Durante i lavori intensi e febbrili per il completamento della Chiesa di Pietrelcina, la Ditta Annunziata di Acerra faceva lavorare gli operai anche nelle domeniche e nei giorni festivi. Un giorno una ragazza ventenne del luogo, Teresa Fucci, che lavorava come manovale, si recò insieme con altre compaesane a confessarsi con padre Pio. Dopo l’accusa delle colpe commesse, padre Pio le disse: «Non ricordi più nulla?».
La ragazza: «Padre, no: ho detto tutto».
Padre Pio: «Il giorno di san Pietro, festa di precetto, non hai ascoltato la Santa Messa ed hai lavorato».
La ragazza, che non ricordava più nulla, illuminata dalle parole di padre Pio, rispose: «Sì Padre, quel giorno andai a lavorare e non ascoltai la Santa Messa».
Padre Pio, in tono di rimprovero: «Non hai pensato alla grave offesa fatta al Signore?».
La ragazza tremante rispose: «Padre, ho mancato, ma se non fossi andata a lavorare, temevo di essere licenziata. Noi siamo poveri».
Padre Pio: «Sarebbe stato meglio farti licenziare, che offendere gravemente il Signore».
Poi addolcendo la voce, le disse: «Stai attenta a non mancare più alla Santa Messa nei giorni di festa e a non offendere mai il Signore»; indi le diede la santa assoluzione.
Padre Alberto d’Apolito,
Padre Pio da Pietrelcina.
Ricordi, Esperienze, Testimonianze,
pp. 117-118