Leggiamo nel Mese Mariano [di padre Pellegrino Funicelli] che padre Pio un giorno, parlando del ruolo della mamma nella vita dell’umanità, dice a padre Pellegrino: «Se fosse possibile, io non spezzerei mai il cordone ombelicale che lega alla mamma».
Convinto che la prima educazione alle virtù civiche e cristiane ci viene istillata nell’animo dalle nostre mamme, in un’altra circostanza aggiunge: «Le madri già solo come genitrici sono grandi; ma, considerando il linguaggio che ci hanno insegnato, possiamo affermare che la loro grandezza diventa incalcolabile. Se tutti gli uomini si fermassero al vocabolario appreso dalle mamme, forse nel mondo non ci sarebbe tanta cattiveria... ma ci sarebbero tante virtù, almeno umane».
Poi, con una riflessione tenera ed altamente spirituale, continua: «Ma nell’istante che ci danno Gesù, esse, se non diventano ognuna una madonna, sono almeno gli angeli della Mamma Celeste».
Padre Pio non ammette assolutamente che si guardi alla mamma solo per quanto di bene da lei possa derivare ai figli sul piano del bisogno materiale e dell’interesse immediato. E, di fronte alla constatazione che l’odierna società non vede più in lei la guida ed una maestra di vita, egli è preso dalla melanconia: «Oggi le mamme non contano più né come donatrici di vita e di sangue, né come santi legami!».
Dallo svilire un’immagine così sublime e fondante egli fa derivare «il marciume sulla terra». E quasi tremante esclama: «La terra non troverà pace per questo». E mi sembrò – dice padre Pellegrino, il quale ascolta queste tristi considerazioni – che ripetesse non so dirvi se una maledizione o una preghiera.
Padre Marcellino IasenzaNiro,
Padre Pio parla della Madonna,
pp. 327-328