrava all’altare dell’Immacolata nella chiesetta antica di San Giovanni Rotondo, come la mattina del 20 settembre 1918 quando fu insignito delle stigmate, e dal 1931 al 1933 quando, essendogli stato proibito di celebrare in pubblico, lo faceva sotto lo sguardo dolce di un’antica statua dell’Immacolata che troneggiava sull’altare della cappellina interna del convento. 

La predilezione di padre Pio per l’Immacolata la si poteva dedurre anche dal suo amore per la medaglia miracolosa di cui si fece zelante apostolo distribuendola in ogni occasione ai figli spirituali e ai fedeli; ne aveva sempre a disposizione e quando morì trovarono alcune medagliette nelle tasche della sua tonaca. 

Nel ministero delle Confessioni, poi, egli si faceva stretto collaboratore dell’Immacolata nella rigenerazione delle anime a quella grazia di cui Ella è pienezza, tesoriera e dispensatrice. Per questo quando scendeva per le Confessioni lo si poteva vedere sostare ogni volta in preghiera silenziosa davanti a un quadro dell’Immacolata – ai piedi del quale era scritto: “Gratia me genuit [La grazia mi generò]” –, per chiedere a Lei luce e forza per sospingere le anime verso il Paradiso staccandole dal peccato e dalle cose terrene perché vivessero una vita di grazia e di purezza. Nella direzione spirituale, poi, alle anime assalite dal tentatore padre Pio raccomandava di smascherarlo facendogli dire la parola d’ordine: «Viva Maria Immacolata!» (Ep. III, p. 93), oppure: «Viva l’Immacolata sempre Vergine Maria!», e «se questo non vuol ripetere  scriveva ad Annita Rodote –, sputategli in viso e dite a Gesù che lo mandasse nell’inferno» (Ep. III, p. 57). “Maria Immacolata”: padre Pio insegnava ai figli la grande potenza di questo nome e li incitava a pronunciarlo spesso con fervore, con amore, con fede per ottenere da Lei il perdono nella colpa, l’aiuto nel bisogno, il conforto nel dolore.

Completamente affascinato dalla bellezza originale di «Colei che entrò nel mondo senza macchia» (Ep. I, p. 514), per tutta la vita si è sforzato di riprodurre in se stesso la purezza immacolata della Vergine Santissima e all’Immacolata, abisso di purezza e di santità, alzava continuamente il suo sguardo per «ascendere alla più alta perfezione cristiana» (Ep. III, p. 542) lasciandosi da Lei purificare nel crogiuolo della sofferenza, per apparire santo e immacolato al cospetto di Dio nella carità (cf Ef 1,4) fino a fare della sua vita crocifissa un inno d’amore a Colei che per la sua pienezza di grazia, sotto la Croce è divenuta Corredentrice col Redentore. Padre Pio trasmetta anche a noi suoi “figli” una scintilla del suo amore appassionato all’Immacolata e ci aiuti a riprodurne in noi la purezza di vita affinché «Colei che entrò nel mondo senza macchia ci ottenga dal suo Figliuolo la grazia di uscirne da questo mondo senza colpa» (Ep. I, p. 514).

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